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La presunta "impotenza" di Raoul Bova "Occhi Spaccanti" ad Atreju, le inopportune domande di Paola Ferazzoli e tante altre gaffe del panel voluto da Arianna Meloni

  • di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

  • Foto: Atreju Tv

11 dicembre 2025

La presunta "impotenza" di Raoul Bova "Occhi Spaccanti" ad Atreju, le inopportune domande di Paola Ferazzoli e tante altre gaffe del panel voluto da Arianna Meloni
Paola Ferazzoli ha davvero domandato per ben 3 volte a Raoul Bova se si sia sentito "impotente" durante il panel sui deepfake voluto da Arianna Meloni. Un certo imbarazzo tra gli astanti. Certo che sbagliare è umano, ma perseverare è davvero diabolico! Questo e non solo. Un'ora di pura, irresistibile surrealtà, perché "il cyberspazio non dimentica"

Foto: Atreju Tv

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

Arianna e Don Matteo. Ari e Raoul. Meloni e Bova. Occhi spaccanti. Tutto quello che ci passa per la mente come un treno in corsa mentre aspettiamo che il palchetto di Atreju venga allestito. Poi arriva un baldanzoso signore pelato dall’accento sardo. “Buonasse… (il microfono non funge) Buonasseraaaattutti, sono Salvatore Dei(d)da, presidente della nona commissione trasporti della camera dei deputati (accento sardo). Oggi parliamo di deep fake di … vi prego qui davanti che stiamo inizziando (accento sardo) grazzie. (…) In Inghilterra qualcuno ha postato una foto di un ponte pericolante, era un ponte ferroviario. (…) Un giornalista della Bbc ha poi scoperto che era AI. Stiamo lavorando con le piattaforme per certificare che chi naviga su internet…” e bla bla bla tutto serissimo sulla gravità dei deepfake. La serietà è imbarazzante che pare di stare ad un convegno del Partito Democratico. “L’internet non può essere un luogo dove nascondersi! I giornalisti hanno delle responsabilità…”. E certo no? “Paola Ferazzoli (accento sardo incredibile). Attrice giornalista, scrittrice e conduttrice” (un’umanista a trecentosessanta gradi!), Francesca Barra (che non entra, sì, invece entra), “giornalista”, solo giornalista lei. “Ringraziamo Laura Bononcini di Meta”. E uno ad uno fanno il loro ingresso gli ospiti che prendono a sedere sulle poltrone bianche. “Grazie al nostro bravissimo attore Raoul Bova!” Cascata di applausi.

Raoul Bova "Occhi spaccanti" ad Atreju Atreju Tv
Raoul Bova "Occhi spaccanti" ad Atreju Atreju Tv

“Occhi spaccanti”, tutto vestito di nero entra con la faccia incazzatissima e non sa dove sedersi. Alla fine prende posto accanto alle due ospiti e in fondo, accanto a lui si avvicina il magistrato Valerio De Gioia in grande spolvero con un bel pataccone di Rolex d’oro e argento al polso. Pare domandargli se a lui stia bene che lui si sieda lì come a dire “posso mettermi qui o deve sedersi Arianna?”. Bova sempre con l’aria gravissima e parecchio sotto pressione pare accettare. Accanto al magistrato arriva l’attore Fabio Ferrari con una certa tintarella, tutto contento, si siede. Ma eccola che entra con la sua criniera bionda Arianna Meloni che saluta, fa una corsetta di decompressione da un lato all’altro del palco e va a sedersi là in fondo a destra. Applausi applausi applausi! L’onorevole Deidda grazie a Dio cede la parola alla presentatrice Paola Ferazzoli che ne sparerà delle belle, quindi rimanete sintonizzati, mi raccomando! La giornalista parte serissima, con aria da istitutrice, a proposito dell’iniziativa “non con la mia faccia. Il problema che abbiamo l’obbligo di capire e fronteggiare… bla bla …. Per questo ringrazio gli organizzatori di Atreju … bla bla… i deepfake progettati per imitare la persona reale possono essere utilizzati per … bla bla … e qualcuno su questo palco lo sa bene” riferendosi a Francesca Barra, vittima di nudi deepfake tempo addietro. Ma bando alle ciance! Arianna, volevo porgerle una domanda. Come mai ha deciso di fare questo panel?

Arianna Meloni nel panel contro i deepfake ad Atreju Atreju Tv
Arianna Meloni "spaccante" ad Atreju Atreju Tv

Perché è arrivata questa rivoluzione, questa intelliggennza che ha rivoluzzionato la nostra esistenza.(…) Tu è come se fossi davanti a un bivio. Noi crediamo che l’uomo debba rimanere al centro e dominare la macchina. Queste “moderne tecnologie”... bla bla… Arianna insomma affronta il discorso della tecnica attraverso il punto di vista della sua critica, tema che suggeriamo di approfondire nell’ottimo volume di Carlo Galli a proposito (“TECNICA”), una storia che parte da lontano. La tecnica vista insomma come inganno e malefico essere da contrastare, senza comprendere che la tecnica è la natura stessa, ma vabbé, sticazzi, ecco che arriva il bello! “Ci sono tanti-tanti pericoli, il cervello umano rischia di impigrirsi. Dobbiamo ricordarci che la nostra differenza con tutti gli altri esseri viventi è il pensiero!”. Non sapevo che i gatti non avessero pensiero, ecco spiegato perché mi lasciano solo oppure perché finiscono investiti dalle auto quando attraversano la strada. Non pensano. Deficienti. Siamo ai livelli di Albano con i dinosauri che vengono sconfitti dagli uomini. “Hanno distrutto la loro reputazione, la famosa ‘web reputation’. Il deepfake non è solo un modo per danneggiare i singoli, ma pure un’arma geopolitica! (…) Possono far crollare una borsa! Creare un tipo di panico per cui sarebbe difficile tornare indietro. Un ingegnere a Hong Kong ha spostato 25 milioni di dollari perché glielo diceva il suo direttore finanziario con un video fake”. Bellissimo, come dice il direttore Moreno Pisto “Tutto bellissimo”. “La sfida è gestire questi strumenti. Al centro di tutto dev’esserci sempre l’uomo”. Passa il microfono, sospiro di sollievo, è andato tutto bene. Prende la parola Francesca Barra, pure lei incazzatissima.

Da destra Paola Ferazzoli,ì Laura Bononcini e Francesca Barra Atreju Tv
Da destra Paola Ferazzoli, Laura Bononcini e Francesca Barra Atreju Tv

Pare una del Partito Democratico, però se la prende con Gramellini, che in una trasmissione televisiva avrebbe perculato il panel in questione. “Non c’è niente di divertente in un reato Gramellini!”, ventilando tra le righe l’apologia di reato. E’ una questione di “giustizia giusta”, d’altronde, come il nome della sala in cui si tiene l’evento. “Di questo reato c’è chi muore e chi si toglie la vita”. Madonna mia che serietà, non si può neanche più “scherzare sul caso di Raoul Bova perché se no prestiamo il fianco a chi ha fatto un tentativo di estorsione. (…) Chiamate le cose col proprio nome. Si deve dare la vita per difendere di un principio”. Applausi, applausi, anche da parte dei ragazzini che se ne stanno seduti sotto il palco con le gambe incrociate, evidentemente traumatizzati da tutto quello che gli sta succedendo attorno. Dopodiché la moderatrice, la Ferazzoli passa al piatto forte della serata, Raoul Bova ormai alias “Occhi Spaccanti”. Lo fa entrando a gamba tesa: “Raoul Bova, la sua intimità è stata ridicolizzata. Ti sei sentito impotente di fronte a questa aggressione che hai subito?”. Cioè, davvero ha utilizzato la parola impotente? Sì. Vabbé, non l’avrà fatto apposta. Raoul Bova serissimo risponde evidentemente un po’ imbarazzato.

Da destra il magistrato Gioia l'attore Ferrari la spaccante Arianna Meloni Atreju Tv
Da destra: il magistrato Gioia, l'attore Ferrari, la "spaccante" Arianna Meloni Atreju Tv

Le espressioni facciali delle altre ospiti sono attentissime a non tradire il benché minimo indizio di risata interiore. “Sì, io (farfuglia, si riprende) hmm… la percezione della mia vita e della mia realtà è cambiata da un momento all’altro. Sono una persona che ha sbagliato, certo, ma questo ha messo nelle mani di una persona singola degli audio privati e delle chat che ha usato con scopo di lucro, monetizzando, diffamando”. E certo, se non ci guadagni è okay, ma se lo fai a scopo di lucro non va bene. Siamo d’accordo, andrebbe perlomeno tassato. “All’inizio hanno provato a chiedermi i soldi”. Beh è chiaramente un ricatto e va punito. Questa situazione ha messo a rischio anche il suo posto di lavoro nella serie di Don Matteo, dove Bova insomma sta di fatto per ereditare l’importantissimo ruolo rivestito da Terence Hill. Il Padre Brown in salsa perugina che tutti guardavamo la domenica in tv a pranzo con la nonna. C’è anche da dire, però, che a Bova lo hanno preso un po’ tutti per i fondelli (e crediamo che dopo Atreju sarà ancora peggio) perché qualunque piacione con la fiatella che mandi un audio ad una signorina con voce sensuale scandendo le parole “hai degli occhi spaccanti” non può che aspettarsi una risata dalla (s)fortunata di turno. La prima cosa che farà la signorina, statisticamente, sarà quella di far sentire l’audio incriminato alle sue amiche ancora una volta per riderne insieme a loro. E intanto Bova continua “tutti mi hanno preso in giro, dalle persone più basse a quelle più alte, dagli intellettuali ai lavoratori” Come se i lavoratori fossero bassi e gli intellettuali alti di statura. “Che cosa ho detto? “Occhi spaccanti” e allora? Questa è una società malata”. Ma fatti una risata Bova, questa è l’Italia che ride della commedia all’italiana che è la tua vicenda, suvvia. Però il problema è che la Ferazzoli insiste. Vuole proprio sapere, con interesse morboso, a tutti i costi. “Ma lei si è sentito impotente?” E due. “Lei si è sentito impotente Raoul?”. E tre. Glielo ha chiesto davvero tre volte ragazzi. Che spettacolo! Mannaggia. Andatevi a rivedere i video della diretta. Guardate le facce della Bononcini, di Barra che dissimulano l’imbarazzo subito di riflesso dal povero bono Raoul, che finalmente vuota il sacco, sulla difensiva: “no, io mi sono sentito molto solo. Né la polizia, né i giudici, né la stampa ha tenuto conto che quella cosa lì era un reato”. Sai perché Raoul? Stavano ancora tutti piegati in due dal ridere. Un po’ di autoironia non fa male dai. Ma è che nel panel sulle deepfake organizzato da Giorgia Meloni stanno tutti ‘ngazzati niri.

Il turno è del magistrato Gioia (Verga insegna che l’antinomia è uno stratagemma retorico adottato prima di tutti gli altri da Dio) con il pataccone al polso che spiega la gravità del reato del deepfake e dei disegni di legge che verranno approvati “Fino a 10 anni di reclusione per quello che è successo a Raoul!”. C’ha il sangue negli occhi, Gioia, ce lo immaginiamo con il martello in cattedra di tribunale suonare la sentenza “colpevole! Colpevole!”. L’attore Fabio Ferrari addirittura arriva a spiegare, scomodando percentuali e statistiche, che “solo il 41% degli italiani sanno cos’è un deepfake. Bisogna parlare italiano. Menzogne ignobili!”. (APPLAUSI) La lingua vetero-italica, finalmente cazzo! Fateci godere ancora, vi prego continuate così, sì sì, un po’ più giù sì, non vi fermate vi prego. “Non c’è niente di più turpe, di orribile, della menzogna verso l’altro”. Bravo, vai così, sì (applausi) “Io ero un grande fan di margaret Tatcher”. Volo, non c’entra una sega ma è un viaggio bellissimo, grazie Atreju. “Le leggi ci sono (con voce nasale). Se diffami qualcuno ti devono venire a prendere a casa e metterti in galera”. Ma non finisce qui. “Spesso vado a vedere i profili di queste persone che mi insultano sui social. C’è un istinto che abbiamo da sempre che è quello di farsi i c**i altrui. Il primo istinto che hai quando senti che i vicini litigano è ‘famme sentì’, ma una persona civile dice ‘ma no son fatti loro’”. Chissà cosa avrà fatto quando scopavano allora! Poi tocca a Bononcini. Più seria, spiega cose serie, lei d’altronde è la direttrice delle relazioni istituzionali di Meta per il sud Europa e Israele. Non può dire sciocchezze, e quindi, si va verso la fine con la chiusura di Arianna. “Lo scripta manent è ormai diventato quasi una lettera scarlatta. Il cyberspazio non dimentica!”. Potrebbe bastare questa epica frase a chiudere, ma sceglie un passaggio di Papa Francesco. Tira fuori un foglio, si mette gli occhiali a goccia in su e legge scandendo bene le parole “Di fronte ai prodigi delle macchine che sembrano poter scegliere in modo indipendente, all’essere umano deve sempre rimanere la decisione perché se no c’è un futuro senza speranza”. L’onore del la messa è finita andate in pace all’insostituibile Ferazzoli: “grazie a chi c’ha ascoltato perché il futuro è adesso!”. (xD)

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