Torna L'Isola dei Famosi ed è subito naufragio. Poco più di due milioni e 600 mila telespettatori, stracciata dalla prima puntata della fiction di Rai 1 Il Clandestino con Edoardo Leo. Questo nonostante la grande novità in conduzione, Vladimir Luxuria. Ma non sarà che 'sto reality ha sfrantumato i cocchi? L'ammiraglia del Biscione ancora ci crede, anzi, lo ripulisce alla miope luce della nuova linea editoriale contro il trash che ha già falcidiato sette mesi di Grande Fratello. Qui l'operazione diviene però perfino più risibile: il tono è da messa cantata, Luxuria cita addirittura il Vangelo, mentre naufraghi sconosciutissimi all'infuori dell'ufficio anagrafe si rotolano nel fango o s'impanano male di sabbia honduregna. Cosa rimane de L'Isola dei Famosi? Dopo la storica sigla che per alcuni è un po' come sentir l'inno nazionale in ricordo dei fasti (Rai) passati, il nulla. Visto che siamo comunque rimasti svegli fino all'ora dei licantropi per sorbirci 'sto minestrone di bon ton e morti di fama, vediamo ora di analizzarlo nel complesso 'sto nulla. Ma non fatelo a casa, ci raccomandiamo. Non ce n'è proprio motivo, vedrete.
Partiamo da una mesta ma doverosa verità: 'sto reality ha stancato. Come ogni anno, subiamo il fiacco sbarco di naufraghi suddivisi pretestuosamente tra vip e nip, quando nel complesso si tratta comunque di una pletora di anonimi sciagurati. I più celebri, tanto per rendere l'idea, sono la fu pornostar Selen ora Luce Caponegro, un turco di Terra Amara e Joe Bastianich. Quest'ultimo, reduce dalla vittoria della scorsa edizione di Pechino Express e subito pronto a partire per L'Isola. Nel mezzo, solo il mese scorso, ha partecipato alla versione americana de "Il Cantante Mascherato" travestito da "Spaghetti con le polpette". Ma a questo punto non gli conveniva rimanere a lanciar piatti in quel di MasterChef? Se lo domanderà pure lui ogni mattina, immaginiamo. Che finaccia.
Alla conduzione, una Vladimir Luxuria costipata. L'emozione è tanta e comprendiamo, la diretta dura sei ore manco fosse la finale del Festival di Sanremo e di ciccia al fuoco ce n'è davvero poca, visto che stiamo ancora alla liturgia delle presentazioni della ciurma. E "liturgia" è purtroppo proprio la parola più adatta a descrivere 'sta malaparata: per la conduttrice, en travestì da Cesara Buonamici, è tutto "importantissimo", censura la parola "porno" manco fossimo su Instagram preferendole "film osè" quando parla di Caponegro e della "sua vita precedente che tutti conosciamo", si mette a citare il Vangelo "in pensieri, parole, opere e omissioni" per lanciare il momento delle nomination e affronta ognuno dei (troppi) problemi tecnici ricorrendo alla safe word "Sonia". Sonia Bruganelli, infatti, tornata opinionista dopo la velenosa esperienza al Grande Fratello Vip nello stesso ruolo, è l'unico paracadute a disposizione in quest'Isola che fa acqua da tutte le parti: la ex signora Bonolis combatte qualsiasi tempo morto sempre pronta a dire qualche cosa di perfido e affilato. Ma non basta una opinionista che sappia fare il proprio mestiere (e pure una buona parte di quello degli altri coinvolti) per mantener vivo il fuoco dell'interesse. A rendere il tutto, anzi il nulla, ancor più respingente, l'inviata in Honduras Eleonoire Casalegno, pure lei vestita castissima, che deve aver ingoiato un generatore automatico di parole a vanvera prima della partenza. Non sta zitta un attimo, si accavalla alla conduttrice, crede che ripetere concetti allo sfinimento sia un buon modo per risultare intellegibile. Manco fossimo in una puntata random di Don Matteo dove i personaggi sono chiamati a riepilogare ogni cinque minuti perché gli sceneggiatori sanno che il pubblico s'assopisce e poi non si ritrova più con la trama, finendo per perdersi via che l'assassino sia il sacrestano.
La durata XXL è altra piaga d'Egitto per lo show. Specie in questa prima puntata di sole (e sòle) presentazioni, l'impressione è quella di esser stati rapiti e trascinati in un veglione pasquale in parrocchia. Mentre Vladimir Luxuria ora et labora pro nobis. Tra naufraghi già insopportabili per copione (uno su tutti, il giovane e sedicente poeta Pietro Fanelli che reputa che le telecamere siano "un malessere") e la solita sfilata di (im)perfetti sconosciuti ritroviamo le bone, gli attempatelli, quelli che tengono una faccia forse nota ma da lì a saperne il nome ce ne corre, infiniti "Mi senti?" a scandire il tempo di una conversazione che già è poco o nulla interessante di suo e in più procede a singhiozzi.
Anche solo pensare di poter mettere in piedi un reality come L'Isola dei Famosi senza trash è pensiero impurissimo, kamikaze. La (poca) gente che segue il programma, lo fa per sbertucciarne i concorrenti dal divano di casa, mica per farsi raccontare che "dopo ogni tempesta c'è sempre l'arcobaleno", prolisso claim di questa edizione. Se il buongiorno si vede dal mattino, risulta cristallina la motivazione recondita allo storico grido che compone la sigla del programma. Ogni secondo è dolorisissimo e intriso di una noia tale per cui vien da rimpiangere la suspense sul (mancato) coming out dell'ex Suor Cristina nella passata edizione. Almeno, c'era qualcosa di cui chiacchierare con la portinaia. Qui, pure dovesse saltare fuori che un naufrago di 'sta ciurma di disperati si accoppi soltanto con unicorni fluo, continuerebbe a non fregarcene nulla. Tanto manco sappiamo chi sia. Se su sei ore di "show" si salva solo la sigla, questa Isola appena cominciata si dovrebbe già concludere. E invece no, salta fuori un doppio appuntamento, andrà in onda anche di giovedì. Che strazio.