Ieri sera in tv ho visto una cosa che mi ha fatto preoccupare e molto. Ho visto la giornalista di Rai Tre, della trasmissione di Giletti, che andava dal sindaco Sala a fargli qualche domanda sui legami tra curve e ‘ndrangheta e lo staff del sindaco che la fermava e la mandava via. Scene che a Milano io non avevo mai visto. Le ho viste in Sicilia, con altri politici di Roma, in Calabria. Ma sinceramente, una reazione così dallo staff del sindaco Sala, non me l'aspettavo. La giornalista giustamente voleva chiedere conto a Sala sulla gestione dei parcheggi, strappargli una presa di posizione netta definitiva sulla vicenda e invece no. È stata prima respinta e poi allontanata dalla conferenza stampa in cui era andata per trovare il sindaco. Vergognoso. Non era il momento? Sticaz*i. Il sindaco poteva tranquillamente rispondere. La questione è grave.
Signori a Milano ancora tanti troppi stanno facendo finta di niente ma la città è infiltrata fino a posti inimmiginabili dal l'ndrangheta e dalle famiglie che la formano. L'ndrangheta si è presa la Lombardia e a spirale sta entrando dentro Milano. E se nei bar e nelle periferie c'è da mo, adesso ci sono un po' di segnali che mi fanno capire che sta entrando dentro, ma dentro dentro al cuore della città. E chi ha orecchie per capire capisca. Infatti in tutta questa inchiesta il silenzio della politica è TOTALE E IMBARAZZANTE: dove sono non solo Sala ma gli altri? Le curve portano voti soprattutto a Carlo Fidanza, numero 1 e della Meloni in Europa e Silvia Sardonè, pezzo grosso della Lega. Loro hanno detto qualcosa? No. E altri? Niente. Leader nazionali niente. Il presidente del Senato seconda carica dello Stato Ignazio La Russa, milanese di adozione interista, non ha detto niente? Tutti stanno facendo finta di niente. E questo adesso è preoccupante. Ma se continua è significativo. Ascoltate un cretino...