È (apparentemente) crisi di governo, provocata da quel che rimane del Movimento 5 Stelle sul cosiddetto "decreto Aiuti". Per capire come si è arrivati a questo punto e cosa potrebbe accadere abbiamo interpellato Paolo Becchi, filosofo e professore all’Università di Genova, ma soprattutto noto nella vulgata come ex ideologo dell’M5S, dal quale è uscito polemicamente nel 2016.
Allora, professore, cosa sta succedendo nel (e al) Movimento in cui un tempo si riconosceva?
Chiaramente è cambiato tutto da parecchio tempo ormai, però dopo l’uscita di Di Maio Conte si è trovato in grande difficoltà. Il fatto è che Conte non ne ha indovinata politicamente una da quando ha preso la guida del Movimento 5 Stelle. E l’uscita di Di Maio ha messo il Movimento in condizioni di sostanziale irrilevanza per il voto di fiducia al Governo, perché probabilmente i numeri ci sarebbero per andare avanti anche senza i 5 Stelle. L’errore che ha fatto è stato quello di tirar fuori il discorso del doppio mandato quando non si presentava il problema: Di Maio ha colto al balzo l’occasione per tirarsi fuori e s’è portato via con lui una lunga serie di persone. Un’operazione a mio avviso fallimentare per lui, nel senso che non credo che avrà successo alle prossime elezioni, ma il tentativo lo ha fatto e ha causato problemi a Conte. Conte che si muove con indecisione, che preannuncia l’uscita dall’aula anziché il voto contrario. Vuoi rompere con questo Governo? Dillo chiaramente, non voti la fiducia ed è chiaro che Draghi deve assumerne le conseguenze. Invece con questo atteggiamento molto ambiguo Conte fa capire che non è così decisa la scelta di uscire dal Governo e dalla maggioranza, tanto più che i ministri del Movimento 5 Stelle restano ancora all’interno della compagine governativa. Quindi non si capisce bene che intenzioni abbia. C’è da dire che in ogni caso se a questo punto non uscirà dalla maggioranza il Movimento perderà definitivamente la faccia: sono entrati per aprire la scatoletta di tonno e ora stanno facendo i tonni che sguazzano. Sarebbe incredibile e ridicolo se questa crisi balneare dopo un rinvio al Senato da parte di Mattarella si concludesse con una fiducia dal Movimento 5 Stelle a Draghi. Ma ormai ci siamo abituati.
Torna la figura di Conte specialista in penultimatum, per bocca dello stesso Beppe Grillo?
Eh sì. Tra l’altro non credo che lui volesse arrivare alla rottura. Lo hanno costretto i gruppi parlamentari dopo lunghe discussioni a prendere questa decisione. Che però questo non sia più il Movimento è evidente: il Movimento originale avrebbe chiesto agli iscritti di esprimersi con un voto sulla volontà di continuare o meno con l’esperienza di governo, invece c’è l’ulteriore riprova di come ormai l’M5S sia diventato un partito come tutti gli altri. L’unica cosa che dovrebbe provare a fare Conte a questo punto sarebbe staccare la spina con una presa di posizione forte. A quel punto sarebbe lui a mettere in difficoltà tutti e potrebbe recuperare anche un po’ di consenso da una parte di delusi del fatto che il Movimento sia entrato in questo Governo. Ma vedendo come si muove Conte mi aspetto solo una crisi balneare da Prima Repubblica, da parte di chi aveva detto che era la fine della vecchia politica e che loro avrebbero portato in Parlamento un’aria nuova. Mi sembra che di quell’aria nuova non sia rimasto nulla...
Chi ha comandato e chi sta comandando i 5 Stelle dopo la morte di Gianroberto Casaleggio?
Prima tutto era nato da un incontro tra Di Maio e il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, con l’accantonamento di Rosseau. Ora il Movimento 5 Stelle non c’è più, ora c’è un movimento che tendenzialmente è guidato politicamente da Conte (tenendo presenti gli umori dei parlamentari, perché gliene sono rimati così pochi che non può permettersi di perderne altri), salvo eventuali interventi di Grillo che fa un po’ il buono e il cattivo tempo.
Come si spiega e chi c’è dietro la mossa di Di Maio?
Dietro Di Maio (anche se non ho la possibilità di documentarlo) a mio avviso c’è politicamente Mattarella, che ha capito la direzione che stava prendendo Conte e ha cercato di bloccarlo, distruggendo il partito di maggioranza relativa, che non lo è più. L’operazione è stata studiata attentamente per far sì che nascesse un partito filoatlantico che all’interno del Governo potesse fare gli interessi della Nato. Di Maio ha fatto una fine incredibile, ma questo è il ruolo che gli è stato attribuito: è un po’ lo schema Cossiga-Udeur. A un certo punto si creò questo partito dal nulla che doveva avere proprio una funzione di stabilizzazione del Governo, e l’operazione che è stata fatta con Di Maio è la stessa. Anche con l’uscita del Movimento 5 Stelle ci sarebbero comunque i numeri per andare avanti con un non-Governo?
Un non-Governo?
Sì, dal punto di vista filosofico è interessante che Draghi abbia detto che senza i 5 Stelle ci sarebbe un non-Governo. Sarebbe come il non-luogo di Augé, il primo esperimento incredibile di non-Governo, che quindi non avrebbe nemmeno bisogno della fiducia. Per la prima volta nella storia ci sarebbe un Governo che non lo è ma governa. Anche se non credo che la Lega potrebbe rimanere al governo se uscisse il Movimento. Già hanno perso voti e con l’autunno che si preannuncia verrebbero logorati ulteriormente a vantaggio di Meloni ed eventualmente quel che rimane dei 5 Stelle. Però magari tra Forza Italia, Di Maio e altri potrebbero esserci i numeri anche senza Movimento e Lega…
C’è qualcuno che incarni ancora almeno in parte i valori originari del Movimento?
Ma no, non credo. Quelli che seguono Conte non sono grillini, sono contiani, e Conte non ha niente dello spirito Movimento 5 Stelle. È tutta un’altra cosa ormai.
E Di Battista?
Dipende. Se Conte dovesse effettivamente rompere con il Governo, questo potrebbe rilanciare Di Battista in vista delle prossime elezioni. Potrebbe diventare magari non il nuovo leader, ma il frontman, quello che va nelle piazze e che porta voti. Lui ha detto che ci sarebbe stata possibilità di riavvicinamento al Movimento dopo l’uscita dal Governo Draghi. Rompere sarebbe nell’interesse di Conte sia in caso di elezioni anticipate sia in caso di Governo senza i 5 Stelle. Però non vedo in Conte questa capacità politica. Finora ha sbagliato tutto, mi sembrerebbe incredibile che ne facesse una giusta…