John Elkann si presenta alla Camera e spara dritto: senza Stellantis, in Italia di auto non si parlerebbe più. "Come Olivetti per l’informatica, come Montedison per la chimica: se non ci fossimo stati noi, l’auto in Italia sarebbe già scomparsa". Un messaggio forte, quasi una sentenza, che suona più come una rivendicazione che un avvertimento. L’occasione è l’audizione davanti ai parlamentari italiani, nella solenne Sala del Mappamondo, dove il presidente di Stellantis ha rivendicato il ruolo centrale dell’Italia nel gruppo. Centrale, ma non abbastanza da far spostare l’ago della bilancia: il piano firmato a dicembre con il governo resta in piedi, ma sulla gigafactory di Termoli e sul futuro di Maserati cala il silenzio.

Elkann arriva con le cifre alla mano. Dice che Stellantis ha pagato 14 miliardi di tasse in Italia negli ultimi 20 anni, mentre ne ha investiti 53 tra ricerca e sviluppo. Un rapporto di 50 a 1 rispetto ai contributi pubblici ricevuti: "Abbiamo difeso l’occupazione e la produzione italiana grazie all’export", afferma, ricordando come dai loro stabilimenti escano Jeep, Dodge, Citroen, Opel, Peugeot e DS, oltre ai marchi italiani. Ma il mercato interno, intanto, si è ristretto del 30% e l’occupazione nel settore è calata del 20%. Stellantis tiene, ma a caro prezzo. E a chi chiede conto del futuro, Elkann risponde con uno studio della Luiss: dal 2004 al 2023, il gruppo ha generato un valore complessivo di 1.700 miliardi di euro per l’economia italiana: "Per ogni euro creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto del Paese", assicura.

Il cambio al vertice è in corso: il nuovo Ceo sarà annunciato entro metà anno. Nessuna sorpresa, tutto nei tempi previsti dopo l’uscita di Carlos Tavares. Ma sulle questioni più spinose, Elkann si mantiene vago: "La gigafactory di Termoli dipende dalle decisioni di Acc, di cui Stellantis è solo un socio di minoranza", ribadisce. Nessuna promessa, nessuna certezza. Intanto, Stellantis "si è mossa in anticipo" convertendo parte della produzione agli ibridi, ma senza grandi investimenti sul futuro elettrico italiano. E Maserati? "Il suo futuro è legato all’Italia", garantisce Elkann. Ma al di là delle belle parole, la strategia non sembra ancora chiara. "Santo Ficili sta lavorando su Maserati e Alfa Romeo, considerando anche i nuovi dazi sulle esportazioni". Tradotto: il destino del Tridente è appeso alle dinamiche di mercato, e a oggi di certezze ce ne sono poche. Insomma, Elkann va in Parlamento e dice che Stellantis è stata la salvezza dell’auto italiana. Il problema è che in tanti si chiedono se sarà anche il suo futuro. E, per ora, la risposta non arriva.
