Andrea Purgatori, scomparso da quasi due anni, ha lasciato un vuoto enorme, soprattutto in relazione alle inchieste che più gli stavano a cuore: la scomparsa di Emanuela Orlandi e la strage di Ustica. Quest'ultima, avvenuta il 27 giugno 1980, ha visto il DC-9 della compagnia Itavia schiantarsi nel Mar Tirreno, vicino Ustica, causando la morte di 81 persone. La versione ufficiale parla di un cedimento strutturale dell’aereo, ma Purgatori, all'epoca giovane giornalista del Corriere, ha subito messo in dubbio questa ricostruzione. Con il tempo, si è convinto che l’aereo fosse stato abbattuto da un’azione militare. Purgatori ha iniziato a lavorare sull'inchiesta già dal 1980, raccogliendo testimonianze e mettendo in luce il "muro di gomma" di silenzi e bugie che circondava l'incidente. Nonostante le pressioni politiche e militari, minacce e intimidazioni, ha continuato a cercare la verità, rendendo la strage di Ustica uno dei suoi principali ambiti di ricerca, con il solo obiettivo di svelare i segreti ancora nascosti dietro quella tragedia. Un vero mastino del giornalismo “Con questa storia ci sono cresciuto, sia umanamente sia professionalmente". Andrea Purgatori è la strage di Ustica. Eppure, sembrerebbe essere destinata a rimanere senza colpevoli. Infatti la procura di Roma ha richiesto l'archiviazione dell'ultima inchiesta aperta nel 2008. Il volo, partito da Bologna e diretto a Palermo, precipitò nel mar Tirreno, poco prima di giungere a destinazione, senza lasciare tracce certe dei responsabili. Nonostante le decine di rogatorie internazionali e le testimonianze raccolte, la procura romana non sarebbe riuscita a individuare i colpevoli. I paesi ai quali l'Italia ha chiesto collaborazione, in particolare la Francia e gli Stati Uniti, hanno fornito informazioni incomplete, non riscontrabili o addirittura fuorvianti. Il mistero e il dolore per le famiglie delle vittime si sono intensificati, soprattutto dopo la richiesta di archiviazione avanzata dai magistrati, che ha suscitato reazioni forti.


Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage di Ustica, ha espresso il suo dolore e la sua delusione per la mancata giustizia. La richiesta di archiviazione, che arriva dopo più di 40 anni di indagini e battaglie legali, è una ferita sempre aperta per chi ha perso un familiare in quel tragico disastro. La Bonfietti ha sottolineato l’importanza di far sentire la voce dei parenti delle vittime e ha esortato la politica italiana a fare di più per ottenere risposte. In un clima di frustrazione crescente, la manifestazione organizzata a Bologna ha visto anche la partecipazione di Edoardo Purgatori, attore, figlio di Andrea Purgatori, che ha ribadito quanto sia inaccettabile che non ci siano ancora risposte, e ha invocato l’aiuto della politica, non solo italiana ma anche internazionale: “Quello che avrebbe detto mio padre, credo sia molto semplice: “Non accetto il fatto che non ci siano delle risposte, punto”. E quindi dobbiamo fare in modo che la nostra voce, quella dei parenti, delle persone coinvolte, dei cittadini italiani, europei si senta con ancora più forza, proprio adesso che è molto più difficile farsi sentire. Dobbiamo fare in modo che la nostra voce non solo arrivi a Palazzo Chigi, ma che arrivi anche a l’Eliseo e a Washington alla Casa Bianca. Esigo delle risposte e chiedo aiuto, per tutti i parenti delle vittime che da quarant’anni non possono piangere i loro genitori, i loro fratelli, i loro figli. È qualcosa che sento profondamente, e che mi fa incazzare”. La domanda, a 45 anni dalla tragedia, rimane sempre la stessa: chi ha abbattuto il Dc-9 Itavia e perché? Andrea Purgatori non avrebbe mai accettato quanto sta accadendo: “Sgretolare questo muro di gomma è possibile, tutto questo per arrivare al cuore di quel segreto inconfessabile che copre ciò che davvero accadde pochi secondi prima delle 9 di quel venerdì sera”.

