Ma chi caz*o è Bernardo Brogi? Il tifoso Juventino che a 17 anni non ha obbedito alla protesta degli Ultras ed è rimasto solo a tifare la sua squadra del cuore. “Mio padre mi ha trasmesso l’amore per i colori bianconeri. È contento della mia scelta. Rispetto i motivi della protesta, ma penso che la squadra vada sostenuta sempre, anche nelle difficoltà”. La Juve non si lascia mai sola, nemmeno quando tutto cade a rotoli. Questo ha pensato il giovane studente di Siena, Bernardo Brogi. Diciassette anni, studente del Liceo Scientifico e juventino fino al midollo come papà. È lui il nostro Hiroo Onoda del calcio tricolore, soldato giapponese che 29 anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale venne arrestato nella giungla delle Filippine perché, nonostante fosse rimasto solo, si rifiutava di credere che il conflitto fosse finito.

Tornato sui banchi di scuola e divenuto il tifoso più conosciuto d’Italia, dopo la foto che lo ha ritratto unico eroe bianconero in una curva deserta, lo abbiamo interrotto in un pomeriggio di studi, come ci sottolinea, scientifici. Roba meno appassionante del calcio. “Proprio stamani scherzavo con i miei compagni di classe e dicevo loro che sono diventato famoso. Non sono io però che devo emergere è la Juve la cosa più importante. Spero il mio gesto faccia capire che la squadra si sostiene sempre”. Da solo ti sei ribellato alle disposizioni degli ultras: “Non è stato un atto di ribellione, ma una scelta di come tifare la mia squadra del cuore. Prima dell’inizio della partita ci hanno detto di scendere sotto la tribuna. Pensavo si dovessero cantare cori per incitare i ragazzi a battere la Fiorentina. Invece no. Ho scoperto della protesta e della loro volontà di lasciare vuoti i gradini dello stadio. Mai, la Juve si sostiene! E ho risalito le tribune fino al mio posto”.

Non condividi la protesta? “Non è questo il punto. Rispetto la scelta di protestare perché le cose non vanno bene, però ognuno può decidere di tifare come vuole. Onestamente non pensavo di generare così tanto interesse, io l’ho fatto per la Juventus e per stare bene con me stesso. Volevo dare il 100 per 100 per i colori bianconeri come devono fare i ragazzi in campo. Sono consapevole che oggi la mia squadra non è più quella dei nove scudetti e delle finali di Champions League, ma è nei momenti difficili che bisogna supportare la nostra Signora”.
Papà juventino cosa ti ha detto? “È contento che abbia preso una scelta così importante da solo. È lui che mi ha trasmesso l’amore per la Juventus. Già a tre anni mi portava alle partite e insieme abbiamo visto la rovesciata di Mandzukic in finale di Champions League contro il Real Madrid. Da quel giorno l’attaccante croato è diventato il mio idolo calcistico”.
Ma qual è il tuo pensiero su questa Juve? “Abbiamo fatto una stagione molto negativa, ma io darei un’altra possibilità a Thiago Motta per portare avanti il suo progetto”. Rivorresti Allegri sulla panchina della tua squadra del cuore? “Allegri ce l’abbiamo nel cuore, è stato un grande. Se viene lui siamo sempre felici”.