Tra le ceneri delle ville di Los Angeles, devastate dagli incendi, spunta Mel Gibson con una teoria del complotto degna di un film: l’attore e regista ha perso la sua casa da 14,5 milioni di dollari a Malibu ma sembra più incuriosito dalle circostanze "sospette" del disastro che affranto per la distruzione. "Non ho mai visto un posto bruciato così perfettamente. Si potrebbe mettere tutto in un’urna," ha detto con la sua caratteristica ironia, commentando le rovine della sua proprietà.
Un disastro "troppo comodo"?
Intervistato su Fox News da Laura Ingraham, Gibson ha espresso dubbi su come l'incendio abbia trovato condizioni ideali per propagarsi. "Mi sembra un po’ strano che non ci fosse acqua," ha dichiarato, riferendosi ai rapporti sugli idranti vuoti nelle aree più colpite. Ha poi insinuato che "le condizioni del vento e altre situazioni favorevoli potrebbero aver avvantaggiato qualcuno pronto e capace di appiccare incendi".
Secondo Gibson, è legittimo chiedersi: "Queste persone sono state mandate da qualcuno o agivano di propria iniziativa?" Pur ammettendo che le sue siano speculazioni, ha aggiunto: "Alcuni di quelli che sono stati catturati sembrano essere piuttosto ben attrezzati. È una cosa che fa pensare."
Critiche al governatore della California
Gibson non ha risparmiato un affondo al governatore della California, Gavin Newsom, accusandolo di cattiva gestione. "Forse dovrebbe spendere meno in gel per capelli," ha ironizzato, allineandosi alle critiche già mosse da Donald Trump. Il presidente eletto ha attaccato Newsom, definendolo "Gavin Newscum" e incolpandolo per la mancanza di risorse disponibili per affrontare il disastro. "È lui il responsabile di tutto questo," ha scritto Trump su Truth Social.
Newsom è finito sotto il fuoco delle polemiche anche per i tagli da 101 milioni di dollari ai programmi di prevenzione degli incendi approvati nel 2024, che avrebbero ridotto i fondi per il controllo della vegetazione e altri interventi cruciali. Gli idranti a secco in alcune zone sono diventati il simbolo di una gestione fallimentare.
Gibson, tra ironia e resilienza
Nonostante la perdita, Gibson si è detto grato che nessuno dei suoi cari sia rimasto ferito e ha affrontato la situazione con il suo tipico humor nero. "Almeno non ho più problemi di idraulica," ha scherzato. Ha raccontato che, durante un’apparizione al podcast di Joe Rogan, sapeva che il suo quartiere era in fiamme. "Ero inquieto mentre parlavamo, pensando: 'Mi chiedo se la mia casa sia ancora lì'. Tornando a casa, ho trovato... niente."
Dopo 15 anni nella villa, Gibson ha perso oggetti personali insostituibili, ma ha già in mente di ricostruire. "Il terreno ha una vista incredibile sull’oceano," ha detto, lasciando però aperta l’ipotesi di vendere: "Qualcuno vuole comprare un pezzo di terra?"
Roghi per “sgomberare” i terreni più pregiati?
Le dichiarazioni di Gibson, che evocano l’idea di un disegno deliberato per "sgomberare" i terreni più pregiati, hanno alimentato le polemiche. Ha paragonato la situazione alle "vecchie pratiche dei baroni del bestiame," con chiari riferimenti a presunti interessi dietro la trasformazione del paesaggio abitativo californiano verso modelli di edilizia ad alta densità.
Le sue parole, benché controverse, riflettono una diffusa sfiducia nella gestione politica e ambientale della California, mentre i roghi continuano a devastare la regione, causando almeno 11 vittime e costringendo oltre 180.000 persone a evacuare.
Un sistema sotto accusa
Mentre le fiamme continuano, le ceneri si depositano e le domande si moltiplicano, la narrazione di Gibson – tra ironia, complottismo e critiche al potere – lascia un interrogativo aperto: l’incendio è solo il risultato di cattiva gestione o c’è davvero qualcosa di "intenzionale" dietro? E come cambierà il futuro di Los Angeles tra promesse di ricostruzione e sospetti mai del tutto dissipati?