Aveva solo 3 giorni. Tre. E al di là della tragedia, al di là della disperazione, al di là del vuoto io non riesco a non cercare una causa. Che non è un giudizio sulla madre che distrutta dal travaglio forse ha soffocato suo figlio, né sui medici, gli infermieri e le infermiere. Il dolore merita sempre pietas ed empatia così come la colpa una seconda chance e una riabilitazione. Ma oltre alla vicenda di una madre sfinita che si addormenta nel suo letto dell'ospedale Pertini di Roma e quando si sveglia scopre che il suo bambino, Carlo Mattia, nato da appena 72 ore, non c'è più, è morto, oltre a questo cosa c'è?
C'è che più della causa (indagheranno i magistrati), più che della mediocrità e del pressappochismo di alcuni, mi interessa il sistema. E il sistema Sanità in Italia è fottuto. Fottuto. Ogni giorno leggiamo sui giornali del ministro Schillaci che fa la lotta al fumo, pure alle sigarette elettroniche. Leggiamo ogni giorno le malsane idee di mettere le etichette come sulle sigarette pure sul vino, quando ci hanno cresciuto a merda gonfiata con gli ormoni, i diserbanti, permettendo pratiche all'interno dei macelli che questi sì sono dei veri cancri. Perché i politici e i dirigenti sanitari preferiscono spesso non affrontare i veri problemi. Preferiscono il marketing, i titoli, le comparsate in tv in stile virologi.
Arriviamo da anni di Covid da cui è emerso con chiarezza che la Sanità italiana (con la S maiuscola) è in stato comatoso. Siete mai stati in un pronto soccorso negli ultimi mesi? In un reparto maternità? In un ospedale pubblico? Per fortuna (per la nascita di mia figlia) e purtroppo (per Covid e un'operazione di un altro mio figlio) io sì, li ho frequentati. Nelle due regioni cosiddette più virtuose, Lombardia e Toscana. Ebbene, la salvezza è affidata a due cose: o alle persone singole che lottano all'interno di un sistema che ti rende la vita impossibile e ci mettono amore passione e competenza e ore di straordinario (ho parlato con tirocinanti che facevano 12 ore di lavoro per 12 ore di fila) o al privato (con conseguenti spese folli, l'ultima volta un urologo per una prima visita di controllo mi ha chiesto 250 euro. 250!).
In Italia ci sono due priorità su tutte. La Sanità e la Scuola. Entrambe ormai a puttane. All'interno degli ospedali trovi professionisti validi ma sfatti dalla fatica (quando va bene) o che non ce la fanno più, in strutture fatiscenti, terribili, senza fondi, con strumenti vecchi, oppure (per la maggior parte) medici e infermieri e professori senza un minimo di umanità, che ti trattano male, con superficialità, che non ti rispondono mai, che danno per scontato che abbia fatto studi medici pure tu, alcune volte addirittura impreparati.
Caro ministro attuale, cari ministri precedenti, cari dirigenti, cari Presidenti di Regione di allora e di adesso, caro governo Meloni e prima di te cari governo Draghi e Conte e Renzi e Letta e Monti e Berlusconi, di questa morte nel letto di Carlo Mattia, anni 0, giorni 3, la colpa ve la dovete sentire tutta addosso voi. A distruggere la Sanità e la Scuola siete stati voi. A non occuparvene siete stati voi. A fare riforme fatte male siete stati voi. A decidere di dedicare risorse per cose meno importanti siete stati voi. Ve lo dovete ricordare. Carlo Mattia è deceduto in un ospedale e in una scuola non ci andrà mai. La Sanità e la Scuola sono il presente e il futuro di questo Paese e voi in questi decenni il presente e il futuro lo avete svenduto e abbandonato. Al di là della tragedia, al di là della disperazione, al di là del vuoto c'è questo. C'è la vostra responsabilità.