La Lega l’ha fatta grossa. In un video uscito martedì 20 settembre ha utilizzato uno spezzone audio dal film “Radiofreccia”, uscito nel 1998 e diretto da Luciano Ligabue, il cantante noto per professare idee sicuramente non vicine al partito di Matteo Salvini. Dall’entourage del Liga fanno sapere che il rocker emiliano non avrebbe preso per niente bene la cosa, e avrebbe allertato i suoi legali per sporgere querela.
Il “cortometraggio che imbarazza il Pd”, questo il titolo dello spot elettorale comparso sui social della Lega, comincia con la formula “tratto da una storia vera”. La storia in questione prende le mosse dal caso di Albino Ruberti, l’ex capo di gabinetto del sindaco Pd di Roma Roberto Gualtieri che si è dimesso dopo le minacce urlate in strada a Frosinone. All’inizio si vede una ragazza che ascolta in cuffia il monologo di Stefano Accorsi in “Radiofreccia”, in cui l’attore scandisce frasi che ritmano “credo” (“Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards” ecc). Come il “Credo” cioè lo slogan della campagna leghista. La ragazza interrompe l’ascolto perché a un certo momento sente le grida registrate di Ruberti, “In ginocchio o ti sparo”. Enrico Letta, segretario del Pd, viene graficamente associato all’ex numero 2 del Campidoglio. Poi una carrellata d’immagini sui “disastri” marchiati Partito Democratico, con la chiusa “accendiamo la luce dopo le tenebre del Pd”.
Per ora, ad accendersi parrebbe lo sdegno di Ligabue. Il testo della scena, parzialmente inserita come audio nel filmato leghista, a un certo punto recita: “Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri”. Molto probabile che la centrale propagandistica di Salvini non sapesse come la pensa Ligabue. O ancora più probabilmente, non se ne sia fatto un problema. Mentre ora, invece, potrebbe diventarlo.