La Nutella è come la mamma, ce n’è una sola. E accidenti quanto corre questa mamma. Nel 2011 fatturava circa 6miliardi di euro, oggi siamo arrivati a 14miliardi. I ricavi crescono ogni stagione, e nel rapporto 2021-202 riguardo ai conti relativi al bilancio, si segna un +10,6%. Il giro d’affari, poi, dovrebbe addirittura superare i 16miliardi di euro, grazie alle acquisizioni di Giovanni Ferrero nel corso degli ultimi 10 anni, ben 14. Cifre incredibili, queste, che hanno portato il gruppo Ferrero a diventare il primo grande gruppo industriale 100% italiano del Piemonte, superando il settore automotive, da sempre storica bandiera del territorio. Altro che Fiat, la Nutella batte tutti e fa mangiare la polvere all’industria delle auto.
Industria, quest’ultima, che ha perso un po’ in immagine nel suo territorio principe, anche perché il Piemonte sembra allontanarsi dalla sua signature e si è ormai aperto a cornetti e gelati, a partire dall’arrivo nel 2022 di Wells Entrerpresises e di Freystem, rispettivamente un’azienda di gelati made in USA e un’azienda campana esperta di frozen bakery. Certo, è un soprasso che più dolce non si potrebbe, nonostante l’amaro sia dietro l’angolo, soprattutto per via della decisione UE di vietare la produzione di auto a benzina e diesel. La filiera piemontese oggi è a 17miliardi, ancora qualcosina in più rispetto a Nutella (che resta, tuttavia, totalmente italiana), ma non sembra godere di ottima salute. Ormai, a quasi sessant’anni dalla sua nascita, Nutella non ha quasi più rivali non solo in Italia, ma nel mondo. Ma tutto il mondo dei dolciumi è in crescita, Kinder Bueno, Kinder Joy, Ferrero Rocher, un successo che ha portato Giovanni Ferrero a superare persino Mark Zuckerberg per patrimonio.