C’è un confine sottilissimo che separa la televisione trash dalla televisione stupida. La prima è una forma di intrattenimento boccaccesca, sregolata; la seconda è piatta, cinica, violenta. L’Isola dei famosi degrada inevitabilmente verso il secondo genere di spettacolo, a metà tra il narcisismo di chi dirige la baracca e la disumanizzazione dei concorrenti. I burattini, appunto. A maggior ragione quando un programma in prima serata su canale 5 sputa sulle fobie della gente. C’è una gara apposita, prevista dal format come terapia d’urto per alcune concorrenti. Roba che la cura per l’isteria in età moderna scansati. Mamma Mediaset, con un team di psicologi di tutto rispetto, Enrico Papi, Ilary Blasi, Vladimir Luxuria e Alvin, si lancia in questo progetto terapeutico di fronte a milioni di italiani. È la volta di Corinne Clery, attrice francese di 73 anni con una carriera alle spalle e una paura annichilente per i serpenti. “Lo spirito dell’Isola ha deciso di farvele superare”. Forse ci si è fatti prendere la mano. Il tono da automa romano di Ilary Blasi è agghiacciante, a dir poco apatico. Il gioco (perché di questo si tratta per la produzione, per gli spettatori, per tutti) consiste nell’infilare una mano in una scatola coperta da un telo nero, senza sapere cosa vi sia dentro. Espediente, questo, che a sua volta genera fobie. Un po’ come curare una ferita al polpaccio pugnalando la coscia.
Clery giustamente si tira indietro, non vuole. Inizia a essere nervosa, si muove, la gente la incita come se fosse una questione di gusti, come se avesse detto che non ama il sapore del pomodoro crudo. Ma la trattengono. Ilary: “Alvin comunque stai peggiorando la situazione”. Lui, l’inviato, che non stava facendo altro che cercare di tranquillizzare la concorrente. “Allora, Corinne, mettiti vicino a Pamela e a Paolo”, gli altri due pazienti dello studio medico di Canale 5. Nel frattempo Alvin abbraccia Corinne, che ha gli occhi sbarrati e rischiava di cadere. Enrico Papi non ha perso l’occasione: “Ma che fate, ballate?”. Risata fragorosa della conduttrice cyborg e applausi dal pubblico. Divertente assistere al principio di un attacco di panico, no? L’unico tentativo di separarsi dalla folla, Vladimir Luxuria che sottolinea: “No, con le fobie non si scherza”. Che brutto dover essere l’unica persona adulta del programma. Gli altri amici di merende continuano. Papi: “Sì, ma ancora non sappiamo qual è la prova”. E finalmente ci sono riusciti, Corinne Clery sviene in diretta, presa al volo da Alvin e soccorsa da altri naufraghi. Non riusciva a respirare, era in preda al terrore. Loro se la ridono. Sono una manciata di secondi in cui Ilary Blasi resta impassibile, guarda dritta davanti a sé, senza tradire nessuna emozione, anzi, semmai una certa insofferenza. The show must go on. Ma la palla è passata a lei e qualcosa dovrà pur dire: “Corinne ha la fobia dei serpenti giusto? Mi confermate? Corinne non c’è nessun serpente, te lo assicuro. Non c’è nessun serpente. Mettiti un attimo seduta, è un gioco. Alvin, però spiega a Corinne che non ci sono serpenti nella scatola. Già che sa che non ci sono serpenti questo dovrebbe tranquillizzarla, no?” Serpenti, serpenti, serpenti. Ditelo un’altra volta.
Sputare sulle fobie, riducendole a un capriccio, una cosa infantile, non solo rientra nella spirale mortifera del palinsesto televisivo di un certo genere, ma è un eccesso antiscientifico, incivile, antisociale, che contrasta con la ricerca, lo studio e il lavoro dei professionisti. Non dei tecnici luce e microfoni, o dei conduttori televisivi. Ma di chi sa che per affrontare una fobia ci vogliono mesi di terapia seguita da psicologi esperti. Che tutto debba diventare spettacolo è la premessa dei reality show à la Grande Fratello e Isola, dove la gente viene costretta a vivere in condizioni tali da essere, di fatto, in trappola. Alla mercè degli autori, dell’immaturità umana ed emotiva degli ospiti e della conduttrice che vorrebbero che le cose andassero avanti. “È solo un gioco dicono”. No, non è così. Alla fine Corinne torna a sedersi e si riprende il controllo della situazione. Ilary ridacchia e dice: “Ma di chi è stata l’idea?” e una voce fuori campo, dall’isola, risponde: “Di uno stronzo”. Difficile dargli torto.