Eugenia Roccella, ministra della Famiglia del governo Meloni, è stata contestata dagli attivisti di Non Una di Meno e di Extinction Rebellion durante la presentazione del suo libro al Salone del Libro di Torino. La protesta ha coinvolto molti ragazzi che hanno iniziato a gridare: «Ma quale Stato, ma quale Dio, sul mio corpo decido io». Una ragazza, inoltre, è salita sul palco per leggere il comunicato dei manifestanti, di fronte alla ministra in ascolto. Roccella ha poi tentato di rispondere alla critica dell’operato del governo (che nasconderebbe intenti “antiabortisti”) invitando tutte le donne a condividere la sua battaglia contro il cosiddetto “utero in affitto”: “Se è vero che voi siete contro il controllo del corpo delle donne, lottate allora contro l’utero in affitto insieme a noi. Lottate contro la mercificazione del corpo delle donne, dello spezzettamento della maternità per cui degli ovociti si prendono da una donna e l’utero si affitta da un’altra donna”. Nonostante qualche timido applauso, dal fondo della platea si sono alzate urla e fischi di protesta che hanno portato la ministra a concludere il suo incontro abbandonando il Salone del libro. Presente sul posto anche la deputata Montaruli che non ha apprezzato l’intervento di Nicola Lagioia, chiamato sul palco dalla regione Piemonte, il cui stand ospitava la presentazione del nuovo libro di Roccella. Lagioia ha infatti sostenuto che in democrazia anche la contestazione fosse legittima. Montaruli, al contrario, ha considerato vergognoso l’intervento del direttore del Salone. Giorgia Meloni ha commentato la notizia definendola “incommentabile”, mentre la segretaria del PD Elly Schlein ha detto: “È surreale il problema che ha questo governo con ogni forma di dissenso”.
Al Salone, con la propria casa editrice, Giubilei Regnani Editore, anche Francesco Giubilei, consigliere speciale del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Così ha raggiunto dal lato del palco alcuni componenti della giunta piemontese e i deputati di FdI presenti alla presentazione, intervenendo in concomitanza con l’accaduto. Subito dopo l’evento abbiamo chiesto a Giubilei una dichiarazione più ampia di quanto avvenuto. “È il classico esempio del fascismo degli antifascisti, ovvero di coloro che vedono in ogni occasione, in ogni contesto, un pericolo fascista che non esiste legato piuttosto a posizioni conservatrici o del governo. Ma sono in realtà i primi a portare avanti degli atteggiamenti antidemocratici e contrari alla libertà, impedendo a un ministro della repubblica di poter parlare e di poter presentare il proprio libro. Attenzione, non è molto grave solo perché si tratta di un ministro della Repubblica; è grave anche si fosse trattato di un semplice cittadino. Il punto è il principio: è inaccettabile che in una manifestazione come il Salone del libro di Torino che una qualsiasi persona non possa esprimere le proprie idee e non possa presentare il proprio libro. Anche perché il ministro ha dato la possibilità ai manifestanti di salire sul palco, di leggere una loro lettera, hanno espresso la loro opinione nonostante non fossero previsti dal programma (perché voglio vedere, al contrario, se qualcuno con una visione conservatrice fosse andato a contestare un evento di sinistra cosa sarebbe successo). Tuttavia, quando lei, dopo aver fatto parlare tutti, ha chiesto di continuare a presentare il suo libro, non le è stato concesso. Alla fine la ministra è stata costretta a lasciare la sala e questo è un episodio totalmente inaccettabile ed è inaccettabile allo stesso modo la strumentalizzazione che ne sta facendo una certa parte della sinistra che invece di prendere le difese del ministro, come vorrebbero il buon senso e le regole di un normale dibattito, difendono questi fascisti che hanno impedito al ministro di parlare”.