Si poteva evitare? È la domanda che in molti si pongono quando avvengono tragedie come quella di Mestre. In particolare, in questo caso, danno da pensare le immagini del guardrail che il pullman ha sfondato prima di cadere dal cavalcavia della Vempa e prendere fuoco. “Da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti – ha fatto sapere Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, amici e sostenitore della Polizia stradale – era un guardrail a unica onda altezza metro e non tripla, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate. […] Può contenere un’auto, ma un bus del genere è difficile che possa essere contenuto e lo dimostrano anche altri incidenti simili”. A questa si aggiunge la dichiarazione rilasciata al Corriere dall’amministratore delegato dell’azienda proprietaria del mezzo, La Linea: “Il bus è quasi fermo quando sfonda il guardrail – dice Massimo Fiorese dopo aver visionato un video dell’accaduto –. Penso che l’autista abbia avuto un malore, perché altrimenti non me lo spiego”. E in effetti tra le prime ipotesi c’è proprio un malore del conducente. Alberto Rizzotto aveva iniziato il turno meno di due ore prima dello schianto e stava riportando i passeggeri al campeggio di Marghera. Il 40enne lavorava per l’azienda di trasporti da circa sei anni e aveva ottime referenze. Al momento pare che non ci sia stata alcuna frenata. “L’autobus si è appoggiato 50 metri prima al guardrail, poi l’ha percorso per quel tratto e infine è uscito di strada” riferisce il Corriere.
Se il mezzo viaggiava a una velocità ridotta com’è possibile che abbia avuto la forza di sfondare il guardrail? È stato chiesto al comandante dei vigili del fuoco di Venezia già ieri sera, quando era sul luogo della tragedia: Mauro Longo ha specificato che non c’era una barriera New Jersey ma un guardrail metallico e quindi, ipotizzando un certo angolo di incidenza, uno scenario del genere non è così impossibile per un mezzo così pesante. C’è da dire che risalgono almeno al 2021 le segnalazioni relative proprio alla struttura che ieri sera ha ceduto: in risposta era stato presentato un progetto di demolizione e di rifacimento della struttura che sarebbe costato circa 15 milioni di euro. Che ne è stato? Intanto l’avvocato Domenico Musicco, presidente della onlus Associazione vittime incidenti stradali, ha fatto sapere che l’idoneità del guardrail è certamente al vaglio degli inquirenti e sarà oggetto di consulenze.