Sono trascorsi 56 anni, eppure, come nel caso della morte di Luigi Tenco sembra di essere ancora al punto di partenza, e la verità storica su quanto accaduto è sempre lontana. Circostanza che è tornata sotto i riflettori grazie all'onorevole Manfredi Potenti, che ha avuto la sensibilità di comprendere il valore culturale e umano del cantautore, iniziando un percorso che ha come scopo quello di recuperare la memoria audio e video, non solo quella relativa alla sua partecipazione al Festival di Sanremo, ma di tutte le apparizioni tv e radiofoniche di Tenco. La proposta è subito stata accolta con favore da parte della famiglia di Luigi - che aveva presentato anche un esposto alla Procura di Genova - nella persona di sua nipote Patrizia Tenco, ha presenziato alla conferenza stampa insieme a Michele Piacenti, rappresentante della famiglia. I due hanno raccontato della battaglia che da anni stanno portando avanti, e delle porte chiuse in cui si sono imbattuti, per ottenere il materiale in possesso della Rai, e di chissà quali altri enti. Materiale che si vorrebbe rendere fruibile a chiunque volesse poi valorizzarlo. Hanno descritto un Luigi Tenco che ha vissuto due vite, la propria e quella che i media gli hanno cucito addosso, perché la sua morte, immediatamente etichettata come suicidio, ha reso impossibile far chiarezza e raggiungere la verità su quanto accadde quel 27 gennaio del 1967. Per molti anni non si è fatto altro che rivolgersi a Luigi Tenco come a colui che si è tolto la vita durante il Festival di Sanremo. La famiglia del cantautore, il cui dolore è non è mai stato equiparato a quello che provano i familiari le cui vittime non appartengono al mondo dello spettacolo, si è da sempre instancabilmente battuta affinché si uscisse fuori da questo schema di associazioni. Non ha mai smesso di ripetere quanto Luigi fosse allegro e vitale, e non il ragazzo triste e depresso che continuava ad essere descritto. Tuttavia, ad oggi, un passo molto importante è stato compiuto, ovvero quello di rivolgersi alla sua scomparsa come 'al ragazzo ventottenne trovato privo di vita', circostanza che consente di aprire una moltitudine di scenari diversi, e non solo quello del suicidio. Oltretutto, la visione dei filmati risalenti alla sera della sua morte, consentirebbe di capire qualcosa in più sul suo stato d'animo. Un Festival, quello del 67', a cui in realtà non voleva neanche partecipare, ma che alla fine per volontà della sua casa discografica l'ha visto tra i concorrenti in gara. Dopo l'iniziativa in Parlamento Patrizia Tenco ci ha concesso un'intervista, in cui racconta come mai siano trascorsi così tanti anni prima di richiedere questi filmati, e del lutto che la sua famiglia non è mai riuscita pienamente ad elaborare.
Come mai volete ritrovare quei filmati?
Perché vorremmo aumentare le testimonianze su Luigi, e avere un quadro più completo possibile. Sono testimonianze importanti che possono avere un valore sia a livello artistico che biografico.
Cosa potrebbero dimostrare?
Spero di trovare altri filmati in cui Luigi canta o conversa con qualcuno. Qualsiasi cosa che si possa aggiungere a questo ragazzo che è stato strumentalizzato e trattato malissimo. Sarebbe bello anche ritrovare delle foto o dei filmati in cui era con gli amici. Luigi aveva tanti amici, ma i più cari erano una o due persone in particolare, però è strano non aver trovato immagini in cui erano insieme magari a cena. Molto materiale è caduto nell'oblio, o più semplicemente chi lo ha se lo tiene. Soprattutto vorrei portare ulteriormente avanti la sua memoria.
Chi potrebbe averli?
Oltre alla Rai sinceramente non saprei. Se non si trovano da cinquant'anni un motivo ci sarà, se avessimo un'idea su qualsiasi altro ente avremmo chiesto. La Rai invece non ci ha mai risposto. La prima richiesta ufficiale l'abbiamo presentata nel 2015 e l'ultima nel 2019. Vedremo cosa riusciremo a fare grazie all'onorevole Potenti.
Come mai avete aspettato tanti anni prima di decidere di chiederli?
Perché Michele Piacentini ha fatto delle ricerche da cui è emerso che c'era sicuramente in giro qualcos'altro. Noi non lo sospettavamo neanche.
Cosa rimane di non risolto del "Caso Tenco"?
Rimane una grande mancanza e un dolore perpetuo. Noi ci siamo comunque rassegnati al fatto che non si saprà mai esattamente la verità.
Quale circostanza legata alla sua morte le fa più male?
Non ho parole per dirlo. Io avevo 7 anni, e l'ho vissuta in maniera tragica avendo perso una persona che amavo moltissimo. E poi tutto lo sconvolgimento che ha subito la nostra famiglia, perché nessuno di noi si aspettava che succedesse una cosa di simile. Addirittura, quando partì per Sanremo con il treno, portò con sé pochissima roba perché pensava che sarebbe stato sbattuto fuori subito. Forse sperava di arrivare in finale ma era anche una persona molto consapevole, perché con la sua canzone ("Ciao more ciao") stava mandando un messaggio importante, d'amore ma anche sociale. Il brano che poi ha vinto era il classico amore, cuore e fiore.
Luigi Tenco si impara a conoscere attraverso i testi delle sue canzoni. Qual è il brano che lo rappresenta di più?
Tantissime, ma comunque mi viene subito in mente "Io sono uno". È un brano che lo rispecchia tantissimo.
Secondo lei, artisticamente, chi è che ha saputo prendere il testimone di Luigi Tenco?
Nessuno. Non perché di bravi come lui non ce ne saranno più, ma perché era molto particolare dal punto di vista della vocalità e della scrittura. Mi ha sempre affascinato il suo modo di esprimersi, come attraverso parole normali e di uso quotidiano riuscisse ad esprimere concetti veramente profondi. Alcune seu canzoni sembrano scritte oggi. In poche righe riusciva a fotografare perfettamente un'immagine per poi renderla esclusiva, arrivando così al cuore di tutta la gente che lo ascoltava. Penso che ogni artista abbia le proprie caratteristiche che lo rendono unico.