Roberto Parodi ci ha abituato bene. Le sue non sono blastate ma stoccate. Male fanno male, ma sono chirurgiche, ironiche, precise. Un dardo avvelenato, non una mannaia sulle spalle. Si tratta di aprire gli occhi alla gente, ma con classe. Ed è proprio di classe che parla l’ultimo video di Parodi. «Se per esempio spendere 160mila euro per una cena d’amore al Nurs-Et è una cafonata, allora che cosa sono una Kelly di Hermes, un vestito da sera di Valentino, una vecchia Porsche 356, tutte burinate?». Parte da qui, con l’ennesimo memorandum: Salt Bae? Roba da tamarri. E il problema sembra essere che realtà del genere, come quella del re del sale ad Abu Dhabi, non facciano altro che girare intorno ai soldi, dimenticandosi della qualità.
«Innanzitutto ci sono cose che hanno un prezzo che è del completamente scollegato dal loro vero valore e avere classe significa anche riconoscerle e non cascarci». E via con una sfilata di foto di prodotti improponibili, da scarpe “a dondolo” a maglioni del tutto evitabili. Prodotti paragonati, tanto per cambiare, alla cotoletta d’oro da 1.300 euro di Salt Bae. Parodi ce lo ricorda, come se ce ne fosse davvero bisogno: la classe non è avere soldi e sperperarli. «È il fatto di costare tanto che le rendono attraenti. Ci cascano soltanto quelli che sono ossessionati dal far vedere che non sono poveri». Ok, Roberto. Ma quindi, la classe cos’è?
«Vi dico il mio concetto di classe. Innanzitutto, chi ha classe non butta mai via il denaro. Sa scegliere, ha gusto. Invece di quelle scarpacce, allo stesso prezzo compra un paio di scarpe di alta calzoleria. Sono un classico, durano una vita. Per avere stile non bisogna essere miliardari, si gioca sui particolari. Less is more». E ci fa qualche esempio: Audrey Hepburn sì, Nicki Minaj no. ‘Sta cafonata griffata [un maglione di cui non sentivamo il bisogno, ndr] no, una camicia fatta su misura sì; che la puoi portare per anni anche quando il colletto è un po’ liso, è sempre stilosa». Si passa anche al bere. Classe «è degustare un’ottima bottiglia di vino anche cara, con quattro amici. Non certo buttare nel cesso 100mila euro per ubriacare tutta la tavolata a suon di Petrus Pomerol ad Abu Dhabi», ancora in riferimento alla cena assurdamente costosa del primo della lista nera di Parodi.
Bisogna giocarsela sulla misura, perché «il lusso, se esibito, diventa subito volgare. Ci sono persone che pur mostrando tutti i simboli del lusso, non fanno lusso, fanno soltanto ricco». E risponde a chi lo accusa di invidia: «Ma non ha senso invidiare la ricchezza. Piuttosto io invidio lo stile., l’eleganza, cose che non si possono comprare. La classe è un insieme di sobrietà, cultura, conoscenza. La impari in una vita, non certo imitando le Kardashian su Instagram». E chiude con la massima: «La differenza tra un burino e una persona di stile e la stessa che c’è tra un Dibar di Usmanov e un Riva Acquarama. Tutte e due sono costosi, ma uno rappresenta la ricchezza, l’altro la classe. E se qualcuno non è d’accordo, pazienza, sapete dove andare» e imita il gomito pavonesco di Salt-Bae. A buon intenditor, poche parole.