Attorno ai rampolli della famiglia Elkann, John e Lapo, si è costruita per molti anni quella narrazione tipica delle famiglie reali. D’altronde, l’Italia orfana dei propri sovrani aveva bisogno di una famiglia capace di suscitare la stessa curiosità – a tratti morbosa – che si destinerebbe a dei futuri eredi al trono. A questo circo mediatico, John e Lapo non si sono potuti sottrarre. Innanzitutto, perché incarnavano alla perfezione ciò che ci si aspettava da loro: John, fratello maggiore, era l’algido e robotico calcolatore, erede designato dell’impero di famiglia Agnelli. Lapo, il più giovane e scapestrato benché creativo e ricco di intuizioni, sembrava perfetto per interpretare la parte del secondogenito, privato dello scettro ma forse proprio per questo più libero dal peso delle responsabilità. Di magagne Lapo ne ha avute diverse, compreso quel leggendario sequestro simulato a New York con il quale chiedeva alla famiglia un riscatto di 10mila dollari, che avrebbe poi usato per pagarsi le spese faraoniche di giorni eccessi in compagnia di una escort transessuale. Un caso finito sulla prima pagina del Daily Mail.

Ma, oggi, la vita di Lapo appare completamente cambiata. Perché nel piccolo comune di Cascais – località turistica molto nota a 30 chilometri a ovest di Lisbona, in Portogallo – ha trovato una nuova dimensione. Proprio a Cascais, paese d’origine della moglie Joana Lemos, Lapo ha ricevuto la prestigiosa Medaglia al Merito della Solidarietà Municipale, in riconoscimento del suo impegno concreto e continuo a favore della comunità. Il premio riguarda soprattutto il lavoro svolto alla fondazione Laps acronimo di Libertà Aide et Protection Sociale, che da anni è attiva nel sostenere progetti educativi, sanitari e sociali a favore di bambini, giovani e famiglie in difficoltà: “Desidero ringraziare il Comune di Cascais, esempio di impegno civico e sociale, per questo prestigioso premio, che sono molto onorata di ricevere. Sono profondamente legato a questa città e a tutto il Portogallo, il Paese di mia moglie, che mi ha accolto con entusiasmo e mi ha sempre dato tutto il suo amore”, ha dichiarato Lapo al ritiro del riconoscimento. Laps è attiva in Portogallo da qualche tempo ed è attualmente presieduta da Joana: “Questo premio deve essere condiviso con lei, che ha lavorato con grande impegno e dedizione al mio fianco a favore la comunità locale attraverso la rappresentanza di Fondazione Laps in Portogallo”, ha aggiunto Lapo.

Ma gli Elkann non sono solo i soliti rampolli, a maggior ragione perché sono loro, oggi, i capifamiglia. Ed ecco quindi che le attenzioni si dirigono verso Leone Elkann, figlio primogenito di John, che ha appena compiuto 18 anni. “Fisico da sportivo e riccioli indomabili”, come scrive Elle, Leone Mosé è descritto come un ragazzo per ora non incline ai colpi di testa, dalla figura elegante e dai modi discreti, molto attento alla privacy e ad apparire come la fotocopia del padre: “Parola d’ordine privacy ad ogni costo: sono pochissimi gli eventi a cui il 18enne ha partecipato, giusto una manciata di GP o le partite della sua Juve con papà”, continua la rivista. Forse è vero, o forse è solo l’essere cresciuto sotto la gigantesca campana di vetro di papà John e mamma Lavinia Borromeo ad averlo isolato, magari solo per ora, dal resto del mondo.