Chiagne e fotte. Barbara d'Urso a Domenica In lo ha saputo fare molto bene. Per 20 anni emblema della peggior tv possibile, una volta sbolognata dal Biscione, tutto o quasi le è stato condonato. Tanto che il 3 marzo 2024 torna in tv dopo nove mesi di assenza dai nostri piccoli schermi per un'intervista cuore a cuore da Mara Venier e tutta Italia la vede più bianca della neve, più luminosa dei fasci di luce che le sparaflashano il viso. Parla di "lutto", Barbarella, di un "dolore" che non è ancora passato per il modo in cui è stata cacciata da Mediaset dalla sera alla mattina, nonostante si sia prestata ad andare in onda sempre, col cuore, tra Cologno e Roma, live con quattro fave, tre cipolle e un paio di caffeucci in qualità di ospiti. Non è scesa nei dettagli, chiaro che lo farà nell'imminente ospitata a Belve chez Francesca Fagnani, ma qualche feroce zampata ha cominciato a tirarla. Senza mai perdere il sorriso, però, e l'amore manifesto per il "suo" pubblico che ancora oggi le dice: "Quando torni? Noi non guardiamo più la tv da quando non ci sei!". See lallero. Però risulta credibile. A differenza della sciagurata Chiara Ferragni che da Fabio Fazio a Che Tempo che fa chiagne sì, ma non fotte affatto. E adesso analizziamo come mai l'insalata bionda, invece di gettare milionari dobloni nelle tasche di uno staff di comunicazione in grado solo di procurarle "fraintendimenti", dovrebbe semplicemente andare a lezione di vittimismo da Carmelita. Le basi, ragazza, le basi!
20 anni a servizio del Biscione e una foto. Ricordiamo tutti le mani giunte in preghiera di Barbarella al funerale di Silvio Berlusconi. E forse abbiamo scordato come la nostra abbia bissato lo stesso gesto a una festa di compleanno, qualche ora più tardi, con gli amichetti suoi. Immagine sparita dall'internèt, ma onta rimasta incancellabile agli occhi del figlio del Cavaliere che, come è noto, oggi regge e governa l'intero carrozzone. Irridere pubblicamente la dipartita del padre del capo non è stata una gran mossa da parte di Carmelita, ma su questo abbiamo tutti chiuso un occhio. Anche tutti e due. Come su ogni nefandezza mediatica da lei perpetrata in anni e anni di onnipresenza Mediaset. Una su tutte, l'intervista a Francesco Nuti, impossibilitato a parlare dalla malattia che lo attanagliava, ma piazzato comunque su maxischermo in primissima serata. E tenuto lì a soffrire, col cuore. Ospiti delle sue tramissioni anche mezzi (o completi) camorristi, residuati di reality show in grado solo di ulrare la propria ignoranza. E tutto questo passava per intrattenimento pomeridiano. O serale. Feroci le critiche di pubblico e intellettuali, quelli stessi intellettuali che spesse volte si ritrovavano poi nei salottini tv di Barbarella, in mezzo a quei mostri che tanto biasimavano. Perché il caffeuccio è importante, fa bene pure alla digestione. Ma questo era ieri.
Sparaflashati dagli orrori passati, oggi Barbarella è una santa martire, una professionista scacciata via indecorosamente dalla rete a cui aveva prestato militante e indefesso servizio per due decenni. Tutti ci stiamo bevendo questa narrazione, anzi, facciamo il tifo per lei, affinché possa tornare presto in tv. Come è potuto succedere? Semplice. Carmelita sa recitare alla perfezione il ruolo della vittima. Senza scadere in inutili piagnistei, parla al "suo" pubblico e ancora lo coccola, lo vezzeggia, dona ai telespettatori il suo cuore che è "vostro, dei miei figli e vostro". Ed ecco la prima lezione di comunicazione che Chiara Ferragni dovrebbe davvero urgentemente imparare da Barbarella: i tuoi seguaci saranno anche imbecilli, certo, ma non glielo devi dire. Mai.
Sputiamo fuori le cose come stanno, via: ogni personaggio famoso lo è perché può contare sull'imbecillità di chi lo idolatra. Più in generale, la notorietà ha come primo punto cardine la stupidità umana. Che è da sempre infinita, fors'anche più dell'universo stesso. Ebbene, Barbara d'Urso ne è consapevole. Infatti, se chiede scusa per gli orrori che ha spesse volte mandato in onda, lo fa dicendo che avrebbe dovuto dire più "no" in carriera a chi le richiedeva l'assurdo. Non è colpa sua, lei eseguiva solo degli ordini dall'alto. Chiara Ferragni, invece, riguardo alle clamorose beghe legali che tiene sulla collottola commenta passando da "errore di comunicazione" (parziale ammissione di responsabilità) a "fraintendimento": "Se qualcuno ha capito male, allora non ci siamo espressi nel miglior modo possibile". Sorvolando su quell'ipotetico "se", l'insalata bionda sta qui scaricando il barile dei propri sbagli a chi la segue: sono i follower ad aver frainteso, mica lei ad aver fatto un mappazzone. E torniamo alla prima regola aurea del copione da vittima perfetta: ai tuoi seguaci non puoi dire che sono imbecilli. Mai. Perché è proprio di questi che campi, Chiara, santo cielo. Pure in bar e ristoranti sta scritto che "Il cliente ha sempre ragione". E anche se di certo di professione non fai la cameriera, a questo diktat ti devi attenere. Vale per tutti, con o senza K.
A proposito, però, che lavoro fai, Chiara? Vedendo la disastrosa intervista di iersera, viene da sorridere pensando al fatto che tu sia diventata milionaria in quanto drago della comunicazione. Parli di "ondata d'odio" da cui saresti stata travolta, quando in realtà sei "semplicemente" indagata per truffa aggravata. E da più di una Procura. Sai quante palate di letame si è vista riversare sulla collottola Barbarella in carriera? Ne ha mai fatto un pianto? No. È andata sempre in onda "col cuore", non importa ciò che scrivessero di lei. Perché in questo Paese, forse come nel resto del mondo, piace la figura dell'uomo, della donna "forte" che sa sempre come prendere in mano la situazione, magari impreca a casa sua, ma in scena è superiore, d'amianto, perfin divertente. Altrimenti come te lo spieghi Silvio Berlusconi, Chiara? Per lui la truffa aggravata sarebbe stata una marachella da scuola primaria, comunque colpa dei magistrati di sinistra che mi remano contro per invidia. Gli hai mai sentito dire, in vita, "se sono un delinquente, allora perché milioni di imbecilli continuano a votarmi?". Esatto, no. Perché gli imbecilli te li deve crescere, curare, coccolare allo sfinimento. Inventi un linguaggio e glielo rifili a vita come un disco rotto. Fino all'ultimo dei tuoi giorni, continuerai a pascerli, a divertirli anche se non ti diverti tu. Ben poca fatica, dopotutto, a fronte dei milioni che percepisci semplicemente esistendo.
Il Codacons minacciava di sequestrare la puntata (?!) di Che Tempo Che Fa con la tua ospitata, Chiara. E invece a essere sequestrate sono state solo le domande. Grazie a Fabio Fazio da cui, in ogni caso, non è che ci si aspettasse qualcosa di diverso. Il problema è, piccola Chiara, che non sei riuscita, non ti sei dimostrata in grado di uscire viva nemmeno da una finta intervista che ti ha lasciata libera di parlare a ruota, senza il minimo contraddittorio. Ovvio che non sarebbe stato furbo da parte tua entrare nel dettaglio delle responsabilità legali che eventualmente tieni, quello lo farai nelle sedi opportune che sicuramente non sono il canale Nove. Ogni sillaba ti si sarebbe ritorta contro in aula. E allora potevi scegliere di puntare tutto sull'altra questione, quella della crisi col marito tuo. Potevi confermarla, in parte lo hai fatto, sganciare la bomba del divorzio imminente, raccontare quanto ti affligga cotanta travagliata situazione sentimentale, concedere almeno uno scampolo di titolo alle testate che si sono ritrovate a dover lavorare e strillare sul niente, povere anime, sciagurati stagisti di redazione.
Il piagnisteo isterico funziona sui social, non in tv. In tv ci vai se tieni qualche cosa da dire e la dici bene, la dici in titanio. Oppure, stai a casa e lasci a tutti il dubbio che tu questo gioco della comunicazione non lo sappia proprio gestire. La certezza è grave. Siamo riusciti a credere a Barbara d'Urso, la bestia nera, il Male assoluto dei nostri piccoli schermi per 20 anni. Oggi ci fidiamo di lei, la rimpiangiamo, augurandoci che possa presto tornare ad allietare i palinsesti televisivi. A Carmelita, insomma, crediamo in qualità di vittima, decapitata senza colpa dal cattivissimo Biscione che per decenni le ha dato da fare cose "brutte brutte brutte" a cui non ha saputo sottrarsi perché troppo aziendalista, piena di fiducia e indefessa gratitudine. Allo stesso tempo, non riusciamo a prendere sul serio nemmeno una sillaba di quanto affermi tu, Chiara. No, neanche se la gente per strada ti "chiede ancora i selfie". Lo hai detto tu stessa che si tratta di persone che fraintendono, fuor di eufemismo, di imbecilli. E questo sì che è un errore di comunicazione più grosso dell'attico in CityLife in cui risiedevi nella belle époque della tua era. Che adesso volge al termine perché, al primo crollo del consenso assoluto che tenevi, ti sei resa conto di non avere alcuna credibilità, di esserti inventata un lavoro dal niente, ma soprattutto sul niente. Barbara d'Urso possiede 40 anni di tv alle spalle. Ha nuotato, immaginiamo, coi peggiori squali possibili ed è sopravvissuta a tutti, ostentando sorrisi e caffeucci in scena. Questo non si compra. Quella del "chiagni e fotti" è un'arte, un lavoro certosino che non t'appartiene, ti mancano proprio i rudimenti. E adesso rimani lì, strozzata di K, a ripetere le frasine che un tempo piacevano tanto ai follower tuoi. E che ora non interessano più a nessuno. Una stanca eco che stanca. Povera ricca insalata bionda, può essere che alle soglie dei 40, ti tocchi, sgomenta, di imparare una professione. Tanto "la vita vera sta fuori dai social", no? Auguri.