Migliaia le auto abbandonate a Roma che sono state rimosse dai vigili urbani nel 2022: ben 2276 secondo l’ultimo dato, che si riferisce al periodo fra l’inizio di gennaio e la fine di settembre. Si tratta di un fenomeno cresciuto negli anni, che l’ex sindaca grillina Virginia Raggi aveva iniziato a contrastare, affidando a ditte specializzate il prelevamento e il trasporto per la demolizione dei mezzi lasciati in stato di abbandono o incendiati che creano problemi igienici e ambientali e nascondono attività illecite. Per il bando c’erano voluti anni. Oggi la situazione è resa più grave dal mancato rinnovo dei permessi per i demolitori, il che rende arduo rottamare i veicoli. Il primato delle rimozioni va attualmente al quartiere Nomentano, mentre fino all’anno scorso era la zona di San Giovanni a lamentare, attraverso i titolari dei banchi al mercato di via Magna Greci, i disagi maggiori (“Sono veicoli appartenenti a persone anziane – dicevano al Comune della Capitale nel 2022 - Non le usano più e le piazzano sui posteggi del mercato per sempre. Rottami che oltretutto privano dei guadagni dovuti per la sosta il Comune”).
La procedura per rimuovere le carcasse è lunghissima. La spiegava tempo fa il sindacato della polizia locale Sulpl di Roma sul suo sito: “Dopo la segnalazione si fa un primo sopralluogo per verificare se il veicolo si può considerare abbandonato. Se a una prima ricerca non segue nessun esito si redige quello che tecnicamente viene definito modello 36. D’ufficio si procede quindi agli accertamenti sulla proprietà dell’auto (alla Motorizzazione civile e al Pra) e anagrafici per redigere una diffida alla rimozione del veicolo entro cinque giorni dalla notifica, senza spese per il cittadino. Non tutti i vigili urbani sono però in possesso della password per effettuare gli accertamenti, bisogna attendere il collega abilitato. Trascorsi i cinque giorni, si verifica se il veicolo sosti ancora illecitamente. In caso positivo, si procede ad un nuovo accertamento di provenienza e, se ancora negativo, scatta l’appuntamento con la ditta incaricata dal Comune per la rimozione”. Un’odissea ancora più grottesca se il malcapitato proprietario dovesse aver cambiato residenza o si trovasse all’estero. O fosse defunto.