Lapo Elkann non ha mi nascosto la grande influenza che il nonno ha avuto per lui. E non sembra ce ne fosse motivo. Dopotutto essere il nipote di Gianni Agnelli, l’ultimo re di Torino, il fautore di quello che oggi è un vero e proprio impero (e un’eredità molto discussa), non deve essere stato questo gran dramma. Nonostante le vicissitudini e il passato di droga, che per certi aspetti lo hanno fatto sentire vicine a Edoardo Agnelli, Lapo Elkann si sente di aver raccolto il lascito di un’icona di stile. Proprio lui, più volte, ha infatti scritto: «Mio nonno è stato un grande modello per me e una figura paterna importante nella mia vita. Ho imparato molto da lui e cerco di seguire il suo esempio». L’esempio, cioè, di «un grande uomo d'affari e un leader straordinario. Ha costruito un'azienda che ha cambiato il volto dell'economia italiana e ha lasciato un'eredità duratura».
Tutto questo anche grazie a una grande capacità di coltivare relazioni e fiducia con i suoi dipendenti, i suoi collaboratori e una clientela appassionata. È proprio Lapo Elkan a ricordarlo: «Mio nonno ha sempre avuto un grande senso dello stile e dell'eleganza, e questo gli ha permesso di rappresentare l'Italia in tutto il mondo con classe e distinzione». Oggi, a vent’anni dalla morte del nonno, Lapo rinnova il ricordo e l’amore per l’Avvocato con un tweet sulla sua pagina ufficiale: «Sei sempre stato il Mio Supereroe e lo resterai per sempre. Non c’è giorno in cui non senta la tua mancanza ma so che da lassù sei il mio più grande angelo custode». E sotto al tweet l’omaggio dei tanti automobilisti che hanno scelto negli anni di Agnelli la Fiat, insieme a quello dei tanti juventini. L’Avvocato, «esempio di forza, coraggio e determinazione», oggi compianto più che mai, rimarrà per Lapo semplicemente il nonno, il capofamiglia a cui si deve tutto, il successo, la fama, persino la “beatificazione” della famiglia agli occhi dell’industria.