L’Italia degli anni '70 non era pronta ad accogliere Rino Gaetano, che al tempo fu tristemente etichettato come cantante del nonsense. Ma la verità su quanto è accaduto in seguito Rino già la conosceva, quando nel 1979, sulla spiaggia di Capocotta, pronunciò queste parole: “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo. Non ci riusciranno, sento che in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa capiranno che cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale.” Le sue canzoni senza tempo hanno fatto sì che Rino oggi sia più vivo che mai. Ma, come ci racconta sua sorella, per molti, troppi anni Rino Gaetano non era considerato il grande artista che è oggi. Insieme ad Anna Gaetano, in occasione dell’anniversario della morte di suo fratello, avvenuta il 2 giugno 1981, abbiamo delineato e tracciato un confine tra la verità, e le cattiverie che insistentemente continuano ad essere diffuse.
Ora Rino Gaetano è uno degli artisti centrali del cantautorato italiano. Ma pensa che meriterebbe di più?
Dopo che Rino è venuto a mancare smise di essere considerato come artista, perché non ci credevano. Questo stato di cose durò per diciotto anni, dal 1981 al 1999. In quel periodo il mio desiderio era quello di formare un gruppo, e che un giorno i miei figli, Alessandro e Danilo, cantassero le canzoni di Rino. In questo mio sogno venni supportata da mio cugino, il musicista e cantante Sergio Cammariere. L’unica preoccupazione di mia madre era quella di non portare vergogna sulla figura di Rino. Nel 1999 al Verano, dove è sepolto mio fratello, nel quaderno dove tutti lasciano un pensiero quando vengono a trovarlo, lessi il messaggio scritto da un gruppo di ragazzi. Ci incontrammo e il loro modo di cantare le canzoni di Rino mi piacque molto, decisi così di formare la prima band. Andò avanti per più di un anno prima di sciogliersi, perché si arriva sempre a fare i padroni, cosa che io faccio solamente con ciò che mi appartiene. Dopodiché fondai un altro gruppo. Ecco il motivo per cui Rino continua a vivere, perché ci ha pensato sua sorella Anna.
Dopo la sua morte, quale circostanza le ha fatto più male legata a suo fratello?
Mi infastidisce molto sentir dire che Rino è stato ucciso, perché si è trattato di un incidente come molti altri. Ha avuto un colpo di sonno ed ha perso il controllo della macchina, andandosi a scontrare contro un camion, anche perché lì c’era una curva. Poi c’è la questione del mancato soccorso, anche questa assolutamente priva di verità. Mio fratello è stato soccorso e, da dentro l’ambulanza che lo ha portato al Policlinico Umberto I, sono stati contattati vari ospedali che però non erano attrezzati per le ferite al cranio. Addirittura una persona ha affermato di aver fatto lui il riconoscimento, per non dare dispiacere alla famiglia, dichiarazione anche questa non vera. Il riconoscimento viene fatto dai parenti, e questa persona non lo era. Quella mattina mia madre mi telefonò dicendomi che Rino aveva avuto un incidente e che si era rotto gamba e braccio. In ospedale mi dissero poi che la situazione era molto grave. Quel giorno venne anche Lucio Dalla e i suoi amici veri e sinceri, come Gigione, accorso per donare il sangue a Rino qualora ne avesse avuto bisogno. Gradirei molto se la gente smettesse di dire cazzate e far circolare episodi che non hanno fondamento. È cattiveria diffondere notizie senza senso.
Si riferisce forse ai libri scritti da Bruno Mautone sulla morte di Rino?
Sì, lui dice che Rino è stato ucciso, e ci sono molti stronzi che seguono queste sue convinzioni. A distanza da me queste persone, possono pensare e comportarsi come meglio credono. Io agisco con le cose che mi appartengono, e non con quelle degli altri. Non invento bugie per far soldi sulle spalle di un’altra persona.
Sta diventando forse più difficile portare avanti il nome di Rino senza che venga strumentalizzato?
Ci sono molte persone che mi odiano e non so perché, visto che in fin dei conti non ho tolto nulla a nessuno. Mi dà fastidio ma so di essere nel giusto, sono gli altri ad essere prepotenti.
Rino si impara a conoscere attraverso i testi delle sue canzoni. Quali sono quelle che secondo lei lo rappresentano di più?
A me piacciono tutte, ma quella che lo rappresenta di più è “Mio fratello è figlio unico”. Sfruttato e malpagato, proprio come mio fratello.
Ha sottolineato più volte il fatto che a Crotone Rino non venga onorato degnamente. Cosa pensa del recente murales ad opera di Jorit?
Il murales è stupendo! C’è stato mio figlio con il suo gruppo per l’inaugurazione, e c’era tantissima gente. Tutta la mia famiglia ne è felice, solo lo abbiamo saputo un po' in ritardo. Il sindaco è un mio lontano parente, ha lo stesso cognome di mia nonna Marianna. Rino in Calabria è molto amato, anche se magari per lui non hanno fatto tanto, nonostante di soldi in suo nome ne abbiano presi molti.
Sempre a Crotone, la statua che lo raffigura pochi giorni fa è stata vandalizzata. Come ha reagito quando l’ha scoperto?
La statua è molto bassa e molto poco somigliante, sembra Lucio Dalla in altezza. Comunque sia rappresenta lui, e sapere che è stata imbrattata mi dispiace molto.
La fiction di Rai Uno del 2007 ha mostrato una versione della storia che non era realmente quella di Rino. Cosa vuole dirci a riguardo?
Una bella fiction, ma non racconta della vita di Rino. Di vero c’era solo Sanremo e poche altre cose. Mio fratello non era un alcolizzato o un donnaiolo. Sì, ha avuto altre ragazze oltre alla sua fidanzata, ma non nel modo in cui è stato mostrato. Io non l’ho mai visto attaccarsi a una bottiglia e i suoi amici, quelli veri e non falsi, raccontano lo stesso.
Poco dopo la sua partecipazione a Sanremo, Rino è stato ospite a Discoring da Boncompagni, che lo intervista sminuendone l'intelligenza. Le ha mai raccontato qualcosa di questo episodio, o di quando è stato ospite da Costanzo?
Lasciamo stare come è stato trattato. Comunque a mio fratello non è mai mancata la parola per difendersi, o la risposta giusta da dare. Era una persona molto umile e molto altruista, ha aiutato tutti i suoi amici. Amici che, come mi ha sempre raccontato anche mia madre, non hanno mai contraccambiato questo aiuto in nessun modo. Io non voglio niente, ma d'altronde ci sono tante farmacie e ospedali e ognuno avrà il proprio tempo. Susanna Agnelli, anche lei ospite di Costanzo insieme a Rino, invece è stata bravissima nei suoi confronti.
Sono diversi i libri scritti su Rino, e non solo da chi lo ha conosciuto in prima persona. Ha mai pensato di raccontare lei stessa la storia di suo fratello?
Ho iniziato a scrivere un libro su Rino sette anni fa. Lo scopo era quello di raccontare la verità, scrivere un libro serio senza che contenesse cazzate. Le romanzate non mi piacciono. Però la persona che mi stava aiutando a scriverlo ha inserito cose che con Rino non centravano niente, quindi ci siamo allontanati. Il libro è terminato, sto aspettando il momento opportuno per pubblicarlo prossimamente, anche perché non ho fretta. È stato scritto in casa e contiene ciò che è accaduto realmente, proprio quello che volevo.
C'è un aneddoto su Rino che non ha mai raccontato e che oggi sente di voler rendere pubblico?
Ho inserito tutto nel mio libro, che sicuramente contiene dei particolari differenti dai soliti.
Secondo lei, artisticamente, chi è che ha saputo prendere il testimone di Rino Gaetano?
Nessuno, perché Rino era e resta unico. Ho tre figli maschi che, nel modo di parlare e muoversi un po' me lo ricordano, ma non per quanto riguarda il canto.