È morta la regina del punk. Ha dato il suo saluto a questo mondo Vivienne Westwood, 81
anni, chioma rosso fiamma, donna visionaria che ha ribaltato il mondo delle moda: quella cosa effimera e disprezzata da tutti i pirla che non ne capiscono il valore e che non colgono un dettaglio estremamente ovvio: quello che indossiamo ci racconta a volte più delle dimenticabili scemenze che diciamo. Se n’è andata nella sua casa di Clapham e i figli dicono “serenamente”. Se n’è andata l’unica stilista per cui io abbia mai lavorato come indossatrice, perché i corsetti che non hanno mai abbandonato le sue collezioni, necessitavano di donne con le forme e io le ho sempre avute. Se n’è andata una mia vicina di casa, che ho incrociato spesso alla pasticceria francese davanti al parco di Clapham North e che arrivava al bar in bicicletta. Ogni tanto sembrava una stella filante rossa e oro. L’avresti notata e ammirata pure se non avessi saputo che lei era la Vivienne. Ma a Londra la Signora era un mito e pure i corvi di Buckingan Palace sapevano chi era.
Poco tempo fa ad un papà con figlia chiaramente punk ho provato a raccontare la storia dell’orbe di Vivienne, il simbolo di una maison che ha fatto sognare generazioni di donne eccentriche, dispettose e sensuali e cadere dalle zeppe perfino Naomi Campbell. Non più tardi di qualche giorno fa ho portato mia sorella, una polemica e audace quindicenne tutta borchie, catene e kilt, a vedere la vetrina dello Show room di Milano: “Vedi? Tutto quello che ti piace è nato qui dentro. Cerca di ricordatelo quando cercherai di spacciarmi per avanguardia cose che questo brand ha lanciato 40 anni fa”. Le comprerò il chocker con le perle e le racconterò della storia del maglioncino (mai consegnato ovviamente) per il principe Carlo, con le stelle e i pianeti. È morta una donna piena di entusiasmo, che ha vissuto una vita diventata leggenda, che è diventata un pezzo di storia della moda del ‘900 e che speriamo abbia lasciato, oltre che visioni sulla vita e capi unici, le istruzioni per essere un po’ come lei: una regina di cui il mondo ha ancora bisogno.