“Adotta un levriero”, questo l’appello riportato su due enormi cartelloni comparsi nella città di Milano, precisamente in viale Monza e De Gasperi, che l’associazione Pet Levrieri ha voluto affiggere, grazie al contributo di una socia, per sensibilizzare la pubblica opinione cittadina e nazionale sui maltrattamenti che questa specifica razza canina subisce, soprattutto quando si parla di corse clandestine. Ci sono esemplari che vengono trafficati dalla Spagna e dall’Irlanda per essere portati anche nel nostro Paese al solo scopo di farli correre allo sfinimento, tenuti in condizioni igienico-sanitarie allarmanti, fino a che se ne dimostrano in grado. Dopo, vengono abbattuti o abbandonati. Tale campagna è figlia di una grande bagarre sul tema che ha visto nascere una petizione su Change.org arrivata in pochi giorni a quasi 6mila firmatari, a fronte di un obiettivo di 7mila. La petizione dichiara contrarietà alla costruzione di una “pista da corsa” per levrieri prevista in quel di Maserada sul Piave, in provincia di Treviso. Nella specifica della petizione, salta all’occhio un particolare: la stessa creatrice della mozione, in descrizione scrive: “No alla costruzione della pista, nella speranza che la notizia si riveli priva di fondamento”. Fanno seguito i nomi di una serie di associazioni animaliste a sostegno della causa. Abbiamo voluto andare a fondo della questione con Marcello Poli, Presidente del Club del Levriero e Consigliere di ENCI, ossia l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana, l’ente che ha proposto e ottenuto l’approvazione per la costruzione di questa “pista” della discordia. Che, prima di tutto, “non sarà una pista”. Qui la versione, finora inedita e inascoltata, di ENCI.
Marcello, è vero che ENCI maltratta i levrieri e sta per costruire un cinodromo nella provincia di Treviso?
No, i cinodromi per fortuna sono illegali dal 2002 in Italia. Il nostro progetto, già approvato dalla giunta comunale di Maserada sul Piave, non sarà un cinodromo perché, a differenza di quei tipo di strutture, non prevede tribune intorno all'area di corsa degli animali. ENCI sta costruendo un impianto all’aria aperta, appunto senza tribune, dove i levrieri potranno correre in libertà accompagnati dai loro stessi padroni. In pratica, si tratta di un’attività equivalente a portare i propri figli a judo o a nuoto, per rendere l’idea.
Da cosa nasce, allora, la polemica degli animalisti?
La polemica nasce da un equivoco e ci spiace molto che le associazioni animaliste si rifiutino di dialogare con noi per darci l’opportunità di spiegare il nostro progetto. Alla fine, sia noi che loro vogliamo la stessa cosa: il benessere dei levrieri. Abbiamo più volte chiesto un incontro, ma ci è stato sempre negato. L’equivoco ha comunque origine politica.
Cosa c’entra la politica?
Fin da quando abbiamo proposto il progetto dell’impianto per levrieri, l’opposizione di Maserada sul Piave, nella persona della consigliera comunale Anna Sozza l’ha ostacolato. Nonostante i loro voti contrari, però, abbiamo comunque ottenuto l’approvazione a procedere nel giugno del 2021. Verso fine aprile la consigliera, appartenente al PD ed ex sindaco della cittadina, è tornata a parlare pubblicamente dell’argomento, rilasciando dichiarazioni tendenziose ed erronee che però sono rimbalzate online attirando l’attenzione e la preoccupazione degli animalisti. Fino a che della questione, così travisata, si è occupato anche il Consigliere Regionale del Veneto Andrea Zanoni con un lungo post Facebook in cui si dichiarava contrario alla costruzione della pista, argomentando con eventuali e fantasiose problematiche relative alla legalità e alla salvaguardia dell’ambiente. Da qui, la “notizia” è diventata virale ed è giunta alla stampa nazionale.
L’impianto ENCI prevede la corsa di cani italiani o anche esteri? Glielo domando in merito alla polemica sul traffico dei levrieri, importati soprattutto dall’Irlanda e dalla Spagna, attività ovviamente illegale nonché una delle principali preoccupazione di chi si oppone alla costruzione del vostro impianto…
ENCI gestisce il libro genealogico dei levrieri italiani. Se un cane non è iscritto a questo indice, non può partecipare alle nostre attività. Ci sono anche ulteriori garanzie: le corse hanno lo scopo di compiere verifiche zootecniche sullo stato di questa razza canina con pedigree. Chi vince, si porta a casa al massimo una coccarda e non esistono premi in denaro. Dunque mi domando quali interessi possano ruotare intorno alla partecipazione a tali attività non "remunerate". Inoltre, i partecipanti hanno conseguito un “patentino” per poter accedere. Un "patentino" che dimostri che abbiano superato l’esame di idoneità. Questo perché, a seconda dell’indole e del carattere di ogni esemplare e a prescindere dai luoghi comuni su questa razza, non tutti i levrieri amano correre. E non costringeremmo mai un cane che non ha questa velleità a farlo.
Non ci sono, dunque, cani “stranieri” che partecipano alle attività di ENCI?
Ci possono essere. Ma solo se il loro padrone produce a ENCI una documentazione omologa a quella italiana ossia che il levriero sia registrato all’ENCI della propria nazione, predigree e “patentino” che lo rende idoneo alla corsa. Altrimenti, non c’è possibilità di accedere ad alcuna attività da noi organizzata.
E per quanto riguarda il rischio di scommesse clandestine sulle corse di questi levrieri?
Per quanto riguarda questo “rischio”, posso assicurarle che questo “rischio” non esiste: a differenza di quanto allarmisticamente ipotizzato dal Consigliere Regionale Zanoni su Facebook, non verrano costruite tribune intorno all’impianto.
E questo chi lo assicura?
Lo assicura ENCI.
Beh, ENCI difficilmente potrebbe affermare il contrario…
Guardi, basterebbe andare a vedere gli impianti già esistenti da anni in Svizzera, per esempio, organizzati da FCI (Fédération cynologique internationale, ndr). Non esistono tribune per il pubblico né scommesse clandestine intorno a quelle corse, né ne sono state costruite nel tempo. Noi stiamo mettendo in atto lo stesso identico progetto. Non sarà un impianto che prevede la presenza di un pubblico, oltre, naturalmente, agli stessi proprietari dei cani che assisteranno alle corse com’è logico che sia: i levrieri mica possono arrivare da soli all’impianto!
È vero, come si legge online, che l’impianto verrà a costare 160mila euro?
Sì, questa cifra è il preventivo di massima approvato dalla giunta comunale di Maserada sul Piave che ci ha dato disponibilità a tenere lì le nostre attività per i prossimi 15 anni.
Perché è necessario costruire un impianto per far correre i levrieri?
Semplice: per farli correre in sicurezza. Si immagini se dovessero farlo in un bosco, con tutti i pericoli a cui andrebbero incontro e rischiando magari di finire per cacciare animali veri nel loro habitat. L’impianto garantisce al levriero la possibilità di correre all’aria aperta ma in un ambiente tutelato, con tanto di veterinario in caso di incidenti (storte, stiramenti ecc) che possono sempre capitare quando si corre, agli animali come alle persone. Alcuni animalisti sono arrivati a dire che “se è prevista la presenza di un medico, significa che l’attività è pericolosa”. Ma per cortesia: non mi capacito di come si possa non comprendere che si tratti solo di una tutela in più, proprio perché vogliamo bene ai “nostri” cani e ci teniamo a evitare che si facciano del male. Se la presenza di un medico durante una qualunque attività sportiva non va bene, allora dovrebbero essere evitate anche le partite di calcio!
Ci sono possibilità che la bufera mediatica possa in qualche modo impedire la costruzione dell’impianto?
Assolutamente no. Come le dicevo, abbiamo l’autorizzazione a procedere da giugno 2021 da parte della giunta comunale di Maserada. Il resto sono solo chiacchiere. Chiacchiere che comunque dispiacciono molto a ENCI come a me personalmente. Ho 70 anni e ho dedicato la mia vita all’amore per i levrieri.
Ritiene che quanto viene detto in queste ore contro l’impianto e dunque anche contro ENCI possa essere considerato “diffamazione”? Glielo chiedo perché si legge di “scommesse illegali sulle corse”, “maltrattamenti di animali” ecc come fossero dati di fatto…
Abbiamo pensato di muoverci in questo senso, valutando eventuali denunce per diffamazione. Però le dirò la verità: non è una strada che ENCI sente di percorrere perché tutta questa bagarre nasce, appunto, da un grande equivoco. Auspico e auspichiamo che al più presto sia possibile un dialogo con le associazioni animaliste che ci stanno dando contro in buona sostanza senza nemmeno sapere che cosa stiamo andando a fare a Maserada. Come le ho detto: sia noi che loro abbiamo lo stesso obiettivo ovvero la tutela degli animali e, nel caso specifico, l’amore per i levrieri. È assurdo che esistano questi contrasti tra due parti che hanno i medesimi obiettivi e finalità.
(Si ringrazia Antonio Criscione, appassionato di levrieri e orgoglioso papà di Sasà Maath e Hrabal, per la segnalazione e per averci concesso di pubblicare i video in cui mostra le attività sportive e ricreative che da anni fa praticare ai suoi splendidi cani all'interno di eventi organizzati da ENCI)