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Liana Orfei: "Il circo non può morire.
Femminista e animalista? No, grazie"

  • di Giorgetta Pipitone Giorgetta Pipitone

14 dicembre 2020

Liana Orfei: "Il circo non può morire. Femminista e animalista? No, grazie"
In Romanzo di vita vera. La regina del circo racconta la sua vita mirabolante, passata dalle braccia di uno scimpanzè a quelle di Mastroianni o Tognazzi, dagli spettacoli con i leoni ai film con Federico Fellini e Orson Welles o di quella volta che scappò da Luchino Visconti

di Giorgetta Pipitone Giorgetta Pipitone

Al circo ci sono andata un paio di volte da piccola, in gita scolastica, era il massimo del divertimento al quale si poteva ambire nella provincia siciliana degli anni ‘90.

Ad essere sincera non ero molto interessata allo spettacolo, i pagliacci non mi facevano ridere e gli animali mi facevano paura, mi piaceva invece spiare quello che accadeva dietro il tendone principale, cercavo sempre di sbirciare tra le roulotte e i giganteschi camion tutti meticolosamente ordinati come pezzi del Tetris. Mi infilavo in mezzo alle stradine di quella città segreta e puntualmente venivo scoperta e riaccompagnata dentro il tendone. Ai miei occhi era un mondo indecifrabile e proibito, cosa ci fosse dentro quei cancelli non mi era dato saperlo.

Liana Orfei è una donna del circo, che, come ci tiene a specificare lei, è ben diverso dall’essere un’artista circense. Lei ci è nata nel circo, è cresciuta in mezzo alle gabbie degli animali e agli acrobati. A 3 anni la trovarono dormiente tra le braccia di uno scimpanzé grande e feroce più di un leone, a 12 faceva già il suo spettacolo con la cugina Moira.

Poi l’incontro con Federico Fellini, che la volle provinare a tutti i costi e il suo primo film, Guardatele ma non toccatele. Ma è fuori dai cancelli che in poco tempo ha conquistato il mondo del cinema e dello spettacolo, recitando in più di 50 film al fianco di attori dal calibro di Orson Welles e Marcello Mastroianni.

In occasione dell’uscita della sua biografia Romanzo di vita vera. La regina del circo edita da Baldini & Castoldi, Liana Orfei ci ha risposto ad alcune domande sulla sua vita.

Liana Orfei
Liana Orfei oggi

Un tema ricorrente del libro è la sua fortuna derivante dal nascere con “la camicia della madonna” (Una sottile membrana che ricopre il corpo del bambino appena nato) lei ci crede veramente?

Io ne sono assolutamente certa, perché nella mia vita ho avuto moltissime situazioni dove la morte era sicura e me la sono sempre cavata. Per esempio, quando mi trovavo in Jugoslavia per girare il film I Tartari con Orson Welles. Ci eravamo infilati in 5 in una macchina di due posti per andare a controllare i danni provocati sul set dall’esondazione del fiume Sava. In una curva ad anello ci trovammo un camion che stava facendo manovra. Da una parte il fiume in piena, dall’altra rischiavamo che il camion ci trinciasse in due. Non so come l’autista decise di buttarsi su una gomma del camion. Io mi ruppi un braccio ma tutti siamo sopravvissuti senza danni gravi.

Direi che basta per ritenersi fortunata.

Qual era il suo rapporto con Federico Fellini?

Federico era uno di famiglia, veniva spesso a trovarci, adorava i tortellini di mia madre diceva sempre che i tortellini della signora Alba erano unici. Mio fratello Nando ha recitato in Amarcord che per me è il suo più bel film. Francesca, sua unica nipote mi chiama zia Liana, io ne vado molto fiera. Abbiamo avuto un rapporto stupendo, con lui e sua moglie, Giulietta, grandissima donna, ma troppo modesta e pochi se ne sono accorti, sai chi se n’è accorto? Proprio suo marito. Di lui dicono che gli piacessero le donne, io questo non lo posso dire, quello che posso dire e che ho costatato personalmente è che lui aveva un rispetto e una tenerezza per sua moglie che raramente ho visto nella mia vita.

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Liana Orfei e Marcello Mastroianni

È vero che ha dato uno schiaffo a Ugo Tognazzi ed è sfuggita alle avances di Luchino Visconti?

Ero un’inesperta della vita, sempre sulla difensiva, non ero mai uscita veramente fuori dal circo, lì dentro mi sentivo al sicuro, fuori mi sentivo sempre in pericolo. Ero molto prudente, si figuri che quando ero fidanzata con il mio primo marito non ci eravamo mai baciati. Lo schiaffo a Tognazzi fu istintivo, stavamo girando il film Tipi da spiaggia, lui mi diede un bacio troppo lungo e mi scappò la mano, me ne pentii subito. Era un dongiovanni ma fuori dal set era simpaticissimo. La fuga da Visconti invece è stata come un film di Woody Allen. Mi inseguì fino all’hotel e quando io entrai lui si arrampicò sul glicine per raggiungere il mio balcone. E come si arrampicava! Che braccia! E io me ne intendo di arrampicate. Questa storia non l’ho mai raccontata a nessuno, l’ho solo scritta nel libro. Era talmente assurda che pensavo non mi avrebbe creduta nessuno.

Cosa pensa del femminismo?

Io sinceramente il femminismo non lo condivido. La donna è il motore del mondo, è così importante da sempre ed è giusto che si faccia avanti ma il femminismo lo trovo superfluo.

Sono sicura che le donne potrebbero anche sopravvivere senza gli uomini ma gli uomini senza le donne sicuramente no!

Secondo lei il circo è morto?

No, il circo non è morto, è cambiato, si è ridimensionato. Il grande circo, come quello che facevamo noi non esiste più invece. Ci volevano due treni speciali con 30 vagoni per spostarci, avevamo 110 artisti, le spese erano esorbitanti e ora non sarebbe più sostenibile. Il circo non morirà mai, sparirà tutto il resto ma il circo no. È nato con l’uomo e morirà con l’uomo.

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Liana Orfei e Federico Fellini

Com’è il suo rapporto con gli animali? Si definisce animalista?

Io amo gli animali, vivo in empatia con loro ma non mi piace essere definita animalista. Ci sono gli animalisti veri, quelli che gli animali li difendono davvero e con loro io sono molto amica, poi ci sono gli animalisti finti, quelli che tolgono gli animali al circo per metterli dentro le oasi a pagamento e prendono un sacco di soldi.

Il momento più terrificante che ha vissuto su un set?

Durante il film con Mastroianni, Casanova 70, dovevamo girare una scena dentro una gabbia di leoni, io ero terrorizzata perché conoscevo il pericolo, Marcello Mastroianni invece è stato incredibile, recitava come se ci fossero stati tre agnelli invece che tre leoni. Quello con lui fu definito il bacio più lungo della cinematografia italiana. Dopo tutti mi chiedevano cosa avessi provato a baciarlo… e cosa dovevo provare? Terrore!

Lei segue i social? Cosa pensa degli influencer e di Chiara Ferragni?

Mi piacciono i social, li uso specialmente la notte. Ogni epoca ha qualcuno che crea scandalo anche se poi scandalo non è. Nel 700 c’era Madame de Pompadour che faceva molto scalpore ma era anche una grande consigliera del Re, adesso abbiamo Chiara Ferragni che però non è come  la Pompadour eh!

La sua prossima avventura?

Vivere abbastanza a lungo da andare su Marte.

Il suo più grande rimpianto?

Non avere avuto il tempo di stare abbastanza con mia figlia. Nessun artista riesce veramente a coniugare la vita lavorativa con la vita familiare, è impossibile dedicare abbastanza tempo alla famiglia quando si lavora tanto. Poi mi manca l’odore della terra bagnata, mi piaceva tanto ma adesso non lo sento più.

 

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Il circo di Liana Orfei

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