Inizia "l’età dell’oro". I meravigliati dell’ultima ora che stanno con gli occhi sbarrati mentre ascoltano i discorsi di Elon Musk, sono anche gli stessi che fino a qualche tempo fa ripetevano: "È un genio, è un genio". L’ha detto molto bene Marco Travaglio a Otto e Mezzo. I terrorizzati, dalla tecno-right, o tech-right, che dir-si-voglia, non sono così distanti dai tech-left che comandavano fino a ieri. Cambi l’ordine degli addendi, resta uno spassionato e tecnico amore per il funzionamento. Sempre loro, quelli che ogni tecnologia "è uno strumento, dipende da come lo usi". Tanto che a guardare Oppenheimer quasi ci hanno convinto che l’inventore della bomba atomica dicesse anche qualcosa di sinistra. Nella nuova America, il predominio tecnologico si innesta alla perfezione con la forza simbolica e trascinante della volontà, volontà di potenza che vuol far travestire Musk da superuomo. Siamo a un nuovo ordine. La destra del tremila non lascia fare e basta, sta dietro alla spinta del mondo seguendone la velocità a cavalcioni di un razzo provando a dominarlo. Questo nuovo corso mette in scena un nuovo spettacolo per gli equilibri del mondo. La Cina guarda in prima fila con la dovuta preoccupazione: risente troppo della rigorosa austerità maoista per svendere la sua società del controllo al miglior offerente, sul mercato della demagogia. Non è attraente, veste una grigia camicia alla coreana abbottonata fino al collo e un paio di pantaloni a sigaretta verde slavato: non scioglie e non spezza i cuori. Non promette di far sventolare la bandiera rossa su Marte. È un impero noioso che forse fa due figli e non si droga. Trump e Musk fanno incetta fino a mettere Martin Luther King, il suo sogno e la sua memoria, al loro servizio.
La tech-right americana sta abbinando l’esaltazione tecnica a un carisma senza precedenti. Tecnologia, velocità e apparentamento a destra. Il "genio" ha fatto il salto di qualità: aizza la folla, con il braccio teso. Un’immagine che ha l’odore di scene già viste. Anche il progetto nazista fu fondato sull’esaltazione della tecnica e della potenza dell’uomo. E se non ci arrivava l’uomo ci arrivavano gli aiutini. È documentato l’uso di droghe biasimato a parole, e promosso nei fatti sottobanco. Fiumi di Pervitin: una sostanza a base di metanfetamine che i tedeschi distribuivano al loro esercito per eliminare paura e dolore. Ne ha scritto Norman Ohler in Tossici, l’arma segreta del reich. La droga nella Germania Nazista (Rizzoli, 2016). Destra chem-tech. È altrettanto documentata l’affezione che alcuni gerarchi riversassero nei confronti dello sballo, tanto che viene da pensare come la poca capacità di gestione e la percezione di superpotenza possano aver condizionato le alte sfere naziste al punto da commettere errori fatali, anche in momenti cruciali del secondo conflitto bellico. Solo in un caso i nazisti riuscirono ad abbinare l’esaltazione alla tecnica, senza perdere un colpo, nel loro progetto più riuscito: quello che portò nelle camere a gas sei milioni di ebrei. Una macchina perfetta, anche quella era “geniale” dal loro punto di vista. "Uso la ketamina a scopo terapeutico e sotto prescrizione medica" ha dichiarato Elon Musk, "è nel migliore interesse degli investitori". Funziona, in sintesi. La droga del 2025 non è quella del ’39. L’avanzamento delle capacità tecnico-chimico-mediche ha messo in condizione chi se lo può permettere di farne un uso scientifico: nessuna controindicazione. Il mezzo definitivo per spogliare l’umano dalle troppo umane tristezza e depressione, che si mettono tra i denti degli ingranaggi della macchina. Tra l’uomo e il capitale. Semplice, quasi banale. Come il male.