“La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all’internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all’adesione dell’Italia dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all’analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell’Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale”. Queste le parole, mercoledì 22 gennaio, di Angelo Bonelli (Europa Verdi e Avs) che trovano conferma nella conferenza stampa della Lega di Matteo Salvini, coordinata dal senatore Claudio Borghi, che annuncia: “Oggi depositiamo un disegno di legge per l’abrogazione del decreto legislativo che ci lega all’Organizzazione mondiale della sanità”. L’idea è, appunto, di seguire la scelta di Trump e di altri Paesi, tra cui, sostiene Borghi, l’Argentina di Javier Milei. E le motivazioni vengono enunciate con chiarezza: “L’impostazione è semplicemente doverosa rispetto a organismi sovranazionali che hanno preso un eccesso di potere. Bisogna recuperare sovranità. Quando parliamo di Oms parliamo di un’organizzazione che fa bene non al mondo ma a chi è dentro l’Oms. Un terzo del bilancio dell’Oms, quindi parliamo di un miliardo di dollari, va negli stipendi del personale dell’Oms. Lo stipendio medio di chi lavora all’Oms è vicino ai centocinquantamila euro completamente esentasse e sono anche esenti da qualsiasi tipo di giurisdizione, quindi hanno immunità totale”.
La Lega sta ancora pensando, chiaramente, alla Pandemia del 2019 e torna a parlare della cattiva condotta proprio dell’Oms, rea di aver dato “ogni giorno una comunicazione diversa e contraddittoria. Stiamo semplicemente foraggiando gente che fa delle vacanze in giro per il mondo”. Borghi si fa anche portavoce del procedimento che avrebbe impedito all’Oms di acquistare maggior potere durante le prossime emergenze sanitarie: “L’Oms ha delle manie di grandezza e volevano imporre un trattato pandemico al mondo in cui, in pratica, si assumevano dei poteri speciali che in caso di Pandemia avrebbero definito loro. Non ci sembra esattamente il caso”. Non si escludono anche collegamenti in una trama che vedrebbe l’Organizzazione mondiale della sanità come un organo dei “poteri forti” che vorrebbero imporci il green e un’agenda sanitaria stringente. La prova? “Il signor direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, viene da un Partito comunista nazionalista coltivato in Etiopa dalla Fondazione Bill Gates”. Il punto, per la Lega, è rivendicare sovranismo e nuove alleanze tra sovranismi: “Penso che parliamo di cose di cui l’Italia non ha assolutamente interesse. Il contributo dell’Italia è circa cento milioni all’anno, che sono abbastanza convinto potrebbero trovare miglior allocazione sia nel Servizio sanitario nazionale, sia per progetti insieme agli Stati Uniti, per esempio, suggerito dal Dipartimento sanità della Lega, alla lotta all’antibioticoresistenza, vale a dire: cibi più sani che andranno a evitare che gli antibiotici vengano utilizzati”.
La spinta a uscire dall’Oms arriva dopo l’ordine esecutivo di Trump che, nel caso in cui dovesse passare, porterebbe via a partire dal 2026 una parte fondamentale di finanziamenti all’Oms, che difficilmente potrà spingere l’Unione Europa, già in crisi, a coprire. L’ipotesi più verosimile è un coinvolgimento maggiore della Cina, che prenderà il posto dell’America come attore principale anche nel campo della ricerca e della collaborazione (attualmente, l’Oms si affida in modo massiccio sia a centri di ricerca indipendenti che alla Food and Drug Administration, l’ente governativo americano): non proprio il modo migliore per chiedere trasparenza dai Paesi più importanti. Se è vero che Donald Trump e Javier Milei hanno intenzione di tirarsi fuori dall’Organizzazione, questo tuttavia non vuol dire che anche l’Italia si stia davvero muovendo in quella direzione. Nonostante le alleanze elettive tra Meloni e i due leader d’oltreoceano, il governo italiano ha dato dimostrazione di collaborazione in Unione Europa, e scelte del genere, soprattutto in un momento in cui si chiede coesione a livello internazionale all’interno dell’Unione (l’appello non arriva solo da Volodymyr Zelens'kyj, ma anche da Emmanuel Macron: “Il mondo è fatto di carnivori ed erbivori, se decidiamo di restare erbivori i carnivori ci mangeranno. Dobbiamo almeno essere onnivori...”), potrebbero essere giudicate negativamente proprio in Ue, dove per due anni abbiamo tentato di guadagnarci il rispetto degli altri Paesi.