Sarà un vero e proprio valzer di poltrone quello che partirà a breve nelle testate del gruppo editoriale legato alla famiglia Angelucci. Le indiscrezioni circolavano già da giorni, ma questa mattina, nel backstage dell’assemblea di Confindustria a Bologna, alla presenza anche della premier Giorgia Meloni, il tema era sulla bocca di tutti i cronisti, come ha spiegato Primaonline: l’intero assetto direttivo dei quotidiani del gruppo è pronto a cambiare volto. A Il Giornale Alessandro Sallusti, da anni volto simbolo della testata fondata da Indro Montanelli, dovrebbe lasciare la direzione, per assumere il ruolo di direttore editoriale. Al suo posto, alla guida operativa del quotidiano, è in arrivo Tommaso Cerno, attualmente direttore de Il Tempo. Un passaggio che non rappresenta solo un cambio di poltrona, ma anche un segnale politico-editoriale significativo: Cerno, ex direttore dell’Espresso e già parlamentare del Partito Democratico nella stagione renziana, ha negli ultimi anni sposato una linea decisamente più orientata a destra, come dimostrano molte delle scelte editoriali adottate nella gestione del quotidiano romano.

Contestualmente Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero, si appresterebbe a passare a dirigere il quotidiano Il Tempo, mentre Vittorio Feltri dovrebbe tornare a ricoprire la direzione editoriale di Libero, liberando proprio per Sallusti l’analogo incarico a Il Giornale. Restano stabili, almeno per il momento, Mario Sechi alla direzione di Libero e Osvaldo De Paolini al timone di Moneta, il settimanale economico-finanziario lanciato di recente dal gruppo e distribuito anche separatamente rispetto ai quotidiani generalisti.

Nel frattempo, il rimpasto non sarà solo una questione di scrivanie: secondo fonti interne, la riorganizzazione coinvolgerà anche il modello di gestione editoriale e la struttura tecnica dell’intero sistema, con l’obiettivo dichiarato di rendere più efficiente e integrata la filiera produttiva. Un cambiamento che conferma la volontà degli Angelucci di consolidare e rafforzare il loro polo editoriale, in un momento in cui il mercato dell’informazione, tra crisi di copie cartacee, sfide digitali e turbolenze politiche, richiede decisioni rapide, visione strategica e, soprattutto, figure capaci di reggere l’urto del cambiamento.
