Ma Roberto Vannacci può parlare in pubblico? In uno spazio a gestione comunale, dove può presentare il suo nuovo libro Il coraggio vince (Piemme, 2024)? E non farlo presentare non è come augurargli di avere successo anche con questo secondo titolo, stavolta pubblicato da un editore importante con distribuzione e ufficio stampa? Tutto questo mentre chi guarda a Vannacci come intellettuale di destra potrebbe avere in futuro modo di vederlo come candidato alle elezioni, magari con la Lega? Cioè, che effetto fa bloccare una presentazione di un libro? Oltre ad appagare la rabbia sociale di un gruppo di persone che non condividono le idee di un altro, strategicamente a cosa porta? Andiamo con ordine. Il generale Roberto Vannacci presenterà il suo libro a Roma per la prima volta in assoluto il 13 marzo 2024. Il 15 marzo sarà a Firenze ma, come abbiamo già scritto, sembra ci sia qualche problema: le riprese in diretta non si faranno. Più va avanti e più peggiora: il 23 marzo, infatti, Vannacci sarà ospite di Vicenza per presentare il suo libro in un evento a cura di Michela Morellato. A questo giro, però, non saranno i video a essere vietati, ma la presentazione stessa verrà più o meno bloccata da un corteo di transfemministe organizzatesi apposta per fermare la diffusione delle opinioni del generale sospeso. Di questo passo a fine anno il libro andrà al macero… o sarà alla decima ristampa. Nel comunicato ufficiale delle femministe si legge così: “Essere una città transfemminista vuol dire essere antifascista, e l’abbiamo voluto scrivere in Viale Roma a chiare lettere. Lì dove oggi si ritroveranno i soliti nostalgici del ventennio, che ancora non riescono a capire che non abbiamo bisogno di ronde fasciste per sentirci sicura per strada, ma abbiamo bisogno di servizi reali e per tutta. E non solo, non possiamo accettare che un fascista, misogino, sessista e razzista come Vannacci presenti il suo libro in città. Per questo, sabato 23 marzo ci ritroveremo alle 15.30 in Piazza Castello per una grande mobilitazione che vuole contestare la presenza di Vannacci in uno spazio pubblico a gestione comunale, perché lo vogliamo dire chiaramente a Vicenza non c'è nessuno spazio per fascisti, violenti, misogini e razzisti!”. Anche l'Anpi è intervenuta con una dichiarazione ufficiale e una richiesta al comune di reinserire la clausola antifascista, ovvero la necessità per i relatori di dichiararsi antifascisti, cosa che avrebbe messo di fronte a una scelta, si dice, l'entourage di Vannacci. “Stupiti e rammaricati. Vannacci ha espresso più volte posizioni reazionarie” e, aggiungo “in aperto contrasto con la Costituzione”. Cosa che, tuttavia, non ha fatto indietreggiare Morellato, che ha definito questo atteggiamento “da bulletti”, mentre lei continuerà a sostenere “le persone di successo” come il generale.
La notizia è stata data a La Zanzara in diretta e ovviamente Giuseppe Cruciani ha fermato tutto e commentato questa manifestazione di disobbedienza civile forse un po’ troppo ingombrante in una democrazia. E dice: “Ma che cazzo è? Quello è uno che ha fatto il militare fino a adesso, è uno che ha giurato fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione, si può pensare tutto il male possibile, ma una mobilitazione antifascista è una cosa ridicola e fascista”. Che abbia ragione o meno, il fascismo degli antifascisti è una prepotenza dimostrata da tempo. E continuano involontariamente ad alimentare due cose: le domande di Salvini, non proprio lo studente più attento del mondo, che però ha alzato la mano al momento giusto e quando il generale è stato sospeso ha chiesto: “Chi ha paura di Vannacci?” – domanda valida anche in questo caso; e il successo del nemico pubblico numero uno di tutte le oppositive fazioni militanti. Infatti Vannacci venderà e molto continuando in questo modo. Magari non tanto quando con Il mondo al contrario, ma rischia di essere record di vendite. Il libro arriva al momento giusto, in quella fase che precede l’impegno politico e serve per costruire un’immagine carismatica del prossimo uomo forte al comando. Chissà che ruolo avrà alle Europee e dopo, soprattutto in un ambiente, quello leghista, che potrebbe abbandonare presto il Capitano, Matteo Salvini, e potrebbe vedere in Vannacci un nuovo erede, soprattutto ora che la destra della Meloni, nonostante una base (elettorale e di partito) da brividi sulla schiena, sta provando a spostarti più il conservatorismo liberale e meno verso il populismo da destra sociale. Vannacci in questa sua autobiografia non ha scritto, forse, quello che le trasnfemministe stanno scrivendo per lui: il generale sospeso e ora osteggiato dai poteri forti e dagli alfieri del pensiero dominante. No, forse lo ha scritto, ma che a scriverlo per lui siano i giornali che daranno la notizia del boicottaggio transfemminista ha tutt’altro valore. Insomma, qualsiasi sia la vostra mossa è scacco matto, transfemministe e antifasciste. Soprattutto se per difendere l’antifascismo tentate di zittire chi non la pensa come voi.