Il caso della Trattoria Meloni e delle accuse lanciate al suo proprietario solleva diverse perplessità anche da noi, e diventa necessario farsi delle domande in più. Anche perché il caso, secondo i media albanesi che hanno alzato il polverone, riguarderebbe anche l’hotspot aperto dall’Italia a Shengjin. Vediamo come. Alcuni giornali albanesi (qui il link) a luglio di quest’anno hanno lanciato un’indiscrezione secondo cui il proprietario del ristorante, Gjergj Luca, utilizzerebbe 5 navi di ispezione donate dal Giappone all’Albania nell’ambito di un accordo di cooperazione per propri scopi personali. Nello specifico, queste 5 navi che sarebbero state donate al Ministero dell’agricoltura albanese, sarebbero state successivamente concesse a Luca, il quale le avrebbe poi registrate a nome della sua società quindi utilizzate per attività come la pesca e il trasporto. Il ristoratore sarebbe stato presentato alle autorità giapponesi come un rappresentante del ministero, ottenendo il beneficio di utilizzo delle imbarcazioni. Il tutto sembra suggellato da un post pubblicato su Instagram dallo stesso imprenditore, in cui mostra le immagini dei giapponesi nel suo ristorante e in cui ringrazia il Giappone per tutto quello che sta facendo per l’Albania e per la sua società, Rozafa. Il problema grosso è che, sempre secondo le indiscrezioni riportate dal giornale che parla esplicitamente di “informazioni preliminari”, le suddette navi giapponesi potrebbero essere utilizzate anche per il trasporto di migranti. Sarebbe un cortocircuito grosso, se le voci venissero confermate. Ma che indizi ci sono?
Partiamo dalle certezze italiane. L’articolo 3, comma 7 del documento di Ratifica ed esecuzione del Protocollo Italia-Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria del 19 gennaio 2024 prevede che “per l’attuazione del Protocollo, le amministrazioni pubbliche sono autorizzate alla stipulazione e all’esecuzione di contratti o convenzioni di appalto di lavori, servizi o forniture, anche in deroga alla normativa vigente”. Questo renderebbe possibile, anche se non certo, l’utilizzo dei pescherecci come navi da trasporto. Ma la questione delle navi è centrale e problematica per i governi che hanno stipulato il contratto perché, come risulta dalle consultazioni preliminari di mercato pubblicate dal Viminale il 28 maggio 2024, il costo complessivo del noleggio ammonta a un massimale di 13,5 milioni di euro, pari a 150mila euro al giorno. Una bella spesa, ma non è ancora stato pubblicato nessun decreto di aggiudicazione, quindi non è ancora specificato quali navi verranno utilizzate. Alcuni collegamenti però lasciano immaginare che la possibilità aperta dai media albanesi non sia poi così remota, e che potrebbero essere proprio le navi di Luca a vincere l’appalto, ovvero che siano in grado di trasportare circa 300 passeggeri, 200 migranti più 100 operatori, e che siano dotate di un minimo di 50 cabine, ciascuna con al massimo due posti letto e un pescaggio minore di 5 metri, adeguato ad ormeggiare presso il porto di Shengjin.
Innanzitutto, Gjergj Luca risulta essere molto attivo a Shengjin, la città dell’hotspot nel nord dell’Albania. La trattoria dedicata a Giorgia Meloni è stata aperta proprio qui. Altri media riportano poi la sua vicinanza e amicizia, peraltro da lui stesso esibita, con il premier albanese Edi Rama, che a sua volta in ottime relazioni con Giorgia Meloni. A quanto si dice, poi, Luca avrebbe anche supportato la campagna elettorale di Rama, ricevendo diversi favori in cambio. Tutto questo, unito alle sue capacità imprenditoriali, potrebbero portare con buone probabilità Gjergj Luca a gestire il trasporto verso l’hotspot. Magari non a vincere l’appalto, ma a lavorare in deroga, come previsto dall’accordo stesso. Tutto al momento rimane soltanto una suggestione, per forza di cose, e gli stessi media albanesi parlano di soffiata senza apportare prove decisive. Ma le domande rimangono. Servirebbe quantomeno una smentita ufficiale, da parte dei governi e dell’imprenditore. Davvero potrebbero essere le sue navi a trasportare i migranti del centro finanziato dall'Italia? La premier Meloni, ora che sono emerse le accuse all'imprenditore che gli ha dedicato un ristorante, non dovrebbe quantomeno prendere le distanze? Per caso la premier italiana l'ha incontrato, anche senza ovviamente conoscere le accuse a riguardo, l'anno scorso durante la sua vacanza-viaggio istituzionale? Si sente rappresentata da un ristorante a lei intitolato di un imprenditore che risponde di quelle accuse? È in grado di garantire che l'imprenditore non sia coinvolto nel finanziamento italiano per il centro migranti? Al momento nessun commento e nessuna replica da parte di nessuno. Ma soprattutto, continua il silenzio anche da parte della stampa italiana...