“Le forze di polizia italiane sono razziste”, “razzismo dalle forze dell'ordine”, “il Consiglio d'Europa: in Italia profilazione razziale”. I titoli usciti sui giornali erano grossomodo questi. Le reazioni della politica, nemmeno a dirlo, sono state altrettanto roboanti. Giorgia Meloni ha detto che meritiamo rispetto, ripresa a pappagallo da Crosetto e da Stefano Graziano del Partito Democratico. Matteo Salvini come sempre la butta in caciara, parlando su X di “Donne e uomini in divisa attaccati vergognosamente dall’Ecri (Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza), un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani. Come Lega proporremo di risparmiare questi soldi per destinarli alla Sanità anziché infangare le nostre forze dell’Ordine. Se a questi signori piacciono tanto Rom e clandestini, se li portino tutti a casa loro a Strasburgo”. Il Presidente Mattarella ha telefonato a Vittorio Pisani, capo della Polizia, per esprimergli stupore. Tajani e Piantedosi concordano, mentre Avs ne approfitta per attaccare il Governo con tanto di doppio refuso, una E maiuscola con apostrofo e uno scioccante con una H di troppo: “E’ schioccante, ora il Ministro dell’Interno non si nasconda dietro un dito e risponda di questa gravissime accuse che danno all’Italia lo stigma di paese razzista”. Schioccati anche noi, abbiamo deciso di fare una cosa che nessuno probabilmente ha fatto: leggere il report formulato dall'Ecri, la commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza. Il risultato? Sempre lo stesso: chi fa politica trova sempre il modo di travisare i fatti per portare avanti il solito teatrino di accuse, controaccuse e proclami.
Cosa dice il rapporto Ecri sull'Italia
Il report è lungo 48 pagine, e magari i politici non hanno tempo né voglia di leggerlo per intero. Poverini, hanno tanto da fare, e come biasimarli se poi l'onere di capire cosa succede davvero tocca a noi cittadini, sfaccendati per definizione. Nell'introduzione al rapporto si legge già che la commissione “analizza la situazione in ciascuno degli Stati membri in materia di razzismo e intolleranza per poi formulare suggerimenti e proposte su come affrontare i problemi individuati”. Nessun atto di accusa programmatico, dunque. È un monitoraggio, condotto attraverso “analisi documentali, un sopralluogo nel paese in questione e in seguito un dialogo confidenziale con le autorità nazionali”. Quest'ultimo punto sottolinea pacificamente il fatto che, e sembra quasi ironico, i membri della commissione europea abbiano parlato con qualche rappresentante delle autorità, e che il report non sia un atto di accusa deliberatamente improvvisato o piovuto dal cielo come hanno voluto farci credere.
C'è anche qualcosa di buono
Il report di Ecri sottolinea, come prima cosa, che dall'ultima analisi relativa al 2016 “sono stati fatti progressi e si sono sviluppate buone pratiche in vari ambiti”. Come si dice in retorica, captatio benevolentiae. Prima il dolce, poi l'amaro. Le note positive riguardano, per riassumere, un sistema di raccolta dati sugli episodi di bullismo nelle scuole, anche per motivi di etnia e orientamento sessuale, il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, con l'adozione della Strategia nazionale LGBT+, la prevenzione sull’hate speech e sull’antisemitismo, le misure per aumentare la capacità degli agenti delle forze dell'ordine di contrastare i crimini dell'odio e la stabilizzazione delle famiglie Rom grazie ai progetti di transizione abitativa.
Poi le mazzate
“Lo status giuridico dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) ed il suo ruolo significativo nella definizione e nel coordinamento delle politiche governative sono incompatibili con il requisito di indipendenza normalmente richiesto per un organismo di parità”. L'ufficio, diventato famoso dopo l'inchiesta delle Iene sul caso di Francesco Spano, oggi in mezzo al fuoco amico dopo la nomina del ministro Giuli, è un ente diretto da un responsabile nominato direttamente dal Presidente del Consiglio. La commissione europea, in poche parole, sottolinea l'incongruenza, dicendo che un ufficio simile dovrebbe essere indipendente, ed è ragionevole: se chi è al Governo propone la discriminazione, vedasi qualsiasi post di Salvini, e chi lo dovrebbe controllare è alle dipendenze del Governo, il cortocircuito è evidente. Infatti, prosegue il report in un altro punto, dalle osservazioni risulta che “il discorso pubblico è diventato sempre più xenofobo ed i discorsi politici hanno assunto toni fortemente divisivi e antagonistici, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con origine migratoria, Rom e Lgbt. Il discorso d’odio, anche da parte di politici di alto livello resta spesso incontrastato”. Chissà come mai Salvini è stato così duro con la commissione.
Le conclusioni: come mai, su 95 punti, si è parlato solo di Polizia?
Premessa: il report di Ecri non contiene accuse né condanne, ma tutta una serie di raccomandazioni. In particolare ce ne sono due, evidenziate come prioritarie. La seconda, e fate attenzione perché il fatto che sia la seconda è fortemente indicativo, è quella che “raccomanda, in via prioritaria, che le autorità commissionino prontamente uno studio completo e indipendente con l'obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine che riguardi in particolare i Rom e le persone di origine africana”. Tradotto: la commissione consiglia, non impone, di preparare uno studio indipendente per vedere se, come e quanto la Polizia ferma una macchina piena di tunisini mentre voi dietro girate senza cintura, per fare un esempio stupido. Ma passiamo al primo punto, che è quello che ci permette di capire perché la politica si sia accanita sul secondo. La prima raccomandazione chiede “che le autorità organizzino una campagna di sensibilizzazione al fine di creare una migliore comprensione da parte del pubblico della gravità dei discorsi razzisti e di altre forme di discorsi d’odio e del danno che essi causano agli individui e alle comunità interessate”, e vallo a spiegare a chi è salito al governo facendo una campagna elettorale basata sui discorsi d'odio, di razzismo e di emarginazione, e che infatti ha deciso di sviare tutta l'attenzione mediatica sulla Polizia, usandola come parafulmine sul quale addensare anche le nubi della sinistra che non riesce a vedere oltre il palmo della mano destra. Poi, Ecri pretende di “promuovere l'uguaglianza, la diversità ed il dialogo interculturale e interreligioso, sottolineando in particolare i contributi positivi delle persone con origine migratoria, dei Rom, dei membri delle comunità ebraiche e musulmane e delle persone di origine africana alla società nel suo insieme”. Per citare chi è da sempre contrario a questo genere di discorsi: assurdo, vero amici?