Un mondo senza avidità? Senza morti per incidenti stradali? No, Jeremy Clarkson non ci sta. Il giornalista e conduttore televisivo, volto noto dello storico programma (ora sospeso) Top Gear e attualmente protagonista di due show su Amazon Prime Video (The Gran Tour e La Fattoria Clarkson), dalle pagine del quotidiano britannico The Sunday Times tuona contro i giovani e soprattutto contro le loro speranze di un futuro migliore, o noioso… “Loro vogliono un mondo in cui nessuno si senta più offeso, nessun morto per incidente stradale” scrive Jeremy. “Avranno equità allora. Nessuno sarà troppo ricco e nessuno sarà troppo povero. Così non ci sarà più invidia. E nessuna avidità. Cosa c’è di sbagliato in questo? Molto - risponde -, visto che per raggiungere un mondo green e pulito dovranno sacrificare molte cose che ci rendono felici”. Un esempio? “Invece del cibo potremmo dover prendere delle pillole. Queste realizzate da macchinari AI in fabbriche ad energia solare. Pillole che ci garantiranno tutte le vitamine e l’energia di cui abbiamo bisogno, ma dov’è la gioia in ciò?”. Insomma, chi è che vuole vivere in un mondo “senza sugo o senza trifle?”. Così Clarkson sembra immaginare (o prevedere) un avvenire a dir poco asettico, frutto delle richieste e degli obiettivi delle giovani generazioni; e a sostenere ancora di più questa tesi, una tesi cinica come sottolineato dallo stesso giornalista, ecco il racconto del giro in auto sulla Costiera Amalfitana. “Una volta ho guidato in questo meraviglioso pezzetto di Terra, in una giornata di sole, un’Alfa Romeo degli anni ’50, con il tettuccio abbassato, e mi sentivo profondamente felice”. Ma nel futuro ci sarà spazio per le auto d’epoca? Ci sarà spazio per la felicità? Clarkson è scettico: “Questa felicità - scrive ancora - sarà inaccessibile nel nuovo mondo immaginato dai nostri figli, perché non ci saranno auto decappottabili”.
La predizione di Jeremy Clarkson, via via che scorrono le parole del suo articolo, o della sua invettiva se si vuole, diventa man mano sempre più desolante. Insomma, a quanto pare saremo costretti a vivere senza più cibo e senza le decappottabili, un gran colpo al cuore per gli amanti dei motori, ma poi ci sarebbe (da perdere) addirittura di più; molto di più… Dopo aver scritto della difficoltà di non risultare offensivo oggigiorno quando si pronunciano delle battute, Clarkson prevede un mondo in cui i fattori (come egli stesso è) verranno “mandati sulla costa del Mare del Nord per essere rieducati”, e in cui “non ci saranno più i giornali”, e per rimanere al caldo dovremo “indossare una giacca a vento fatta con una specie di canapa” oppure coccolarci sul divano con “la famiglia somala che è venuta a vivere con te per sempre”. Insomma, “capisco - commenta infine Clarkson - che i giovani si sforzino di creare una società giusta e pulita, dove nessuno potrà mai essere licenziato, ricco o povero, e ognuno potrà vivere dove vuole nel mondo e fare ciò che vuole delle proprie giornate. È una ricerca nobile. Ma ciò che perderanno se mai riusciranno nei loro sforzi è l’unica cosa - conclude - che rende la vita degna di essere vissuta. La gioia”. E le decappottabili...