Brutte notizie anche fuori dalla pista per la Ferrari, che rischia di subire il sorpasso da parte della Mercedes al secondo posto della classifica del mondiale costruttori dopo aver cullato a inizio stagione sogni iridati, che peraltro non si concretizzano da 15 anni.
In tribunale non è andata meglio alla casa di Maranello visto che la Cassazione ha stabilito che la riproduzione fedele dei modellini di auto d’epoca con il marchio della scuderia da parte della Brumm non viola i diritti di privativa industriale. Né tantomeno lede il diritto d’autore o costituisce un atto di concorrenza sleale.
Respinto quindi il ricorso della Ferrari, condannata anzi a risarcire i danni alla Brumm per lo storno di ordini e il reso di merci: poco roba per un colosso ma non un dettaglio per una piccola impresa.
Per i giudici la riproduzione fedele in scala ridotta dei modelli della Rossa da parte di Brumm, non costituisce un utilizzo illecito del marchio della società di Maranello, "non essendovi stato nessun effetto confusorio, né un comportamento professionalmente scorretto. Nè la Ferrari poteva godere della tutela del diritto d’autore, in ragione del difetto del valore artistico del modello per cui era stata richiesta la protezione", si legge nella sentenza.
"Le fedeli riproduzioni della autovetture Ferrari realizzate dalla Brumm non hanno arrecato alcun pregiudizio neppure potenziale alle funzioni dei marchi Ferrari, essendo, anzi, emersa in giudizio la prova contraria. In particolare, considerando che alcuni modellini Brumm di autovetture Ferrari d’epoca sono addirittura esposti nella stessa galleria Ferrari a Maranello, e che ci sono recensioni di automodelli Ferrari prodotti a Brumm in varie riviste di settore, inclusa la “Ferrari Wordl”, l’uso del segno Ferrari da parte della Brumm non ha in alcun modo danneggiato il celebre brand. Escluso anche il rischio di confusione e la funzione evocativa dell’indicazione del “Cavallino Rampante” in quanto apposta accanto al marchio Brumm".