I mostri esistono, ma nella maggior parte dei casi non ne hanno la parvenza esteriore. Si è svolta ieri in Corte d’Assise a Milano la terza udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, che lo scorso 23 maggio ha massacrato con trentasette coltellate la fidanzata Giulia Tramontano incinta al settimo mese. Il video del babyshower proiettato ieri in aula cristallizza un momento tanto preciso quanto agghiacciante. Mentre Giulia, felice, scopriva il sesso del suo bambino che sarebbe diventato Thiago, Alessandro Impagnatiello da un mese aveva iniziato a somministrarle del veleno per topi. Voleva ucciderla. Quando un uomo ha smesso di essere uomo? Ma sopratutto, Alessandro Impagnatiello, lo è mai stato? Alessandro Impagnatiello ha commesso un atto di violenza estrema, uccidendo Giulia Tramontano e il figlio che portava in grembo. Due sono i dettagli agghiaccianti di questo femminicidio. Non solo le coltellate inferte. Ma il comportamento che l’ex barman dell’Armani hotel ha tenuto nei mesi antecedenti. Un comportamento fatto di azioni finalizzate ad eliminarla in maniera invisibile. Con topicida e cloroformio.
Questa terribile storia sanguinaria è stata però preceduta da mesi di manipolazioni emotive e tradimenti, culminati nel momento in cui Giulia ha deciso di affrontare il padre di suo figlio. Una donna smantellata emotivamente in ogni frammento della sua esistenza. Impagnatiello, narcisista maligno, ha reagito in modo disumano a quella gravidanza. Ed ha tentato in un primo momento di mantenere il controllo attraverso comportamenti subdoli e abusanti. Goccia dopo goccia all’interno delle bottigliette d’acqua. Così, per settimane, Impagnatiello che ieri piangeva in aula, ha cercato in ogni modo di distruggere Giulia e Thiago, il figlio che portava in grembo. Perché ha usato un veleno per topi? L'uso del veleno simboleggia il desiderio di esercitare un potere totale e irreversibile. Un dominio coercitivo che Impagnatiello aveva bisogno di avere sulle sue due vittime. Una delle due era sangue del suo stesso sangue. Mi riferisco al figlio Thiago. Un figlio che ripudiava al punto da falsificare il test del Dna per convincere l’altra donna a restare accanto a lui. Ma quel veleno gli serviva perché, con quelle modalità, Giulia non avrebbe potuto prevedere o evitare l'aggressione. Alla fine, l’ha ucciso attingendola alle spalle con un coltello. Come fanno i traditori ed i vigliacchi. Un gesto vile e codardo che gli ha permesso di evitare lo sguardo della sua compagna di vita e di distanziarsi emotivamente dal suo atroce gesto. Si chiama disimpegno emotivo. Si legge mostruosità. Questo femminicidio è un tragico esempio di come un narcisista possa distruggere vite umane per preservare un'immagine idealizzata di sé stesso. Alessandro ha ucciso Giulia perché non poteva tollerare di essere stato smascherato. Da lei e dall’altra donna. Un io ed una personalità fragile. Per questo la caduta dell’idea grandiosa di sé sarebbe stata deleteria per la sua sopravvivenza emotiva.