Figuraccia di Putin, dopo la dimostrazione di forza di Yevgeny Prigozhin e della brigata Wagner incolonnata verso Mosca? Spostamento di peso in Bielorussia dei wagneristi come “punizione”, o per attaccare anche da quel fronte l’Ucraina? Niente di tutto ciò, per Nicolai Lilin. Lo scrittore di origine russa è un attento osservatore dei fatti della madrepatria, e a suo parere le interpretazioni maggiormente diffuse nei nostri media non centrano il punto, su quanto accaduto sabato 24 giugno, con il semi-pronunciamento del reparto di mercenari guidati da Prigozhin, detto il “cuoco di Putin”. Una vicenda dai contorni ancora non del tutto chiariti, ma che ormai pare assodato non sia stata un tentativo autentico di colpo di Stato contro Vladimir Putin, da parte della brigata d’assalto che ha accumulato negli ultimi anni molto potere, presente com’è in vari scenari bellici in più continenti. Secondo Lilin, è lecito ritenere addirittura la prova di forza di Prigozhin e dei suoi un assist indiretto allo stesso Putin, che ora si gioverebbe della incauta mossa del “ribelle” per prendere due piccioni con una fava: fare un repulisti nelle alte gerarchie militari e togliersi dai piedi l’ingombrante presenza della Wagner dal fronte ucraino.
Nicolai Lilin, partiamo da Prigozhin, personaggio dai modi brutali e dalla logica non proprio comprensibilissima, almeno a tutta prima. Perché ha imbastito questa rivolta subito rientrata?
Innanzitutto bisogna ricordare che Prigozhin è un commerciante. Ha agito per i suoi interessi. In particolare, per la posizione in Africa.
In Africa dove la Wagner è presente in alcune zone strategiche, come la Cirenaica?
La Wagner è riuscita ad avere il controllo di una parte di terre rare, con il permesso del governo russo. Questo però ha portato alla rotta di collisione con il Ministero della Difesa, che come tutti i Ministeri della Difesa del mondo, è abbastanza corrotto, perché il suo apparato vive di contratti con le industrie. Da tempo, quindi, vorrebbe togliere potere a Prigozhin, specialmente in Africa.
Prigozhin, però, ha attaccato polemicamente i vertici della Difesa sulla guerra in Ucraina, arrivando a smentire la versione ufficiale sulla necessità di “de-nazificarla”.
In Ucraina, la Difesa avrebbe dovuto sostenere militarmente la Wagner, ma invece di farlo ha causato problemi e ostacoli. Si è creato un dissenso che ha portato alla reazione di Prigozhin.
Una marcia con immediata retromarcia. Ma sia Putin ne era a conoscenza. Come mai?
I servizi segreti sia russi che statunitensi lo sapevano. Io sono più che sicuro che Putin ha lasciato fare a Prigozhin per raggiungere alcuni risultati.
Quali?
Primo: Putin ha ottenuto il pretesto per fare pulizia all’interno del suo entourage. Non può più fare come Stalin, che semplicemente faceva fucilare i generali o mandare in Siberia gli oppositori. Adesso potrà sostituire le figure-chiave dei quali non si fida più.
Ovvero il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, a quanto sembra per mettere al suo posto Alexei Dyumin, governatore della regione di Tula.
Il Ministero della Difesa non è mai stato davvero fedele a Putin, questo è un elemento importante da considerare.
Perciò potrebbe tornare, diciamo, il fatto che Prigozhin nei suoi ripetuti assalti verbali contro la Difesa non abbia mai polemizzato direttamente con Putin?
Sì, lui ha sempre parlato di Putin come il buon zar che però è circondato da personaggi disonesti. La retorica di Prigozhin contro il potere russo in realtà rafforza Putin.
Ma allora Putin non esce indebolito, come sostengono molti analisti?
Il suo potere ne esce più forte, più stabile di quanto fosse prima.
Perché l’esito della “azione dimostrativa”, come, per ridimensionarla, lo stesso Prigozhin ha definito la marcia dei wagneristi, è stato il trasferimento della Wagner in Bielorussia, con la mediazione del presidente locale, Lukashenko, alleato di Putin?
Lukashenko è intervenuto per due motivi. La Russia in passato lo ha aiutato a vincere la sua opposizione interna. Senza la Russia, Lukashenko è niente. Il secondo motivo è che al presidente bielorusso fa comodo avere la Wagner sul suo territorio, perché c’è il rischio reale che dalla Polonia il conflitto si estenda alla Bielorussia.
Cioè?
Si sono attivati su territorio polacco i cosiddetti nazisti bielorussi, addestrati nell’esercito della Polonia, che negli ultimi mesi ha compiuti movimenti minacciosi nei confronti dei bielorussi. Nel momento in cui le linee in Donbass sono ormai molto potenti, e in effetti gli ucraini non riescono a sfondarle, la Wagner è molto più utile in Bielorussia, in cui ci si può aspettare un nuovo teatro di guerra.
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Chi sono i nazisti bielorussi in Polonia?
Il reggimento Kalinowski, dal nome del collaborazionista dei nazisti dell’epoca. In Bielorussia non ci sono tanti nazisti come in Ucraina, perché lì non sono riusciti ad attecchire. Si tratta di un centinaio di personaggi a cui si sono aggiunti volontari da tutto il mondo. È una unità che viene addestrata in Polonia, a mio avviso dalla Cina come per i nazisti ucraini, ma in questo caso con l’idea di liberare la Bielorussia dal regime di Lukashenko, attraverso attentati terroristici però, perché sul piano militare non hanno i mezzi per una guerra vera e propria. In generale cambierà la tattica d’azione della Nato sia in Ucraina che fuori dai suoi confini, perché sul terreno non sono in grado di portare avanti le operazioni. Si lavorerà non più mandando armi ma per organizzare azioni di tipo terroristico.
Per tirare le somme, è legittimo pensare a un gioco della parti fra Putin e Prigozhin?
Non credo ci sia stato un gioco delle parti. Prigozhin, come dicevo, di mestiere è un commerciante. Putin è un politico. In casi come quello che stiamo analizzando, è il secondo che sfrutta il primo. Prigozhin è stato abilmente sfruttato da Putin, e manipolato dai servizi di Putin. Lo conferma Lukashenko, quando parla di come si è messo in contatto con Prigozhin: dice che le tre linee telefoniche gli sono state fornite dagli ufficiali dall’Fsb, l’ex Kgb da cui arriva anche Putin e quest’ultimo fedelissimo. Adesso Prigozhin dovrà attenersi alle regole, se sgarra, gli fanno saltare la testa. La Wagner ora sarà gestita dai servizi nell’interesse di Putin e della Bielorussia.