“Piccole zone in cui avere la possibilità, in 24 ore, di muoversi a piedi e svolgere tutti i compiti della giornata senza autovetture”. È l’idea che Diletta Leotta ha lanciato durante la diretta su Radio 105 a proposito della gestione del traffico nelle grandi città. Uno spunto che odora di rivoluzione e che tiene conto di diversi fattori. Il più importante: avere tutto il necessario per vivere in una zona ristretta. Un banale quartiere? No, qualcosa di più: un super quartiere. Qualcosa di simile alle contee hobbit de Il Signore degli anelli, in cui si poteva accedere a servizi per il sostentamento primario senza necessità di locomozione meccanica. Il vapore, la ruota, la ferrovia e la termodinamica: tutte cose obsolete. Basta mettere ogni cosa a portata di camminata. Perché nessuno ci aveva pensato prima? Chissà, i misteri della logistica. E il lavoro? Nelle piccole isolette che si verrebbero a creare non mancherà neanche quello. Lavoro, servizi, benessere: il progetto di Diletta Leotta somiglia molto a quello che fu di Silvio Berlusconi. La nostra si è buttata nel mercato edilizio e non lo sapevamo? I suoi colleghi in trasmissione, comunque, non hanno dubbi: “Io ti voto”. Beh, come inizio non c’è male. Neanche il tempo di finire un ragionamento che gli elettori bussano alla porta. Già ce la sogniamo in prima serata: “Milano è la città che amo”. Un throwback che ci riporterebbe in quel magico sogno del 12 giugno del 1994, quando il cavaliere scese in campo. Magari lo farà davvero anche Leotta. Elemento centrale della questione sarà, come sottolineato dal collega Daniele Battaglia, la gestione delle relazioni extraconiugali degli abitanti delle isole leottiane. Per quelle, ma solo per quelle, si farà un’eccezione: in quel caso si va in macchina. Anche per garantirsi quel quarto d’ora di libertà fuori dal microcosmo autosufficiente. Ovviamente, il progetto è ancora sul nascere: non sono specificate le questioni relative al rifornimento dei beni primari, alla manodopera esterna (a meno che non si creino delle corporazioni di quartiere) e a tutti quegli intrecci che, volente o nolente, comprendono anche la realtà esterna alla bolla. Robette da poco. Ciò che conta è il sogno, come diceva Flavio Briatore in The Apprentice.
Noi un sogno lo coltiviamo, nel nostro piccolo. Prima che il futuro diventi oggi, chiediamo al sindaco Giuseppe Sala di non lasciarsi sfuggire una simile opportunità. Prima che altri si approprino della più grande rivoluzione dopo la scrittura e Internet, il sindaco deve prendere Diletta Leotta nella sua squadra come consulente al welfare. Oppure, perché no, già come assessore. Già ci sembra di vedere i sondaggi del Pd risalire la cascata come salmoni grazie alla donna del domani, la nostra Leotta. Milano 4 sta prendendo forma. L’unico neo, come sottolineato ancora da Battaglia, è la presenza dei centri massaggi con lieto fine. “Non si fanno certe cose”, risponde seccamente Leotta. Non ci sarà spazio, dunque, per quelli come Battaglia. Nessun pirata, nessun peccatore potrà permettersi la cittadinanza nelle isole leottiane. Espulsi i pervertiti, le strade saranno ripulite dalla presenza di criminali di bassa leva. Un destino glorioso, quello che ci aspetta. Un’esistenza in cui non manca nulla, da vivere rigorosamente a piedi.