Mentre le fiamme divorano Los Angeles, riducendo in cenere colline, case e vite, cresce l’indignazione nei confronti delle celebrità, accusate di aver sprecato risorse vitali per il contenimento degli incendi. Tra i nomi più discussi, spicca quello di Kim Kardashian, che nel 2022 è stata multata per aver superato di 232 mila galloni (quasi 880 mila litri) il limite d’acqua assegnato nella sua esclusiva proprietà da 60 milioni di dollari a The Oaks. Una sanzione che, secondo i vicini, non ha intaccato le abitudini della star.
Il costo di un privilegio
“Queste celebrità si sentono intoccabili”, ha dichiarato un residente locale al Mail on Sunday. “A tutti è stato chiesto di risparmiare acqua proprio per evitare situazioni come questa, ma loro hanno continuato a irrigare i loro giardini, preferendo pagare le multe piuttosto che rispettare le regole”. Tra i trasgressori ci sarebbero anche Sylvester Stallone e Kevin Hart, accusati di alimentare la saga del “privilegio a pagamento”.
Pompieri privati a 2.000 dollari l’ora
A esasperare ulteriormente gli animi è la tendenza crescente delle star a ingaggiare squadre private di pompieri, a circa 2.000 dollari l’ora, per proteggere le loro ville multimilionarie. “Il telefono non smette di squillare”, ha dichiarato Chris Dunn, proprietario della società Covered 6, specializzata in servizi di emergenza per l’élite hollywoodiana: “La domanda non è mai stata così alta”.
Un ricco proprietario, parlando anonimamente, ha difeso la scelta: “Questa settimana abbiamo visto che non si può contare sulla città per proteggere le nostre case. Se posso permettermelo, perché no?” Una risposta che, in un momento di crisi, suona come uno schiaffo per chi ha perso tutto.
Un disastro senza precedenti
L’incendio di Los Angeles, alimentato dai venti di Santa Ana e da anni di cattiva gestione delle risorse idriche, ha già distrutto oltre 37 nila acri (quasi 15 mila ettari) e lasciato più di 150 mila residenti in fuga. Tra i colpiti anche celebrità come LeBron James e Arnold Schwarzenegger, le cui case a Brentwood sono sotto minaccia. “Prego che questo incubo finisca presto,” ha twittato James, ma il suo appello suona vuoto a chi è bloccato in un traffico infernale mentre cerca di evacuare o portare aiuti ai vigili del fuoco.
I racconti delle celebrità e la (mancata) giustizia sociale
Le voci delle star, che lamentano la perdita temporanea delle loro ville e giardini, dominano i media, ma c’è una crescente disconnessione tra queste storie e la realtà di chi ha perso tutto: “È ironico che si parli più delle piscine evaporate dei ricchi che delle vite spezzate di migliaia di comuni cittadini”, ha osservato un attivista locale.
Mentre la città si mobilita per contenere il disastro, resta una domanda: quanto è sostenibile un sistema in cui i privilegi di pochi vengono anteposti al bene comune? Le risorse idriche scarseggiavano già da anni, eppure i consumi eccessivi delle celebrità hanno aggravato una crisi che poteva essere mitigata. L’incendio di Los Angeles non è solo una tragedia naturale: è il risultato di disuguaglianze sistemiche che lasciano molti in cenere mentre pochi continuano a vivere nel lusso.
Riuscirà questa catastrofe a cambiare qualcosa o sarà l’ennesimo episodio di un ciclo che si ripete?