Per poter spiegare il “metodo Lucca” dal quale Giorgia Meloni potrebbe prendere ispirazione dobbiamo fare una breve ricapitolazione. Mario Pardini (ex “capoccia” di Lucca Comics&Games) da lunedì notte è il nuovo sindaco di centrodestra di Lucca dopo aver battuto al ballottaggio l'avversario Francesco Raspini (centrosinistra), per 10 anni assessore alla sicurezza, personale, ambiente e protezione civile. Domenica 26 giugno Pardini ha vinto con il 51,03% di preferenze contro il 48,97% di Raspini, ribaltando clamorosamente la situazione del primo turno, che aveva visto Raspini in vantaggio con il 42,6% su Pardini, fermatosi al 34,3. Due domeniche fa il terzo posto era andato alla lista ItalExit di Paragone (9,46%), che candidava a sindaco con il logo "Difendere Lucca" il consigliere comunale Fabio Barsanti, ex Casapound. Quarto era arrivato Andrea Colombini (4,19%), noto per le sue posizioni no green pass e, notare bene, vicino al partito Ancora Italia, fondato da Diego Fusaro. Raspini, Barsanti, Colombini: diversi e separati, ma accomunati dalla volontà di rompere la continuità con l'amministrazione di centrosinistra.
Fin qui niente di strano, ma è al ballottaggio che entra in gioco il metodo Lucca: per vincere, Mario Pardini sa di aver bisogno di forze che prima remavano in modo indipendente. Quale è il minimo comune denominatore? Eliminare politicamente il centrosinistra dalla città. Ecco allora che Pardini si apparenta con Fabio Barsanti (che mai avrebbe voluto un’alleanza con FDI e FI) ed Elvio Cecchini (Lista Civile, ideologicamente lontano anniluce da Barsanti e da Pardini tanto quanto alla sinistra radicale, almeno a parole). Resta fuori solo il no green pass Colombini, il quale si nega con queste parole: “Io sono una persona coerente, non faccio apparentamenti con i partiti della Meloni e di Salvini che non hanno votato contro il green pass”. Tuttavia, un anno fa Colombini disse che avrebbe appoggiato Pardini come sindaco di Lucca, posizione che nemmeno oggi nasconde, preferendo non far parte del threesome politico PBC (Pardini-Barsanti-Cecchini).
Il risultato finale ha visto la vittoria del centrodestra non senza musi lunghi dai sostenitori di Raspini. I festeggiamenti sono giunti fino alle porte della sede dello sconfitto, tra clacson, applausi e qualche coro da parte di una frangia di elettorato che alcuni quotidiani hanno associato a Fabio Barsanti. Come “Lucca nera alé alé… Raspini vaffa***o”, per esempio. Si è udita anche una donna che, forse per paura di essere tornata in un Ventennio triste ma ad oggi inesistente e non replicabile, prima urla “cogl***e!” e poi piangendo dice “non li voglio i fascisti! io non li voglio! levatevi di qui fascisti di me**a!”.
Giorgio Gaber un giorno ricordò che nei vocabolari c'è una parola, democrazia, che viene dal greco, e significa potere al popolo. “Questo sul vocabolario non c 'è scritto. Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo". Gaber aveva ragione. A Lucca è stata fatta una scelta democratica ma, in questo caso, nessuno di quelli che hanno tentato la corsa a sindaco potranno mai dire “lei non sa chi sono io!”, anche perchè li conoscono tutti.
Se la Meloni vuole diventare presidente del Consiglio, dovrebbe copiare e incollare il metodo Lucca applicandolo alla politica nazionale: unire la destra e tutte le sue estrazioni, dai no green pass (compresa la frangia no vax), agli ex Casapound e all'estrema destra che non ha mai negato di esserlo, fino a ItalExit che, nella sostanza, è un mix tra primi ed i secondi, quelli dell'“aiutiamoli a casa loro”, a patto che non cambino bandiera all’ultimo minuto causa overdose da spiaggia e mojito. E mettiamoci pure anche il Cavaliere, il quale, tutto sommato, fa sempre ancora la sua figura. "Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere governato. E ha ragione. Ha paura che se vincono troppo quelli di là, viene fuori una dittatura di Sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di Destra. La dittatura di Centro invece... quella gli va bene”. Cit.