La vera royal family italiana, gli Agnelli, sotto l’attenta analisi del giornalista Gigi Moncalvo nel nuovo libro “Juventus segreta” edito da Vallecchi. Chi ha ucciso la Juve? Nelle pagine di quello che potremmo definire un vero e proprio trattato sulle vicissitudini aziendali, giuridiche e famigliari che avrebbero portato a questo efferato delitto (non solo sportivo), si cerca di tracciare il profilo dell’assassino, un uomo dalla faccia da “bravo ragazzo” ma che nasconde un “cuore di pietra”. Ah, ma questa non è una storia che riguarda solamente il pallone. Quando si parla di Agnelli, infatti, è inevitabile parlare anche di Fiat, e anche se il nome della storica casa automobilistica italiana viene citato poche volte da Moncalvo, è possibile anche costruire una sorta di filo conduttore che porta a un presunto secondo delitto, per mano sempre dello stesso ipotetico killer… Ma andiamo per gradi.
“Dopo un secolo non ci sarà mai più un Agnelli al vertice del club bianconero”, comincia così l'avvertenza che anticipa l'inizio del libro. Poche e semplici parole con le quali Moncalvo riesce a dare bene l'idea dello sgretolamento definitivo nel rapporto tra la mitica famiglia di Torino e la squadra bianconera. Finisce un'era, questa terminata definitivamente quando il 18 gennaio del 2023 Andrea Agnelli (insieme a tutto il cda) si è dimesso da presidente della Juventus. Impossibile sintetizzare in poche righe tutta la teoria del giornalista riguardo a questa decisione, e soprattutto su tutto ciò che avrebbe portato all'ultimo juventino della stirpe Agnelli ad abbandonare quel posto. Dalla “sconsiderata gestione finanziaria”, alle sue pesanti inimicizie, fino alle influenze che hanno portato a quella fine dolorosa (e ingloriosa), ma dietro a tutto ciò (sempre stando a Moncalvo) sembrerebbe nascondersi un solo uomo. Il “cugino cattivo” (secondo l’autore) di Andrea, ovvero la “faccia d’angelo” John Elkann.
In “Juventus segreta” si analizzano i difficoltosi rapporti tra i due cugini, restituendo un ritratto apparentemente poco gradevole di Elkann. Si leggono espressioni come il “colpevole di ieri” che si erge a “salvatore di oggi”, e ancora “il bravo ragazzo con il cuore di pietra” e altri esempi concreti della presunta cattiveria di John che sembrerebbero così sostenere la tesi di Moncalvo. Nel complesso, anche se tutto graviti intorno al mondo Juve, le analogie con le altre realtà aziendali della famiglia Agnelli sono evidenti, a partire proprio da Fiat. Sotto il controllo di Elkann infatti il marchio torinese sembrerebbe aver perso i propri connotati storici. Guida francese, tra l’ad Olivier François e il gruppo Stellantis a dettare la marcia, e una produzione che si allontana sempre di più dai confini italiani. Solamente poco tempo fa qui su MOW vi avevamo parlato del nuovo interesse di John Elkann (e della sua holding Exor), vale a dire la sanità privata. Per la fu Fiat e Juventus, quindi, ci sarebbe sempre meno spazio, tanto da ipotizzare la possibilità di un’imminente (e “scandalosa”) vendita della squadra bianconera di Torino. D’altronde, secondo quando affermato dallo stesso Gigi Moncalvo non troppo tempo fa, “a John Elkann non frega nulla della Juventus”, tant’è che l’avrebbe uccisa…