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L'Italia non è un Paese per padri, ma per madri. Altro che parità di genere e Ministero della natalità del Governo Meloni...

  • di Federico Vergari Federico Vergari

27 ottobre 2022

L'Italia non è un Paese per padri, ma per madri. Altro che parità di genere e Ministero della natalità del Governo Meloni...
Fasciatoi solo nei bagni delle donne, commenti non richiesti, chat dell’asilo in cui ci si rivolge solo alle mamme... E i papà? Ci lamentiamo che l’Italia sia un Paese per vecchi (e lo è), ma è pure un Paese che dà per scontato che a occuparsi di un bimbo sia solo la madre e questo è un errore di sistema che deve essere aggiustato. Che ci facciamo del Ministero della natalità se prima non diamo a tutti i genitori la possibilità di poter pulire il culo ai propri figli in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento?

di Federico Vergari Federico Vergari

Mi chiamo Federico ho 41 anni e sono il papà di Pietro, un bambino che ha da poco compiuto un anno o - se siete quella categoria di persone che misurano l’età dei bambini come fosse la stagionatura del Parmigiano - ha 13 mesi. Quello che state per leggere non è un pezzo giornalistico e nemmeno un racconto. Non è un’invettiva contro la nostra società e nemmeno la ricerca di una polemichetta a tutti i costi. Quello che state per leggere è semplicemente il resoconto oggettivo di alcuni fatti che mi hanno visto protagonista (osservatore ravvicinato forse è la definizione più calzante) negli ultimi mesi. Insomma, per dircela tutta, quello che state per leggere io non avevo la minima idea che un giorno lo avrei scritto, poi ho visto una storia su Instagram del direttore di MOW, Moreno Pisto, ed eccomi qui. Io a scrivere e voi a leggere.

Padre e figlio

Moreno, in quella storia, si lamentava del fatto che nella stazione ferroviaria di Firenze i fasciatoi per cambiare sua figlia fossero solo nei bagni delle donne. Ed ecco l’illuminazione. La casella che mancava nel mio cervello piastrellato come un mosaico. Non ero solo. Non sono solo. Rispondo privatamente alla storia di Moreno e iniziano a ripassarmi davanti agli occhi tutte quelle situazioni in cui avrei voluto occupare il bagno delle donne gridando “abbiamo fatto la cacca!”, ma poi non l’ho fatto. E ho fatto bene, diciamocelo. Ripenso agli autogrill di questa estate. E mio figlio col culo all’aria mentre lo cambio in macchina tra un pulmino di ciclisti amatoriali e una famiglia a cui probabilmente la visione di quella scena ha compromesso la digestione del menù rustichella, macedonia e caffè a nove euro e novanta. A proposito dei fasciatoi dentro gli autogrill mi sia consentita una nota a margine: o c’è la stanza fasciatoio aperta a tutti o il fasciatoio è solo nei bagni delle donne. Terze vie (vedi nel bagno dei maschi) non sono al momento previste e io mi ritrovo con mio figlio in braccio, senza sapere dove andare e con uno sguardo molto simile a quello della Serracchiani che si sente rispondere dalla Meloni: “Mi guardi, le sembra che io stia un passo indietro agli uomini?”

Restando in tema di automobili e parcheggi mi è capitato nel piazzale di un noto supermercato di lasciare la macchina in un parcheggio rosa e di essere ripreso da una ragazza che mi faceva notare che quelli erano parcheggi per mamme da sole con figli e io non ero una mamma! E in effetti io non sono una mamma. Ora nella mia ingenuità non so se lei avesse ragione, ma nel mio modo di intendere il mondo e la vita quello era un posto per un bambino col genitore. Punto. Prima che arrivi qualcuno a farmi la morale: lo so che quei parcheggi sono anche per le donne incinte. Ma era orario di chiusura e tutti i parcheggi rosa erano liberi. In un’ora di punta o con poche disponibilità mai mi sarei permesso di togliere (potenzialmente) il posto a una futura mamma.

Un parcheggio rosa per mamme. E i papà?
Un parcheggio rosa per mamme. E i papà?

E poi ci sono i commenti non richiesti. In più negozi commesse e cassiere mi hanno detto… anzi hanno chiesto a Pietro: e la mamma dove l’hai lasciata che viene a fare la spesa con papà? La mia risposta standard che ormai copio-incollo è questa: signora mia, io sono un giornalista freelance, la mamma grazie al cielo fa un lavoro serio e manda avanti la baracca. Per non parlare poi di quelli che fuori dai ristoranti o in altre situazioni sociali mi guardano mentre mi allontano con Pietro sul passeggino per farlo addormentare. Questa categoria è popolata prevalentemente da coppie anziane e gruppi di signore e lo schema è più o meno sempre lo stesso: inclinano la testa di 30 gradi, ci guardano, abbassano la voce… e poi con una violentissima delicatezza sussurrano: ma guarda si addormenta pure col papà! Infine il mio ingresso nella chat del nido dove ogni giorno, ogni santissimo giorno, c’è una mamma che accede soltanto per scrivere: buongiorno al gruppo delle mamme. E allora i papà!? Insomma, ci lamentiamo che l’Italia sia un Paese per vecchi (e lo è), ma è pure un Paese che dà per scontate le mamme e questo è un errore di sistema che deve essere aggiustato, altrimenti concetti come parità e uguaglianza resteranno solo chiacchiere buone per riempire la bocca a qualche partito scollato dalla realtà. Ma a proposito di politica chiudo con una domanda al Presidente Meloni: ma che ci facciamo col Ministero della natalità se prima non diamo a tutti i genitori la possibilità di poter assolvere al loro ruolo, quello di poter pulire il culo ai propri figli in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento?

Padre cambia figlio

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