In principio ci fu il Covid ed Essi apparirono di continuo in Tv per mesi, forse anni o eoni, in quel non tempo dilatato dalla pandemia. Poi il Covid passò ed Essi cercarono nuovi nomi a vecchie malattie per continuare ad apparire in Tv. Tentarono con un improbabile “vaiolo delle scimmie” che dal titolo prometteva bene. Si disse che si trasmetteva con il “tocco casuale”, con il deretano posato su sedie infette di improvvidi bar di periferia. A Roma ci fu forse qualche ricovero di qualche viaggiatore distratto, ma nessuno ci credette veramente ed anche un vaccino fece capolino, ma nessuno se lo fece e così il malanno cadde nel dimenticatoio. Tentativo fallito. Ed allora Essi, anzi Lui, il mitico Tedros Adhanom Ghebreyesus (TAG), quello che non ne azzeccò una che è una sulla pandemia, lanciò il nuovo proclama: siamo a corto di virus e quindi ce lo inventiamo, lo chiamiamo “virus X” (sic) e anche se ancora non esiste ci prepariamo a combatterlo e se ci date qualche soldo per iniziare a fare un vaccino è meglio, così quando arriva ce lo abbiamo già pronto. TAG è amico dei cinesi. A TAG è esplosa una pandemia sotto il cu*o e per premiarlo lo hanno riconfermato ai vertici della sanità mondiale, sebbene chiacchieratissimo per la sua gestione. Ma veniamo a roba nostrana.
Vi ricordate le Covid-Star che ad ogni dove spuntavano come funghi in Tv e ci allietavano le giornate di prigionia con interminabili pipponi scientifico-metodologici sul virus? C’è qualcuno, tra gli esperti, che ha pensato di farci carriera e quasi tutti hanno sganciato un libro ma poi la pandemia - si dice, sembra, si mormora - che sia passata e ridotta al rango di influenza o giù di lì ed allora loro si sono sentiti precipitati di nuovo verso il baratro dell’anonimato e così hanno pregato il Dio dei Virologi di regalargli qualcosa d’altro, qualcosa che li proiettasse di nuovo nell’empireo televisivo: Rai, Mediaset, La7 e perché no La Nove, se ci va Fabio Fazio - avranno pensato - perché non posso andarci pure io? Per la memoria ricordiamo i nomi dei più prominenti, gli altri ci scuseranno. Roberto Burioni, Walter Ricciardi, Maria Rita Gismondo, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Massimo Galli, Andrea Crisanti, Fabrizio Pregliasco, Antonella Viola, Luigi Lopalco, Giovanni Rezza, Ilaria Capua, Giorgio Palù. Una vera squadra di calcio. Naturalmente siamo grati, anzi gratissimi a tutti quei medici che hanno lottato contro il Covid a rischio della vita ma qui, ci teniamo a precisarlo, parliamo d’altro e cioè di chi ci allietava il fine inverno inizio di primavera di esattamente 4 anni fa. Alcuni di loro si erano risentiti appunto per il “vaiolo delle scimmie” che però era prontamente rientrato. Poi c’era stata la classica influenza che funziona sempre perché qualcuno pure lei ne accoppa insieme alla esotica Dengue, e poi appunto c’è stata questa chicca del virus X. Wikipedia riporta: “La malattia X rappresenta la consapevolezza che una grave epidemia internazionale potrebbe essere causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto e causare un'emergenza sanitaria pubblica. Gli esperti dell'OMS ritengono che, poiché la malattia X e le malattie prioritarie possono potenzialmente causare una grave emergenza sanitaria, stante l'assenza di farmaci e/o vaccini efficaci, sia impellente avviare un progetto di pianificazione strategica e di ricerca e sviluppo. Tale progetto dovrebbe, per quanto possibile, preparare azioni flessibili e trasversali per arginare la diffusione di malattie tra cui anche un ipotetico morbo, ad oggi non noto”.
Come dicevamo, Ghebreyesus ringalluzzito come non mai, ha dichiarato: “Il verificarsi di una pandemia è una questione di quando e non di se (e te pareva, nda). Se lo diciamo non è per creare il panico ma per prepararsi" (excusatio non petita, accusatio manifesta, nda). E ancora: "Il tempo di prepararsi alla nuova pandemia è adesso, non quando arriva". A parte la serie di rituali apotropaici che il capo dell’OMS si è attirato non abbiamo potuto fare a meno di immaginare un certo ghigno che speriamo non sia di soddisfazione. Come se dicesse: “Guardate che io ci sono ancora, non vi siete certo liberati di me”. E immaginiamo, ma solo immaginiamo per carità, che anche la nutrita prima squadra dei virologi e anche della panchina, si siano pensati riproiettati di nuovo al centro dell’attenzione nazionale, magari soffiando ancora una volta il video a Calenda, Renzi e compagnia bella. Una bella lotta.