Forse bisogna tornare ai tempi d’oro di Michele Santoro e Annozero per ricordarsi di Marco Travaglio in Rai. Ma martedì 22, nell’edizione serale del Tg1, al direttore del Fatto quotidiano è stato chiesto di dare un parere sui due anni di governo Meloni, un biennio che, la prima firma del quotidiano fondato nel 2009, boccia clamorosamente, tranne su una cosa: “Una giusta l’hanno fatta il primo giorno, sul carcere duro per i boss”. Ma poi non si salva nulla: “Per il resto due anni di vuoto pneumatico. Venti condoni per gli evasori, guerra a chi sta peggio, record di povertà, zero investimenti a parte l’inutile ponte sullo Stretto mentre i treni vanno in tilt, impunità e bavagli sulla giustizia, la schiforma dell’autonomia e quella del premierato, scandali da Lollobrigida a Sangiuliano a Santanché a Sgarbi, il ‘pacco’ di stabilità, legge finanziaria senza un euro e, a questo proposito, 800 milioni per la campagna in Albania, una nave con quaranta uomini di equipaggio che trasporta sedici migranti in Albania e poi li riporta indietro il giorno dopo perché si scopre che non potevano stare lì”. Non sappiamo se ci siamo svegliati travagliani stamattina, ma Travaglio, tra neologismi e un solo minuto (comunque sufficiente per smontare un biennio dell'esecutivo) ci sembra uno di MOW.
A fare da controcanto l’opinione, diametralmente opposta, di Alessandro Sallusti, che sembra leggere un biglietto di auguri, costretto dai genitori, abbastanza asettico e antifattuale, nel senso che sembra proprio intimorito dal dover dare un giudizio complessivo di quanto fatto dal governo. Meglio il giudizio estetico sul governo, di forma, tendenzialmente data – in una democrazia – dal numero di voti (più che dal numero di successi). Il direttore del Giornale - e autore di un libro intervista proprio a Giorgia Meloni all’indomani della sua elezione - promuove su tutta la linea il governo: “Non ho memoria di una coalizione di governo che dopo due anni di attività raccolga più consensi rispetto al momento dell’insediamento”. In effetti, come riportato da Pagella Politica, le forze di coalizione avrebbero, insieme, il 47% dei consensi, +4% rispetto al 2022, e in assoluta controtendenza con i governi passati dal 2008 a oggi. Per il resto il nulla, se non un girarci attorno con ossequiosa reverenza. “Con Giorgia Meloni, prima donna a Palazzo Chigi, è successo e questa è la risposta più veritiera e neutrale alle quotidiane polemiche dell’opposizione politica e mediatica. Altro che paura, agli italiani questo governo evidentemente piace, non perché dotato di bacchetta magica, che infatti non ha, ma perché stabile e pragmatico, responsabile sui punti [quali? ndr], chiaro e coerente sia in politica estera che interna [per esempio? ndr]. Siamo a metà del suo cammino e si è dimostrato come una destra conservatrice ha tutte le carte in regola per governare un grande Paese europeo [in Uk hanno governato, ancora dentro l'Ue, per oltre dieci anni. Serviva Giorgia Meloni? ndr]. E questo è probabilmente il motivo principale per cui fa tanto paura alle sinistre”.