image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Michele Morrone
e quel gorgoglio di inutilità
a immaginarsi una relazione
con uno bello e stron*o

  • di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

9 settembre 2023

Michele Morrone e quel gorgoglio di inutilità a immaginarsi una relazione con uno bello e stron*o
Una spalla tatuata, muscoli turgidi, addominali scolpiti e uno sguardo sempre dritto "in camera". Instagram è una vetrina, ma questi non sono tranci appesi al morsetto. Non è una macelleria. È quello che esibisce un 32enne attore in ruoli minori in serie d'ordinanza e modello che fa a pugni per uno sguardo lanciato male. Bello, senza dubbio. "Ma la partecipazione a una atmosfera di tipo erotico-sentimentale è pari alla mia curiosità dinanzi a una pentola che cuoce le verdure dell’orto". Michele Morrone, uno degli italiani più seguiti al mondo con 16 milioni di follower, visto da una grande scrittrice come Veronica Tomassini, che su MOW attraverso la rubrica "Deinfluencer", con gli occhi di chi è abituato a concentrarsi su altre profondità (della cultura e della vita di tutti i giorni), prova a descrivere cosa rappresentano i veri potenti della nostra epoca: gli influencer. Ecco il quinto capitolo

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Mentre osservo con attenzione il bicipite dell’uomo esposto, penso d’un tratto a una tristezza invereconda. E vorrei distribuire al caso di ognuno licenziosità severissime da applicare ad uno status onnicomprensivo, il gergo urlatore cioè, che professiamo abbia una qualche compatibilità con il cosiddetto mondo. Non chiamerò mai più destino il destino (ma caso, al massimo iattura), per opportunità linguistiche striminzite e contemporanee e che contengono altrettanto parchi e risentiti moti dello spirito. L’uomo esposto ha 32 anni, è un attore, un modello, fa a pugni per uno sguardo lanciato male. Si chiama Michele Morrone. Lo guardo testé, su Instagram, in vetrina, non sono tranci appesi al morsetto. Non è una macelleria. Michele Morrone è un influencer. Cosa significa, mi chiedo? Cosa influenzano gli influencer? Domande a latere. C’entra poco con quel che sto guardando. Guardo una spalla, un muscolo turgido e noioso e una scritta, versi tatuati, vergati con orletti simili alle lettere in cirillico. Mi aspetto la grandiosità contigua, un attraversamento meditato tra il turgore umano (il muscolo tondo e definito) e l’inafferrabilità di una intuizione, una sensibilità. Leggo sul bicipite: “Cosce di colore marrone (…)”. Il resto non è chiaro. Non voglio aggiungere o abbellire per longanimità. Non sono sicura nemmeno dell’autenticità del termine usato: cosce. E se fosse posce? È un carattere interessante quello scelto da Morrone. Una specie di Garamond. Che vorrà dire? Cosce marroni, le mie sono bianche. Peccato. È un gran bel tipo, merita di fare l’influencer e le serie televisive un po’ erotiche un po’ alla Danielle Steell, con manette e virilità disimpegnate, mostrate giusto per far capire insomma che non c’è trippa per gatti. O anche: non ce n’è per nessuno. Ma grazie grazie, io sto bene così.

Michele Morrone
Michele Morrone

La biografia prevede ruoli minori nelle serie d’ordinanza tipo: Squadra antimafia; Provaci ancora prof. Senza colpo ferire, lisce come l’acqua, appartengono ad anni la cui nostalgia oggi, in confronto al digrignamento dei giorni correnti (in cui cuociamo rane vive per dirla con una litote, invece che teste da tagliare a cui aggiungere un epiteto congruo, teste di banana ecco), mi procura un senso di smarrimento superiore all’angustia di non aver inteso il resto dei versi tatuati sul bicipite di Morrone. Che fai ci sputi? Questo signore ha preso a pugni un tale, un giovanotto, per uno sguardo. Uff, con il sole di luglio, sudato, imbrattato, dopobarba, o profumo di vetiver, umori aspri e ormoni incazzatissimi. Fa impressione. Oh mamma. Questo signore ha addominali confacenti a taluni pensieri che tuttavia non riesco a ricordare. Nella scena della serie televisiva immancabilmente Netflix, l’adone ha di fronte una signorina con le manette ai polsi. Il resto non è dato sapere, nel senso che di solito preferisco soggetti-mausoleo, la mia partecipazione a una atmosfera di tipo erotico-sentimentale è pari alla mia curiosità dinanzi a una pentola che cuoce le verdure dell’orto. Cioè non sono la persona più adatta, per essere influenzata da Michele Morrone dovrei avere intanto una ferocia nell’insieme, ad esempio glutei sopra la penultima vertebra a scendere; tette metafisiche; tatuaggi virulenti, in luoghi inaccessibili. Gesta faticose e che comportano impegno, coraggio, coerenza. Occhi cupi, scurissimi, fondotinta giallognolo dorato. Una fosforescenza da tronista.

Michele Morrone
Michele Morrone

C’è un gorgoglio di inutilità a immaginarsi una relazione con un uomo prossimo al tediosissimo vademecum che in fondo abbiamo già conosciuto, bellissimo e stronzo. In apparenza. La certezza è che se non è bellissimo e stronzo non te ne fai niente, soprattutto se a guardare oltre non vedi che la tristezza gravida di spergiuri. Omissioni, putridume nel congedarsi dalle cose, e dici cose e non uomini, orgogli volitivi. Chiudo con le parole di un personaggio di Henry Miller, ancora lui: “Io volevo piantarla lì. Ma lei non voleva restare sola”.

More

Come Chiara Ferragni, sul fenomeno dell’inganno ottico, ha edificato un impero

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Deinfluencer

Come Chiara Ferragni, sul fenomeno dell’inganno ottico, ha edificato un impero

Ci vuole coraggio a essere Gianluca Vacchi e a vivere pensando che non sussista l’immanenza

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Deinfluencer

Ci vuole coraggio a essere Gianluca Vacchi e a vivere pensando che non sussista l’immanenza

Giulia De Lellis è una installazione iperconcettuale: ma tu hai capito chi sei?

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Deinfluencer

Giulia De Lellis è una installazione iperconcettuale: ma tu hai capito chi sei?

Tag

  • Culture

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Veronica Tomassini Veronica Tomassini

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Viaggio socio-turistico nella Hackney cantata dai Rolling Stones con Elisa Cipro: “Un quartiere da cui si scappava, ora affollato di artisti...”

di Emiliano Raffo

Viaggio socio-turistico nella Hackney cantata dai Rolling Stones con Elisa Cipro: “Un quartiere da cui si scappava, ora affollato di artisti...”
Next Next

Viaggio socio-turistico nella Hackney cantata dai Rolling Stones...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy