Se non fosse, ingiustamente, percepito come insulto, potremmo dire che l’avvocato Emanuele Compagno, chiamato a difendere Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è un grande avvocato della minchia. Andando a vedere i suoi video su YouTube è facile imbattersi in contenuti che rendono manifesta la sua competenza sull’organo sopracitato, sul comportamento dello stesso organo e sugli influssi che esso ha sulla mente degli uomini. Certo, sono tesi, criticabili, ci mancherebbe, sulle quali aprire, ove si volesse, una qualche forma di dibattito. Quella che è certa, però, è la passione dell’avvocato per la materia in questione in ambito forense e delle sue implicazioni nelle varie forme di reati sessuali. Alcuni hanno notato una certa somiglianza con Lionel Hutz, l’avvocato dei Simpson, e in realtà, volendo applicare antiche e desuete teorie lombrosiane, la pettinatura è identica. Ma laddove l’avvocato Hutz appare arruffone, con la tendenza a dimenticarsi di indossare i pantaloni, l’avvocato Compagno sembra maneggiare con abilità l’erezione grazie a una esibita competenza in alcune convinzioni psicologiche e di precedenti sentenze pronunciate in America. La tesi di fondo dell’avvocato Compagno è la seguente: il pene, una volta eretto, diventa inarrestabile, come in una pubblicità di una 4x4 o di una motopala cingolata. Usa più volte la parola “irrazionale” per descrivere l’amore e le conseguenze che egli vede quando si passa all’atto ses*uale. L’erezione è, per l’avvocato Compagno, un evento cosmico, che sfugge non solo alle regole della umana comprensione. Usa persino, ed esplicitamente, il termine “pazzia” per descrivere un uomo in preda all’eccitamento. In presenza di erezione gli uomini perdono di botto e del tutto la capacità di intendere e di volere, come se l’erezione arrivasse sino all’altezza degli occhi schermando la possibilità di udire un “no” o di vedere un cenno di non consensualità.
Per l’avvocato Compagno non si tratta della solita e brutta battuta da bar che recita: il sangue, confluendo nel membro, smette di ossigenare il cervello. Al contrario, secondo l’avvocato Compagno, è il membro che espandendosi prende spazio dentro l’uomo, avete presente Venom? Il personaggio si espande dentro come una macchia nera invadendo il corpo di Tom Hardy estromettendo l’attore. Ecco, adesso immaginatevi Venom a forma di membro. Le parole sono sempre importanti ed è attraverso l’ascolto delle parole usate dall’avvocato Compagno che la sua tesi si fa sempre più chiara. Egli dice che il rapporto ses*uale, una volta “innescato”, è difficile da fermare. “Innescato”. Come un atto di terrorismo. Come innescare un razzo in un silos nascosto. Certo, se le cose stanno così, se il termine da usare è “innescato” allora ci vuole Tom Cruise vestito da Evan Hunt e tutta la sua squadra dell’MI5. Altro che “no vuol dire no”: per l’avvocato Compagno ci vogliono elicotteri e deltaplani e carrucole e infrarossi e cuffiette: “Quanto tempo abbiamo per disinnescare questo stupro?”, “Non vorrei dirtelo, ma mancano dieci secondi”. Adesso, pare che l’avvocato Compagno sia stato affiancato da un altro avvocato, Giovanni Caruso. Sia come sia, la legge italiana dice più o meno che ogni imputato merita un giusto processo e che si ha diritto, ci mancherebbe, a un avvocato. Bene. Filippo Turetta se lo merita proprio l’avvocato Emanuele Compagno, altroché se se lo merita!