Lamberto Sposini compie settant’anni venerdì 18 febbraio. È uno degli uomini più affascinanti che abbia conosciuto: bello, colto, autorevole, a volte mi sembrava che se la tirasse un po’, e non era impossibile sentirlo incavolato come pochi se qualcosa nel lavoro andava storto, ma era un Maestro. Lui non lo sa, ma a Lamberto io devo tanto. In un periodo in salita della mia vita Daniel Toaff, che era vicedirettore di Rai1, mi chiese di partecipare a La Vita in diretta che lui conduceva.
Lamberto alla parola gossip credo che si sarebbe messo due dita in gola, perché non era certo quella l’informazione che forse voleva portare nella sua trasmissione (che aveva grandissimo successo), ma insieme funzionammo, la rubrica andò benissimo, mi aveva accettato e per me fu una grande occasione.
E lui, che era molto rispettoso del lavoro altrui, mi diceva: “Tu parli di vite private come altri giornalisti specializzati in economia parlano di azioni di borsa e imprese, con professionalità”. Non ci siamo mai frequentati se non a Rai Uno, a parte qualche incontro nei ristoranti romani (buon gustaio e ottimo cuoco). Piaceva alle donne, quanto piaceva, aveva anche qualche storia “molto più giovane, famosa e bionda”, io sapevo le virgole, ma ho taciuto (lei era sposata con figli) e piaceva ai colleghi, per la sua classe e preparazione. Si era trovata bene anche Mara Venier, sua amica, che gli fu affiancata e con successo a La vita in diretta. In quel periodo andava a Rai Uno anche cinque volte a settimana, io gravitavo soprattutto nelle pagine di cronaca, anche nera, di Mara Venier, ma ci si incrociavamo spesso. E proprio insieme dovevamo trovarci quel pomeriggio del 29 aprile 2011 per una puntata speciale dedicata interamente alle nozze tra William d’Inghilterra e Kate Middleton. Sul divano bianco noi ospiti eravamo già seduti: la partenza del programma era annunciata per le 14.10, in anticipo, proprio per le nozze reali, dopo il Tg1.
C’eravamo io Caterine Spaak, Cristiano Malgioglio, Emanuela Falcetti. E improvvisamente si sentì un tonfo e Mara che con la voce amplificata dalla diffusione in studio, pieno di pubblico, che urla “Lamberto sta male!”.
Lamberto era a terra, non voglio raccontare particolari. Daniel Toaff corse a chiamare i medici di turno della Rai, “ho fatto i gradini a tre alla volta”. Emanuela Falcetti aiutava Sposini incosciente e fu straordinaria, davvero. Io chiamavo il 118 (un servizio eccezionale che avevo chiamato altre volte e che in genere arriva in pochi minuti dopo) ma non sembrava arrivare mai. Chiamai anche la mamma della sua bambina, la giornalista Sabina Donadio, non stavano più insieme, ma erano unitissimi per amore della figlia. Era spento il telefono. Chiamai allora suo marito Umberto Brindani, direttore di Oggi. Lamberto fu portato in ospedale, scoprirono poi che era emorragia cerebrale. Andammo in onda in ritardo. Una scelta anche per non spaventare i famigliari che non sapevano e che non vedendolo in video si sarebbero allarmati.
Disse poi Mara: “Non sapevo che Lamberto stesse così male. Mi hanno spiegato che aveva avuto una congestione, che non dovevo preoccuparmi. Non sarei mai andata in onda. Non avrei mai potuto, ma mi è stato detto che la situazione era sotto controllo. Al pubblico ho detto quello che avevano spiegato a me pochi secondi prima: che Lamberto si stava riprendendo. Non potevo immaginare”.
Da allora Lamberto non ha più lavorato. Vive a Milano, aiutato da Sabina e da amici cari. Non sono mai andato a trovarlo, per rispettare quella che credo fosse una sua riservatezza. So che vive sereno e pieno d’amore. Riceve le visite di Mara Venier, di Barbara d’Urso, di Simona Ventura, di Enrico Mentana, di Carolyn Smith che lo aveva in giuria da anni a Ballando con le stelle fino all’ultimo. Ha tenuto duro, non ha fatto più il giornalista, ma ha fatto uno dei lavori più difficili al mondo: il padre. E so che in questo è stato ed è eccezionale. Auguri, Maestro.
L’omaggio speciale di Clemente Mimun
Ho chiesto al direttore del Tg5 un ricordo di Lamberto con cui ha fondato, insieme a Enrico Mentana, il suo telegiornale. Eccolo: “Lamberto, spero almeno nei tempi supplementari!"
Entrambi siamo stati fulminati a pochi giorni di distanza 11 anni fa. Prima lui, poi io. Finimmo entrambi all’istituto Santa Lucia di Roma, un centro d’eccellenza a livello mondiale per la riabilitazione. A fatica andavo a trovarlo ma riuscivo a farlo ridere, nonostante fossimo in una situazione tragica. In questi anni la mamma di sua figlia, Sabina, mi ha sempre informato sulle sue condizioni, anche se l’ho visto solo due o tre volte. Mi addolora moltissimo sapere che non ha recuperato almeno quanto me. Oltretutto la sua Juventus non è sulla cresta dell’onda. Auguro a Lamberto tutto il bene del mondo… la fortuna non è stata dalla sua parte, spero almeno nei tempi supplementari!