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Torture sugli animali in diretta social.
Ecco dove si "addestrano"
alla violenza i giovanissimi

  • di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

17 ottobre 2020

Torture sugli animali in diretta social. Ecco dove si "addestrano" alla violenza i giovanissimi
Il giovane che ha ucciso un gatto con un calcio a Casoria è solo la punta dell'iceberg. Da anni migliaia di pagine social veicolano le torture sugli animali, senza che si riesca ad arginare un fenomeno ormai dilagante

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Le immagini choc del ragazzino che uccide un gatto con un calcio stanno facendo il giro del web, eppure stupiscono moltissime persone ma, purtroppo, non i giovanissimi. Come mai? Semplice, perché la generazione “nativa digitale” da tempo è abituata a convivere con una miriade di pagine social nelle quali le pratiche dell’orrore sono una visione tanto macabra quanto quotidiana.

Non a caso da qualche giorno – e ben prima dell’episodio di Casoria (Napoli) pubblicato su Tik Tok – era partita una petizione online per denunciare le migliaia di profili Instagram, Facebook e canali YouTube dove vengono veicolati video e foto di violenze raccapriccianti nei confronti di animali totalmente indifesi. Addirittura, alcuni si fanno pagare per assistere in diretta alle torture.

La petizione (alla quale potete partecipare firmando qui) e le immagini da brividi utili a far emergere la realtà, si devono all’impegno dell’illustratrice Alessia Iannetti e al musicista Fabio Bonci, oltre ad alcuni amici, che si sono impegnati a segnalare e cercare di far chiudere queste pagine che, spesso e volentieri, sembrano gestite proprio da ragazzini.

Un lavoro immane, segnalato anche alle autorità competenti, ma che per ora non ha portato agli effetti sperati, visto che spuntano come funghi nel fluido mondo dei social.

Ecco spiegato, quindi, il motivo per cui non dovremmo stupirci neanche noi della violenza di Casoria, ma semmai regolarci di conseguenza. È attraverso questi profili che i giovanissimi vengono “addestrati” alla mancanza di sensibilità, alla violenza gratuita, alla spudoratezza persino di rendere tutto pubblico.

Di seguito la testimonianza di Alessia Iannetti.

Alcuni mesi fa io e alcuni amici abbiamo scoperto un teatro dell'orrore in cui vanno in scena violenze di efferatezza inaudita. Violenze su animali.

Gli interpreti in questo palcoscenico di morte, vuoto e inconsapevolezza sono per la maggior parte ragazzini tra i 15 e i 17 anni che si divertono a torturare e a mutilare fino alla morte animali innocenti, spesso i loro animali, gli stessi esseri che dovrebbero solo amare e proteggere.

Io, Fabio, Alexandra, Justina e Arianna seguendo le tracce di alcuni profili che ci sono stati segnalati abbiamo scoperto un abisso popolato da intere reti di utenti dediti a una sorta di culto sanguinario.

Sono centinaia, sparsi in tutta Europa, sparsi in tutto il mondo e sono adolescenti. Questi mostri seviziano e uccidono animali domestici fotografando tutto, filmando tutto, per poi pubblicarlo sui loro profili.

Alcuni organizzano anche delle dirette e si fanno pagare lo spettacolo, i followers al loro seguito sono migliaia, che apprezzano e condividono gli stessi materiali.

In molti abbiamo contattato gli amministratori di Instagram ma i loro profili sono rimasti attivi per mesi e mesi. Dopo 40 segnalazioni tutte respinte e nottate intere passate a raccogliere prove Fabio è riuscito a far eliminare il profilo di un mostro che si esibisce organizzando dirette in cui compie sevizie di ogni tipo su cani e gatti, conducendoli ad una morte lenta in preda agli spasmi di un'agonia indicibile. Il tutto avviene davanti ad un pubblico di più di 30.000 followers, tutti principalmente minorenni. Dopo incessanti e continue segnalazioni molti di questi profili scompaiono ma solo per poi riapparire, moltiplicandosi in altre decine di profili backup e così lo spettacolo continua.

Abbiamo riscontrato una difficoltà che sembra impossibile da sormontare nel riuscire a creare collaborazioni all'estero con Associazioni e Polizia e abbiamo pensato di lanciare una petizione per chiedere un aiuto direttamente alle persone, a quelle che ancora hanno un cuore e che si impegnano ad essere sempre consapevoli in ogni gesto.

Abbiamo scritto a chiunque: Stampa, Tv, politici, Polizia, Polizia Postale, Associazioni Animaliste ma il silenzio che circonda questa cosa è assordante.

Jung scrisse che “Quando ci si trova faccia a faccia con il male, si ha più che mai bisogno della minima particella di bene. Si tratta di fare in modo che la luce continui a risplendere nelle tenebre, e la nostra candela non ha senso se non nell'oscurità.”

Il potere di allertare l'opinione pubblica ora è nelle mani dei singoli. E' importante firmare la petizione e condividerla il più possibile per portare il problema alla luce di molti, per fare in modo che la luce continui a splendere. La stessa luce di cui i nostri animali sono portatori. La stessa luce che ci donano ogni giorno nell'accoglierci ed amarci senza giudicarci. E' tutto quello che possiamo fare e lo dobbiamo loro, per il loro amore, per la loro luce.

 

Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram

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