Il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, è attualmente indagato per falso in atto pubblico, dopo una denuncia che arriva da alcuni funzionari Aci. Damiani avrebbe dichiarando redditi inferiori rispetto a quelli realmente percepiti. Come mai? Per rimanere sotto la soglia massima di 240mila euro stabilita dalla legge per le buste paga dei manager pubblici. Le certificazioni false risalgono al 2017-2021, anni in cui Damiani avrebbe guadagnato più di un milione di euro. Omissioni, queste, che rischiano di farlo finire a processo. Stando a quanto dichiarato dal sostituto procuratore Carlo Villani, infatti, l’uomo avrebbe "dimenticato" di dichiarare alla segreteria dell’Aci le entrate che provenivano da altri enti. Una condotta, questa, che gli investigatori hanno bollato come un “falso”.
Damiani ora dovrà spiegare come è stato possibile per lui dimenticare di dichiarare centinaia di migliaia di euro. Nel 2017 ha dichiarato di aver percepito 246.698 euro: 120.000 come presidente dell’Aci informatica Srl, 125 mila come presidente Aci e poco più di mille euro “come consigliere nazionale del Coni”, si legge negli atti. Ma i conti non tornavano. Perché? Damiani avrebbe percepito 100 mila euro in più rispetto a quanto dichiarato. Una cifra a cui andrebbero aggiunte anche altre somme e, secondo l’accusa si arriverebbe a 665 mila euro. Stessa storia nel 2018 e nel 2019 e coì via fino al 2021. Quattro anni di dimenticanze e di omissioni…