Per risolvere il problema della violenza di genere non bastano gli annunci e gli slogan. Dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta (che nei prossimi giorni tornerà in Italia dopo il suo arresto in Germania), in molti hanno parlato della necessità di coinvolgere associazioni, professionisti, esperti di violenza che lavorano con le vittime da molto tempo. Dal governo, inoltre, sentiamo alcune proposte, tra cui l’introduzione nelle scuole di alcune ore di formazione all’affettività e alle relazioni. È chiaro a tutti, infatti, che il problema deve essere risolto alla radice, nell’ambito dell’educazione dei nostri figli. Proposte in via di definizione, dunque, che nei prossimi tempi, si spera, verranno limate. Una cosa è certa: perché il cambiamento sia reale e le soluzioni individuate efficaci servono soldi. Le misure da attuare, qualunque esse siano, necessitano di un finanziamento consistente se non vogliono essere le solite, inutili uscite da campagna elettorale a cui poi non segue niente di concreto. Questo vale indipendentemente dal posizionamento politico, dall’orientamento di questo o di un altro governo. Non parliamo solo di soldi pubblici, ovviamente. Tutti gli attori che possono dare un sostegno a questa battaglia devono fare la loro parte, su questo ci sono pochi dubbi.
Le banche si impegnino subito ad istituire un fondo per combattere la violenza contro le donne. Infatti, il sistema bancario italiano, grazie all’aumento dei tassi di interesse operato dalla Bce per arginare l’inflazione, guadagnerà nel 2023 oltre 40 miliardi di euro di profitti (il 70% in più rispetto al 2022). È giusto che parte degli ingenti extraprofitti vengono utilizzati per arginare questa orribile piaga sociale. Mentre Intesa Sanpaolo destinerà una parte dei suoi extraprofitti per sconfiggere la povertà nel Paese e per piantare 100 milioni di alberi, le altre Banche italiane, dopo l’appello lanciato nei giorni scorsi sulle pagine di MOW che faranno dei loro extraprofitti per il sociale?