“Questa è l’Italia di oggi. Peggio di quella di ieri. Peggio di sempre. Un paese senza speranza”. Questo il commento di Danilo Toninelli, che interviene sulla recente tragedia di Mestre, denunciando quelle che per lui sono scelte insensate. “La strage di operai sui binari di Brandizzo, la strage del bus di Mestre con il guard rail marcio, le tanti morti silenziose in incidenti stradali quotidiani causati da strade dissestaste, non sono morti accidentali – scrive in lungo post pubblicato su Facebook l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti –. Sono morti di Stato causate dalla follia di destinare tutti i soldi pubblici disponibili per le infrastrutture italiane ad opere inutili e costosissime come il Tav Torino-Lione o il ponte sullo Stretto”. Opere che vengono “chiamate ‘grandi’ per fo**ere la gente”. “E qua riesce già a cadere in contraddizione”, commenta Il Giornale, che ricorda che il ministro delle Infrastrutture era proprio lui quando la Tav ricevette il lasciapassare dal governo Conte.
Le priorità per Toninelli sarebbero state altre: “L’unica grande opera primaria che serve a questo Paese è la manutenzione delle infrastrutture esistenti”, ovvero quelle “che davvero servono”. “Quelle che crollano, si dissestano, che non hanno protezioni o che se le hanno sono marce” aggiunge. Toninelli sfrutta l’occasione per ricordare chi è, e perché ha tutti i diritti di giudicare: “Ma chi sono io per parlare? Sono solo quello del nuovo ponte di Genova, costruito in tempi record e senza sprecare un solo euro in corruzione e/o clientele”. Dopo essersi preso tutti i meriti della ricostruzione del ponte crollato cinque anni fa, chiude con “Se ci fossi stato io al ministero dei Trasporti sarei stato impallinato a reti e partiti unificati. Invece tutti zitti, allineati e coperti a difendere questo sistema di potere dominante e corrotto”.