Nove puntate, un viaggio nei sentimenti che dura un intero anno. Il tempo è forse una della principali chiavi che rende 'L'Amore è Cieco', versione nostrana di un rodatissimo e super fortunato reality USA, credibile. Nonché irresistibile. Su Netflix non vediamo coppie arrivate al limite gridarsi in faccia e lavare i panni sporchi in tv, le osserviamo nascere da ancor prima che si formino. E in una maniera bizzarra assai: i concorrenti, per format, hanno dieci giorni da trascorrere nelle 'capsule' dello show, chiacchierando con tutti gli altri, uno a uno, senza potersi vedere. Tra di loro c'è un muro, possono soltanto ascoltarsi e farsi trascinare dalle reciproche (?) sensazioni prima di scegliersi, sperare che l'altro dica sì e così proseguire l'avventura: prima l'incontro, poi una breve vacanza, un mese di convivenza e infine il matrimonio (valido, mica per scherzo). Non tutti arriveranno fino in fondo, alcuni salteranno prima dell'altare ma anche lì proprio il giorno delle nozze potranno esserci colpi di scena imprevedibili. Con la conduzione minimal di Benedetta Parodi e Fabio Caressa, per dare centralità alle storie dei veri protagonisti dello show, ciò che 'L'Amore è cieco' restituisce al genere realiity sono le emozioni. Da casa ci si innamora, ci si indigna per scelte evidentemente sbagliate, si rimane malissimo quando una coppia promettente (in realtà più di una) finisce per dirsi addio. Perché dopo il 'sogno', c'è la vita vera. E nella vita vera, dove riporre i calzini può essere motivo di enormi discussioni, forse perfino letali. Con i complimenti all'ufficio casting per aver fatto un lavoro sopraffino nel reclutamento dei concorrenti, andiamo a raccontarvi questa inaspettata meraviglia. Abbiamo pianto? Sì. E per così tanti motivi diversi che, a dirlo a voce alta, temiamo l'arrivo di un TSO coatto. Ma adoriamo vivere pericolosamente, dunque eccoci qua (senza spoiler).
La puntata d'esordio è sbarcata sulla piattaforma della grane N il primo dicembre scorso. Ma per valutare il format a 360 gradi era necessario guardarlo per intero. E, con un episodio rilasciato una volta a settimana, ora possiamo farlo. A pochi minuti dall'inizio, ansia: possibile mai che ci siano così tante persone pronte a sposarsi dall'oggi al domani? Inoltre, vedere questi (over) 30enni disposti a schiaffare la propria singletiduine di fronte a 180 Paesi era un po' avvilente: davvero siamo messi così male da valutare la chance di partecipare a un reality e uscirne moglie e marito entro un mese per 'sistemarci'? Non è che prima o dopo ci penserò pure io? Che Mefisto me ne scampi e liberi!
Poi, iniziano gli incontri 'al buio'. E qui è quando la narrazione si avvia per prendere il volo, man mano che i concorrenti si 'conoscono', di chiacchierata in chiacchierata. Sembra una situazione folle, ma sappiamo benissimo quanto non lo sia: alzi la mano chi non si è innamorato conversando su Whatsapp e senza sapere bene che faccia avesse l'altro, almeno una volta nella vita? Infatti, nessuno. Lo abbiamo fatto tutti, conosciamo l'euforia di quei 'buongiorno', la sensazione di essere il pensiero fisso di un perfetto sconosciuto che, dai e dai, non può più fare a meno di 'noi' nelle sue giornate. E viceversa. Sarà la solitudine di questi tempi, ma la maggior parte di noi ha un 'amico immaginario' social a cui raccontare cose di cui non parla nemmeno ai parenti, ai conoscenti stretti: affidarle a un nome, a una voce, offre garanzia (o l'illusione?) di totale assenza di giudizio. Ed è il Sacro Graal di ogni insoddisfazione e/o confessione liberatoria, quasi catartica. Per forza ci si trova così bene.
Il fatto che l'altro non giudichi, perché non ci conosce, lo rende via via indispensabile. Si tende a pensare che sia una persona speciale, forse addirittura unica. Questo perché non lo viviamo nella nostra quotidianità, non deve condividere con noi l'affitto e le spese, non ci vede sclerare al semaforo, il rapporto è purissimo, come nelle favole. I concorrenti de 'L'Amore è Cieco' si scelgono perché si vivono all'interno di queste capsule, di queste bolle dorate. Arriva il momento in cui si dicono pronti a tutto per lui e/o per lei, perfino a sfidare i genitori che saranno, per un motivo o per l'altro, contrari alla loro unione. Sulle ali dell'idealismo romantico spinto, non esiste alcun ostacolo concreto che, insieme, non sia possibile superare. Anzi, le future battaglie in vista, alimentano un sentimento che oramai c'è, è nato e che non ha paura di niente e nessuno. Ah l'amore, questo folle sentimento che rende così adorabilmente scemi di guerra! Eh sì, però una volta che si son trovati e scelti, si devono pure vedere. Quindi, come andrà la prova del nove?
"Io tra un po' butto giù il muro a testate", dice lui. Che non ha ancora visto lei, ma è già più sprofondato del relitto del Titanic. Il momento in cui le coppie di 'promessi sposi' al buio si incontreranno davvero per la prima volta è tra i più emozionanti: dopo ore e ore di parole, parole, parole, sono così carichi di aspettative e sentimenti immaginati che direbbero sì pure se si ritrovassero di fronte Big Foot, versione maschile o femminile non importa. Alcuni si corrono incontro, limonano subito. Altri ridono dall'imbarazzo, non perché non ci sia attrazione ma perché si rendono conto di aver affidato moltissimo della propria vita a un perfetto sconosciuto negli ultimi giorni. Che ora sta lì, davanti a loro, con gli occhi sognanti. C'è tanto da processare: davvero in un mese convoleranno a nozze? Intanto, si parlano come gli ultimi degli eroi romantici: "Sei tu, sei sempre stato/a tu". Eh vabbè, in così poco tempo hanno già trovato, sul serio, la persona con cui trascorrere il resto della vita finché divorzio non li separi? Ovvio, no. Ma in quel momento la maggior parte dei nostri protagonisti lo crede davvero. È evidente dagli sgurdi, dai gesti, dalle pause d'imbarazzo, dagli abbracci. Da casa facciamo tutti il tifo per loro: veder nascere un amore (che sembra vero-simile) non capitava in un reality da 20 anni almeno. Però poi tocca uscire dalla bolla e le bolle, si sa, hanno questo brutto vizio di scoppiare.
Nel cast, ovvio, non manca almeno una mela marcia che, ne siamo certi, avrà fatto la gioia degli autori. Non è un grosso spoiler rivelare che sia tale Giovanni, un narciso pieno di sé lì per giocare a conquistarle tutte, come fossero Pokemon. Purtroppo, nessuna delle altre avvisa quella che ci casca, con buona pace della solidarietà femminile. E allora il loro percorso comincia col piede sbagliatissimo, ma visto da fuori è troppo più facile dirlo, per finire con inaspettati effetti speciali, pirotecnici. Potrete aspettarvi che andrà male, ma scoprire come sarà la vera goduria.
La prima vacanza insieme e subito dopo la convivenza. Qui cominceranno a emergere lati caratteriali da smussare, oppure inconcibiliabili. Non tutte le coppie supereranno la prova della realtà fattuale, tra genitori ostili e amici (di lei o di lui) spesse volte carogne. Scegliere una persona significa abbracciare anche il suo 'mondo' con tutto ciò che ne fa parte. Molti scapperanno via a gambe levate, nonostante lo sperticato sentimento dichiarato fin lì. E faranno pure bene, va detto. Da casa assistiamo a fuochi di paglia che si estinguono nel giro di qualche giorno, ma che sembravano destinati a durare assai. Come a coppie 'diesel' che invece finiranno per tagliare traguardi impensabili. A riprova del fatto che non ci siano sempre vere e proprie 'red flag' in amore: col senno di poi, si potrà dire di aver bruciato le tappe troppo in fretta, oppure di aver atteso eccessivamente. In realtà, davvero non c'è una regola precisa da seguire affinché un sentimento possa restare acceso, è soltanto una questione di fede cieca nell'altro. E di colpo di culo. Che potrà essere disatteso oppure no, a prescindere da tutte le contromisure che si sceglierà di (non) prendere per tutelarsi o buttarsi all'avventura.
Per chi arriva al giorno delle nozze, non mancheranno comunque plot twist e dietrofront inaspettati, proprio davanti all'altare. E giù a piangere. Oppure a ridere per il fosse onestamente scampato in extremis. Con i parenti a esultare sommessamente dalle retrovie. E questo è il finale? Manco per sogno. La nona puntata, quella della reunion un anno dopo, è la migliore del già pregevolissimo mazzo.
Nell'ultimo episodio, quindi, Benedetta Parodi e Fabio Caressa conducono una sorta di talk con le coppie che si sono formate (oppure che sono scoppiate) durante il programma. A 365 giorni di distanza, sarà cambiato qualcosa? Questo non ve lo sveliamo, ma vi promettiamo un Caressa mai così portinaia, totalmente uno di noi. Tra terzi gradi militareschi e furore puro verso chi lo merita, è la moglie Benedetta Parodi a esser lì soprattutto per impedirgli di prendere qualcuno a manate sulla faccia. L'amore trionfa di rado, come nella vita reale, oppure si trasforma in altri tipi di rapporto che non lo escludono ancora del tutto, ma che non possono essere considerati tale, per il momento o forse per sempre.
Non siamo così naïf da pensare che non ci sia un copione dietro a questo splendido reality, nonché un lavoro di montaggio ancora una volta sopraffino. Di certo, gli autori avranno preso spunto dalle altre edizioni internazionali del format, tutte disponibili su Netflix e, per la maggior parte già doppiate in italiano. 'L'Amore è cieco' sorpassa il pur acclamatissimo 'The Traitors' (Prime Video) sulla destra e diventando il miglior reality dell'anno: non ci sono castelli (se non quelli che ognuno dei protagonisti, nel bene o nel male, si costruisce nella testa), la narrazione si svolge in maniera tanto verosimile da sembrare reale, tutti ci possiamo riconoscere in almeno una delle storie proposte. Perché ci siamo passati, perché conquista il nostro cuore, perché è impossibile non empatizzare con questi qui. Mentre i reality stanno morendo nella pressoché totale indifferenza del pubblico generalista, Netflix ci vede benissimo e indica una possibile strada verso la rinascita del genere: il ritorno alla verità dei sentimenti. Senza strepiti, cafonate o dinamiche telefonate che scopiazzano 'Temptation Island'. 'L'Amore è Cieco' ha un'identità propria che, miracolo, non sa di déjà vu. Buone feste e occhio a non spezzarvi il cuore. Senza cachet è davvero soltanto una immane perdita di tempo
Ps: Parmi e Gergana, vedete un po' che cosa fare. È l'Italia che ve lo chiede (e "l'Italia" sì, esatto, in questo caso sono io).