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Lavoratori? Tiè! Khaby Lame prende 750 mila dollari a post

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

2 ottobre 2023

Lavoratori? Tiè! Khaby Lame prende 750 mila dollari a post
Khaby Lame, il ragazzo d'oro di TikTok, guadagna 750mila dollari a post. Lo ha rivelato durante un'intervista a Forbes. Praticamente potrebbe farsi un attico in centro a Milano ogni volta che indica un prodotto sui social. Buon per lui, ci mancherebbe. Forse è bene realizzare, però, che coi nostri like e cuoricini virtuali rendiamo possibile un mercato fuori da qualsiasi logica. O no?

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

"Quando ho iniziato a fare video sui social, mi dicevano di trovarmi un lavoro vero". Così Khaby Lame, il TikToker più seguito al mondo, nel corso di una freschissima intervista a Forbes. Per chi non lo sapesse, il nostro crea contenuti social viralissimi in cui indica cose strabuzzando gli occhi. Gioca anche spesso a Fortnite. Fa ridere? A volte. E basta questo alla prestigiosa testata per definirlo "moderno Charlie Chaplin". Ex operaio, Lame "si è fatto da solo", creando la propria fortuna a forza di raccattare milioni di cuoricini virtuali e views. Cuoricini virtuali e views che, dal 2019 a oggi, si sono tradotti per lui in soldi reali, realissimi. Anno del Signore 2023, arriva a guadagnare 750mila dollari a post, quando "collabora" con brand che lo assoldano in qualità di testimonial. Ossia gli chiedono qualche secondo di video in cui indica cose strabuzzando gli occhi. 750mila dollari che equivalgono a poco più di 700mila euro. Praticamente, un attico in centro a Milano per ogni, seguitissimo peto social in #adv. Certo, i compensi di Lame non vengono dalle nostre tasche ma da quelle di privati che scelgono di investire su di lui per farsi pubblicità. Allo stesso tempo, quella cifra dà le vertigini. Mentre tutti, chi più chi meno, lottiamo per arrivare a fine mese, esiste un sistema che permette a una cerchia di individui miracolati di diventare arcimilionari facendo due mossette. Intravedere l'eresia, lo scompenso di tale sistema è da boomer, da persone che non riescono a comprendere i "Tempi Moderni". E sia. Non li comprendiamo. E non c'è filosofia o fine ragionamento economico che possa convincerci che non ci sia un gigantesco cortocircuito in tutto questo. La teoria la lasciamo ai sapientoni. Qui si tocca l'erba. Che è, sempre e comunque, verde. 

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 “Voglio lavorare in modo pulito. Non ho mai collaborato con un’azienda che produce alcolici, sigarette o qualsiasi cosa che faccia male, perché molti bambini mi seguono”, spiega Lame a Forbes. Certo, con un compenso di 750mila dollari a post, ci mancherebbe solo che uno non possa permettersi di scegliere. Molti bambini lo seguono, è vero, in tutto il mondo. E molti bambini, dunque, si fanno l'idea che indicare oggetti possa essere una fonte di reddito eccellente, faraonica. Sempre meglio che lavorare. 

Nessuno o quasi, anche all'interno della stessa redazione di MOW, è d'accordo sul fatto che questi 750mila dollari a post siano un'eresia bella e buona. "Se gli danno così tanto, significa che prevedono di guadagnarci ancora di più". "È così che funziona oggi la pubblicità", "Cosa te ne frega? Non sono mica soldi tuoi!", "Io non faccio la morale a chi guadagna", "Non è che il lavoro debba essere per forza fatica e sacrificio". Queste più o meno le obiezioni rivolte al totale smarrimento di chi scrive. E chi scrive non sta scrivendo contro Khaby Lame in quanto personaggio. Non vuole nemmeno fargli la morale o lasciar intendere che sia brutto e cattivo. Ci mancherebbe. Se esiste chi gli offre tanto, sarebbe ben idiota a rifiutare il malloppo. O meglio, i malloppi. Perché dovrebbe? Tanto gli stronzi siamo noi, mica lui. 

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Gli stronzi siamo noi perché con i nostri like e cuoricini virtuali di cui sopra abbiamo reso possibile, nel tempo, la nascita di un mercato, di un sistema che premia il nulla. E lo premia profumatamente. Un sistema che, tra le altre cose, crea un paradossale divario economico tra chi lavora e non riesce a essere pagato dignitosamente, ossia la maggior parte dei cristiani, e chi strabuzza gli occhi e guadagna milioni. Per il nostro divertimento, s'intende. Ogni volta che ci divertiamo davanti a tale forma di intrattenimento, stiamo di fatto contribuendo a un sistema che ci prende per le terga e si fa gioco di noi. Noi che 750mila dollari, pur lavorando ogni giorno, non li vedremo tutti insieme nemmeno in tre vite di fila e future reincarnazioni. 

Non è invidia sociale. Tutti i personaggi dello spettacolo, come anche i calciatori e gli sportivi, hanno compensi stellari. Spesso si creano polemiche (futili) intorno ai loro guadagni. Almeno una volta c'era di mezzo il talento, una qualche formidabile attitudine sportiva, avere il lato B e il lato A di Charlize Theron. Sta di fatto che qui non siamo di fronte al taglio della tela di Fontana e nemmeno a un cantante multiplatino, a un pibe de oro. Ci stiamo facendo andare bene il fatto che qualunque azione, non importa quanto stupida, possa renderti milionario, se la gente "ce casca". Il concetto, poi, per cui il lavoro, come anche lo studio, non debba comportare fatica e sacrificio si sta diffodendo sempre più nella nostra società e porta, lo vediamo ogni giorno, a ventenni che vanno al ristorante e si stupiscono di dover pagare una pizza. Ma come? Con tutto il seguito social che tengono? 

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Ogni periodo storico ha le sue storture. Con cui convive più o meno pacificamente. L'esistenza dell'influencer marketing, a questi faraonici livelli, fa parte del mucchio di boiate che ci è toccato in sorte hic et nunc. Ora che il velo di Maya riguardo al compenso per post di un Khaby Lame è stato squarciato, riuscite ancora a ridere quando vi arriva la notifica di un suo nuovo contenuto pubblicato su TikTok? Sono 750mila dollari. E gli stronzi siamo noi che ci divertiamo pure a vederlo incassare cifre che non annuseremo mai perché abbiamo scelto la strada sbagliata e meno remunerativa: quella del "lavoro vero". 

"Lavoro vero" che, a conti fatti, non conviene per nulla. Ma lo abbiamo già detto: gli stronzi siamo noi. Perché non ci mettiamo su TikTok, perché ci ostiniamo a credere che il "lavoro" presupponga del "lavoro". Come Khaby Lame, qui stiamo semplicemente indicando un cortocircuito brutto e buono, non tanto diverso dai milioni di lire che venivano dati ai concorrenti del primo Grande Fratello per ogni serata in discoteca. Non era giusto allora, non è giusto adesso. Solo, oggi abbiamo maturato l'abitudine di convivere in silenzio con tali disparità, sempre più frequenti e diffuse. Anzi, ci sembra, dopotutto, che questi ragazzi li meritino quei soldi. Ehi, e cosa meriti tu, umile follower, andando in ufficio ogni giorno 9-18? Mille euro al mese o poco di più. Però anche il lusso di poterti svagare con qualche video buffo di Khaby Lame. Perché lui "si è fatto da solo", tu ti stai facendo f0ttere da solo. Fine della storia. 

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